Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato che le celebrazioni di messe con presenza dei fedeli non potranno riprendere prima del 2 giugno, nonostante gli allentamenti del lockdown transalpino avvengano a partire dall’11 maggio prossimo.
Come accaduto in Italia, dopo l’annuncio di domenica scorsa di Giuseppe Conte sulla fase 2 senza messe, anche i vescovi francesi hanno reagito con un comunicato davanti a questa decisione del governo. Questo il passaggio centrale della nota del Consiglio permanente della Conferenza episcopale di Francia:
«Condividiamo la preoccupazione del governo di limitare il più possibile la circolazione dell’epidemia, ma è difficile capire come la pratica ordinaria della messa promuova la diffusione del virus e ostacoli il rispetto delle protezioni più di molte delle attività che, invece, riprenderanno presto. La dimensione spirituale e religiosa dell’essere umano contribuisce, siamo convinti, alla pace dei cuori, alla forza nelle prove, alla fratellanza tra le persone e a tutta la vita sociale. La libertà di culto è un elemento fondamentale della vita democratica. Questo è il motivo per cui i vescovi desiderano incontrare il pubblico, le autorità nazionali o locali, per prepararsi all’effettiva ripresa del culto».
Molti vescovi hanno espresso posizioni chiare, aggiungendosi a quanto già dichiarato dalla conferenza episcopale.
Mons Marc Aillet, vescovo della diocesi di Bayonne, Lescar e Oloron:
«Non credo che si possa capitolare senza discutere di ciò che sembra essere una grave mancanza di rispetto per i cattolici. Siamo persone responsabili, in grado, così come i commercianti e i curatori di musei, di adottare precauzioni sanitarie».
Mons. Bernard Ginoux, vescovo di Montauban:
«Il culto pubblico proibito = caso di coscienza. Non possiamo privare i nostri fedeli del cibo essenziale che è la grazia sacramentale. Quindi li nutriremo».
Mons Matthieu Rougé, vescovo di Nanterre:
«Una mancanza di rispetto incredibile. Emmanuel Macron dovrebbe capire che la Francia ha bisogno di tutti per superare la crisi e costruire la pace!»
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