La recente indagine pubblicata dal Pew research center degli Stati Uniti ha rilevato un quadro desolante, a dir poco, circa la conoscenza dei cattolici sull’Eucaristia. È emerso come solo un terzo dei cattolici statunitensi creda che la comunione sia il corpo e il sangue di Cristo, mentre il 69% ritiene che il pane e il vino siano meri simboli (e pensano che questo sia l’insegnamento della Chiesa). Inoltre, tra quelli che credono alla presenza reale di Cristo nel pane e vino eucaristici un 3% lo fa ignorando il significato della transustanziazione, e uno su cinque pensa che tale insegnamento sia infondato.
Questi dati rivelano un problema di portata enorme, perché non si tratta di un dettaglio, ma qui siamo al cuore della fede cattolica: l’eucaristia è «fonte e culmine di tutta la vita cristiana», recita il Catechismo della Chiesa cattolica al n°1324.
Negli Stati Uniti il dibattito che è seguito a questa indagine si è focalizzato su due possibili cause: 1) una cattiva catechesi che non ha saputo insegnare la realtà di ciò che avviene sull’altare ad ogni messa; 2) una crisi della liturgia che è desacralizzata e non favorisce l’incontro dell’uomo con Dio che si fa presente.
Monsignor Charles Pope dell’arcidiocesi di Washington ha scritto sul National catholic register che propende soprattutto sulla seconda ipotesi di causa «in quanto contiene la prima visione ma riconosce che la fede è più della formazione intellettuale». Per questo, scrive, «mi sembra chiaro che è necessaria una vera riforma liturgica progettata per insegnare e inculcare una devozione riverente e la comprensione della Presenza Reale».
Ma per mettere mano a questa «riforma», secondo monsignor Pope, occorre superare alcuni enormi ostacoli:
«Sì», conclude monsignor Pope, «siamo tristemente divisi». Le proposte per risolvere il grave problema emerso dall’indagine? Istruire i sacerdoti perché celebrino ad orientem almeno la preghiera eucaristica; un maggior uso del latino; rispettare il silenzio; ricevere l’eucaristia in ginocchio e sulla lingua.
Il fatto è che questi elementi di “riforma della riforma” liturgica oggi non sono certo favoriti. Resta intanto il problema rilevato dall’indagine: la «fonte» di tutta la vita cristiana è sempre più sconosciuta.
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