Il caso dell’agenzia ucraina per la cosiddetta maternità surrogata, la BioTexCom, ha provocato un duro comunicato dei vescovi cattolici ucraini. Ricordiamo che l’agenzia, di cui il Timone ha già raccontato, sul proprio sito ha mostrato le immagini della hall dell’Hotel Venezia a Kiev, struttura collegata all’agenzia, in cui 46 culle con altrettanti bambini erano ammassate l’una accanto all’altra come in una sorta di grande mercato (foto sopra dal video).
Si tratta di bimbi commissionati da coppie di Paesi occidentali, tra cui l’Italia. Nel video l’avvocato della clinica, Deniz Herman, si rivolge proprio alle coppie, sollecita i “clienti” ovvero i committenti a rivolgersi ai ministeri degli Esteri dei rispettivi Paesi perché richiedano un permesso speciale in deroga alle regole del lockdown per il “ritiro della merce”, ovvero dei bambini.
«Una tale dimostrazione di disprezzo per la persona umana e la sua dignità è inaccettabile. E tutto ciò è possibile grazie alla maternità surrogata legalizzata», scrivono i vescovi nel comunicato diffuso lo scorso 14 maggio.
«La pratica della maternità surrogata, il suo soggetto, lo scopo e i mezzi di realizzazione sono moralmente inaccettabili. Lo stesso vale per la cosiddetta maternità surrogata altruistica perché anche se l’intenzione della madre surrogata è buona, i mezzi e il soggetto stesso sono cattivi. La base commerciale della maternità surrogata da un punto di vista morale merita una valutazione ancora più dura, perché aggiunge il male morale di acquistare e vendere le funzioni del corpo e della persona del bambino appena nato. Nessuna circostanza o conseguenza può giustificare la pratica della maternità surrogata».
«Ogni bambino è un dono di Dio», prosegue la dura nota dei vescovi, «che dovrebbe essere accettato con gratitudine nel matrimonio di un uomo e una donna. Ogni bambino ha il diritto di essere concepito naturalmente, e ogni bambino ha il diritto di nascere in una famiglia e di essere cresciuto nell’atmosfera dell’amore da padre e madre. La maternità surrogata viola gravemente questo diritto (…) Siamo solidali con l’appello del Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino a vietare la tratta internazionale di minori in Ucraina a livello legislativo e chiediamo di vietare la maternità surrogata in qualsiasi forma (altruistica e commerciale) e garantire la custodia e l’adozione adeguate dei neonati».
La nota è firmata da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo di Kiev-Halych, capo della Chiesa greco cattolica ucraina e dall’arcivescovo Mechyslav Mokshytskyi, metropolita di Leopoli, presidente facente funzione della Conferenza dei vescovi della Chiesa cattolica romana in Ucraina.
Negli ultimi anni, l’Ucraina è diventata un centro internazionale per la pratica della maternità surrogata, grazie ai suoi prezzi competitivi e alla sua vicinanza alla “ricca Europa”. La Fafce (Federazione europea delle associazioni di famiglie cattoliche) ha ripreso il comunicato dei vescovi ucraini e il presidente Vincenzo Basso ha commentato il video della BioTexCom dicendo che «guardando queste immagini, non possiamo rimanere in silenzio (…) questi bambini hanno bisogno di una famiglia e non possono essere trattati come una merce». Purtroppo però il silenzio dei decisori politici intorno a questa barbara pratica è assordante.
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