Perché il Patto globale sulle migrazioni – conosciuto come Global Compact – ha creato così tante divisioni e polemiche? Contrariamente a quello che la grande stampa progressista – anche cattolica – ha voluto far credere, il problema di fondo non è il razzismo o la xenofobia, ma lo scontro tra una ideologia mondialista e la difesa della sovranità nazionale o di quel che ne resta.
Analizzando i princìpi fondamentali del Global Compact, accompagnati da una grande campagna propagandistica tesa a farne un documento di importanza storica, si resta infatti colpiti dall’inutilità di gran parte degli obiettivi: in parte sono la riproposizione di princìpi già oggi riconosciuti, come il rispetto dei diritti umani di tutti i migranti, i ricongiungimenti familiari, la riduzione della vulnerabilità della migrazione e così via; dall’altra si tratta di obiettivi – vedi il coordinamento tra paesi per monitorare e gestire il fenomeno – comuni a tanti altri campi e che quindi non necessiterebbero di scomodare un summit mondiale.
Cos’è dunque che ha spinto molti paesi, dagli Stati Uniti all’Australia fino a diversi paesi est europei (l’Italia ha rimandato tutto al Parlamento), a non firmare questo documento?…
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