Si rivolgono soprattutto ai vescovi chiedendo di poter tornare a messa nel rispetto delle regole per l’emergenza sanitaria da Covid-19. Lo fanno dalla Francia, dalla Germania, dall’Austria e dalla Spagna affidando il loro appello a un video.
In Francia Emmanuel Macron, pur avendo annunciato di allentare le misure di emergenza il prossimo 11 maggio, ha detto che per le messe bisognerà attendere metà giugno. In questo appello i giovani cattolici francesi si chiedono ragionevolmente: «Perché al supermercato sì e a messa no?». Il punto, ovviamente, è quello che se ci si impegna a rispettare le regole di distanziamento sociale e precauzione sui treni e sugli aerei, ci si può impegnare a farlo anche a messa.
Sulla stessa lunghezza d’onda in Austria e Germania. «Cari vescovi austriaci, sappiamo che questo è un tempo difficile, ma abbiamo una richiesta: ridateci la santa Messa. Questa settimana potranno riaprire i piccoli negozi, mentre i negozi essenziali sono rimasti aperti in tutto questo tempo. Cosa c’è di più essenziale per noi della santa Messa? Papa Francesco dice che la Chiesa è concreta e non può rimanere virtuale».
Ci sono anche gli spagnoli: «Cari vescovi chiediamo la Messa. La dice il Santo Padre Francesco la Chiesa è concreta non può darsi una Chiesa virtuale».
Infine per l’Italia riportiamo le parole del presidente dei vescovi, cardinale Gualtiero Bassetti, che finalmente ha espresso un pensiero chiaro sulla fase 2 che si prospetta nel Belpaese a proposito delle celebrazioni liturgiche. Il cardinale lo ha scritto nella lettera settimanale nel tempo del coronavirus, indirizzata in questi giorni alla comunità diocesana di Perugia–Città della Pieve di cui è arcivescovo:
«Lo dico in coscienza a tutte le istituzioni, è arrivato il tempo di riprendere la celebrazione dell’Eucarestia domenicale e dei funerali in chiesa, oltre ai battesimi e a tutti gli altri sacramenti, naturalmente seguendo quelle misure necessarie a garantire la sicurezza in presenza di più persone nei luoghi pubblici».
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