Dai Camaldolesi di Monte Giove si ragiona su un Dio «queer». Per vescovi e Vaticano va tutto bene
Riportiamo la pubblicità del seminario organizzato a metà ottobre presso l'eremo di Monte Giove. Ogni commento pare superfluo. «Che cosa ha da dire, alla vita di gay e lesbiche, il Dio delle teologie queer? Quanto c'è di sconvolgente nel modo di essere e di amare delle persone LGBTI, che possa essere ritrovato nel Dio della tradizione ebraico-cristiana? E, viceversa, in quale misura gay, lesbiche, trans o intersessuali, costruiscono un'identità personale ispirata ad un Dio «altro», e quanto invece a modelli culturali che appartengono semplicemente alla società in cui cresciamo?»
Il progetto «Thomas International»: portare la sapienza dell’Aquinate in tutto il mondo con un clic
Provate voi a parlare di lex naturalis, di virtù, di natura umana, di metafisica e persino di Dio all'abitante del pianeta Terra che lo occupa nella sua regione occidentale. Lui che, al massimo, mastica solo di diritti civili, benessere sociale e «love is love». Una impresa pari, se non superiore, per sforzo e impegno a quella dei primi missionari che sbarcarono nel Nuovo Mondo. E dal Nuovo Mondo, con una inversione di rotta poi così non sorprendente, è giunta sin qui in Italia un progetto culturale chiamato Thomas International il quale vuole rendere commestibile all'uomo contemporaneo tutto quel portato culturale della filosofia classica-tomista che, volenti o nolenti, rappresenta le radici della società occidentale. Per comprendere meglio cosa sia questo progetto, abbiamo bussato alla porta del prof. Fulvio Di Blasi fondatore e il presidente del progetto Thomas International.
E Oguzhan Aydin, il giovane che il 5 febbraio 2006 a Trabzon uccise il sacerdote italiano
Doppio atttentato nello Yemen, il disegno dell’ISIS prosegue con i soldi dei potenti sauditi
Intervista a Gian Micalessin, iniviato di guerra de 'il Giornale'
Papa Francesco: «L’Europa è da rievangelizzare. Se ne debbono riscoprire le radici cristiane»
Il santo Padre lo ha detto nel messaggio al XIV° Simposio Intercristiano in corso a Salonicco, in Grecia
Cristo ai confini del mondo La prima santa Messa del primo sacerdote cattolico mongolo
Don Giuseppe Enkh-Baatar è stato ordinato domenica salutato da una folla di oltre 1.500 tra fedeli e ospiti
I musulmani tornano ancora nelle nostre chiese. Con le bombe dell’ISIS. Accade a Sumatra
Padre Albert Pandiangan stava celebrando la messa quando l'assalitore, seduto tra i fedeli, è stato sorpreso dall'esplosione dell'ordigno, che si trovava ancora nello zaino dove lo aveva occultato.
I luoghi comuni sui benefici della legalizzazione delle droghe leggere, smontati uno per uno
Risposta allo sghangherato appelloa estivo di Rovberto Saviano
Smentire le false accuse alla Chiesa per amare sempre più la verità cristiana
Papa Paolo III, 1537: «Noi che, sebbene indegni, esercitiamo sulla terra le veci di Nostro Signore e che con tutte le forze cerchiamo di portare all'ovile del suo gregge quanti ci sono stati affidati [...], consideriamo […] che gli stessi indios, in quanto uomini veri quali sono, non solo sono capaci di ricevere la fede cristiana, ma, come ci hanno informato, anelano sommamente la stessa; e [...] facendo ricorso all'autorità apostolica determiniamo e dichiariamo [...] che detti indios e tutte le genti che in futuro giungeranno alla conoscenza dei cristiani, anche se vivono al di fuori della fede cristiana, […] non devono essere ridotti in servitù e che tutto quello che si è fatto e detto in senso contrario è senza valore […]». Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true" Nam
Quando Madre Teresa conobbe CL e chiese: «Liberazione… da cosa?». Il racconto di padre Gheddo
Giovanni Paolo II l'ha definita «l'icona della missione nel XXI secolo»: una missione che si giocherà in Asia. Ho incontrato diverse volte questa piccola donna di aspetto insignificante, ma con un carisma straordinario, tanto da meritarsi il Premio Nobel per la pace nel 1979 e l'unica persona straniera ad avere un solenne funerale di Stato in India. Il primo incontro con la Madre nel 1964, quando sono andato in India con Paolo VI. Poi ho visitato i missionari del Pime col padre Augusto Colombo, che mi porta ad incontrare brevemente la Madre a Calcutta...
Un cristiano orientale riflette sui fraintendimenti dell’«oikonomia» nel mondo cattolico
In un contesto che esalta all'inverosimile la sensualità e la sessualità - fino al punto incredibile da paragonare le relazioni trinitarie a quelle sessuali - risulta quasi impossibile valorizzare la continenza sessuale. In realtà la Chiesa l'ha sempre valorizzata (come non poche religioni storiche) perchè l'uso indiscriminato della sessualità sfibra le energie dell'anima, abbassa o acceca la coscienza spirituale, snerva l'intuito interiore...
San Giovanni Paolo II: oggi i cristiani sono smarriti, si semina dubbio, si propagano eresie…
Era il 1981, non è cambiato nulla.
Nell'occhio del ciclone c'è anche la sua campagna di esecuzioni extragiudiziali contro gli spacciatori di droga
Regno Unito: in aumento i pellegrini al santuario di Nostra Signora di Walsingham, circa 300mila
«Sono circa 300 mila all'anno i pellegrini che arrivano a Walsingham. Il numero è andato aumentando, nel corso degli anni, ed è particolarmente alto in quest'anno del Giubileo della misericordia». E quanto afferma Julian Foord, responsabile del coordinamento dei pellegrinaggi, sulle presenze al Santuario mariano più frequentato della Gran Bretagna, che ha recentemente ottenuto da Papa Francesco il titolo di Basilica...
Sessualità e «genere»: un’analisi di 200 studi scientifici sul tema confuta i dogmi Lgbt
La rivista americana di scienza, etica e tecnologia The New Atlantis ha reso pubblica la più approfondita ricerca mai composta per rispondere a questa domanda: «Sexuality and Gender. Findings from the Biological, Psychological, and Social Sciences». Gli autori del lavoro - che per tre anni hanno raccolto, esaminato e valutato in 143 pagine di resoconti i 200 più importanti studi pubblicati in peer-review su questi temi dal 1950 ad oggi - sono Lawrence S. Meyer, professore di Statistica e Biostatistica all'Arizona State University e ricercatore al Dipartimento di Psichiatria della Scuola di Medicina della Johns Hopkins University, e il dottor Paul R. McHugh, professore di Psichiatria e Scienze Comportamentali alla Scuola di Medicina della Johns Hopkins University; primario di Psichiatria presso il John Hopkins Hospital per oltre 25 anni, McHugh è considerato il più illustre luminare della sua disciplina negli USA. Meyer e McHugh hanno condotto le loro ricerche in collaborazione con altri esperti, tra cui la dottoressa Laura E. Harrington, psichiatra con una lunga carriera in medicina interna e neuroimmunologia, la cui attività clinica si focalizza sui processi di transizione nelle donne e sui percorsi e le terapie di accettazione per persone LGBT.
Ratzinger sui motivi delle sue dimissioni. Il Papa emerito intervistato da Elio Guerriero
A Roma il cielo è carico di nuvole minacciose, ma quando arrivo a Mater Ecclesiae, la residenza del Papa emerito, un inatteso raggio di sole esalta in basso l'armonia della cupola di San Pietro e dei giardini vaticani. 'Il mio paradiso', aveva commentato in una precedente visita Benedetto XVI. Vengo introdotto nella sala che è contemporaneamente la biblioteca privata e mi viene spontaneo pensare al titolo del libro di Jean Leclercq, L'amore delle lettere e il desiderio di Dio, da Benedetto XVI citato nel famoso discorso al Chiostro dei Bernardini a Parigi. Il Papa arriva dopo qualche minuto, saluta con il sorriso e la cortesia di sempre, poi mi dice: 'Sono a quindici'. Non capisco, per cui ripete: 'Ho letto quindici capitoli'. Sono francamente sorpreso. Qualche mese prima gli avevo inviato buona parte del libro, mai mi sarei aspettato che lo leggesse per intero. Gli porgo gli altri capitoli e gli dico che ormai mi manca poco. E contento di quel che ha letto per cui aggiungo: 'Le dispiace se le faccio alcune domande a modo d'intervista?'. Risponde come sempre, gentile e pratico: 'Mi faccia le domande, poi mi mandi il tutto e vediamo'. Ovviamente seguo le indicazioni. Qualche tempo dopo mi scrive acconsentendo alla pubblicazione. Non mi resta che ringraziare ancora per la fiducia accordata. Santità, visitando l'ultima volta la Germania, nel 2011, lei disse: «Non si può rinunciare a Dio». E ancora: «Dove c'è Dio là c'è futuro». Non le è dispiaciuto dover lasciare nell'anno della fede? 'Naturalmente avevo a cuore di portare a compimento l'anno della fede e di scrivere l'enciclica sulla fede che doveva concludere il percorso iniziato con Deus caritas est. Come dice Dante, l'amor che move il sole e l'altre stelle, ci spinge, ci conduce alla presenza di Dio che ci dona speranza e futuro. In una situazione di crisi, l'atteggiamento migliore è quello di mettersi davanti a Dio con il desiderio di ritrovare la fede per poter proseguire nel cammino della vita. Da parte sua il Signore è ben lieto di accogliere il nostro desiderio, di donarci la luce che ci guida nel pellegrinaggio della vita. E l'esperienza dei santi, di san Giovanni della Croce o di santa Teresa del Bambino Gesù. Nel 2013, tuttavia, vi erano numerosi impegni che non ritenevo più di poter portare a termine'. Quali erano questi impegni? 'In particolare era già stata fissata la data della Giornata Mondiale della Gioventù che doveva svolgersi nell'estate del 2013 a Rio de Janeiro in Brasile. Ora, a questo riguardo, io avevo due convinzioni ben precise. Dopo l'esperienza del viaggio in Messico e a Cuba, non mi sentivo più in grado di compiere un viaggio così impegnativo. Inoltre, con l'impostazione data da Giovanni Paolo II a queste giornate, la presenza fisica del Papa era indispensabile. Non si poteva pensare a un collegamento televisivo o ad altre forme garantite dalla tecnologia. Anche questa era una circostanza per la quale la rinuncia era per me un dovere. Avevo infine la fiducia certa che anche senza la mia presenza l'anno della fede sarebbe comunque andato a buon fine. La fede, infatti, è una grazia, un dono generoso di Dio ai credenti. Avevo, perciò, la ferma convinzione che il mio successore, così come è poi avvenuto, avrebbe ugualmente portato al buon fine voluto dal Signore, l'iniziativa da me avviata'. Visitando la basilica di Collemaggio all'Aquila, Lei ci tenne a deporre il pallio sull'altare di san Celestino V. Mi può dire quando giunse alla decisione di dover rinunciare all'esercizio del ministero petrino per il bene della Chiesa? 'Il viaggio in Messico e a Cuba era stato per me bello e commovente da molti punti vista. In Messico ero rimasto colpito incontrando la fede profonda di tanti giovani, facendo esperienza della loro gioiosa passione per Dio. Parimenti ero stato colpito dai grandi problemi della società messicana e dall'impegno della Chiesa a trovare, a partire dalla fede, una risposta alla sfida della povertà e della violenza. Non c'è, invece, bisogno di ricordare espressamente come a Cuba restai colpito dal vedere il modo in cui Raul Castro vuole condurre il suo Paese su una nuova strada senza rompere la continuità con l'immediato passato. Anche qui sono stato molto impressionato dal modo in cui i miei fratelli nell'episcopato cercano di trovare l'orientamento in questo difficile processo a partire dalla fede. In quegli stessi giorni, tuttavia, ho sperimentato con grande forza i limiti della mia resistenza fisica. Soprattutto mi sono reso conto di non essere più in grado di affrontare in futuro voli transoceanici per il problema del fuso orario. Naturalmente ho parlato di questi problemi anche con il mio medico, il Prof. Dr. Patrizio Polisca. Diveniva in questo modo chiaro che non sarei più stato in grado di prender parte alla giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro nell'estate del 2013, vi si opponeva chiaramente il problema del fuso orario. Da allora in poi dovetti decidere in un tempo relativamente breve sulla data del mio ritiro'. Dopo la rinuncia molti immaginavano scenari medievali con porte che sbattono e denunce clamorose. Al punto che gli stessi commentatori rimasero sorpresi, quasi delusi, dalla sua decisione di restare nel recinto di san Pietro, di salire al monastero Mater Ecclesiae. Come giunse a questa decisione? 'Avevo visitato molte volte il monastero Mater Ecclesiae fin dalle sue origini. Spesso mi ero recato lì per partecipare ai Vespri, per celebrarvi la Santa Messa per tutte le religiose che vi si erano succedute. Da ultimo vi ero stato in occasione della ricorrenza dell'anniversario di fondazione delle Suore Visitandine. A suo tempo, Giovanni Paolo II aveva deciso che la casa, che in antecedenza era servita come abitazione del direttore della radio vaticana, doveva diventare in futuro un luogo di preghiera contemplativa, come una fonte d'acqua viva in Vaticano. Avendo saputo che in quella primavera scadeva il triennio delle Visitandine, mi si dischiuse quasi naturalmente la consapevolezza che questo sarebbe stato il luogo dove potermi ritirare per continuare a mio modo il servizio della preghiera al quale Giovanni Paolo II aveva destinato questa casa'. Non so se ha visto anche Lei una foto scattata da un inviato della Bbc che, nel giorno della sua rinuncia, ritraeva la cupola di San Pietro colpita da un fulmine (Benedetto fa cenno con la testa di averla vista). A molti quell'immagine suggerì l'idea della decadenza o addirittura della fine di un mondo. Ora, però, mi viene da dire: si aspettavano di compiangere un vinto, uno sconfitto della storia, ma io vedo qui un uomo sereno e fiducioso. 'Sono pienamente d'accordo. Io avrei dovuto davvero preoccuparmi se non fossi stato convinto, come dissi all'inizio del mio pontificato, di essere un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Dall'inizio ero a conoscenza dei miei limiti e accettai, come ho sempre cercato di fare nella mia vita, in spirito di obbedienza. Poi vi sono state le difficoltà più o meno grandi del pontificato, ma vi sono state anche tante grazie. Mi rendevo conto che tutto quello che dovevo fare non potevo farlo da solo e così ero quasi costretto a mettermi nelle mani di Dio, a fidarmi di Gesù al quale, man mano che scrivevo il mio volume su di lui, mi sentivo legato da un'amicizia antica e sempre più profonda. Poi vi era la Madre di Dio, la madre della speranza che era un sostegno sicuro nelle difficoltà e che sentivo sempre più vicina nella recita del santo Rosario e nelle visite ai santuari mariani. Infine vi erano i santi, i miei compagni di viaggio da una vita: sant'Agostino e san Bonaventura, i miei maestri dello spirito, ma anche san Benedetto il cui motto 'nulla anteporre a Cristo' mi diveniva sempre più familiare e san Francesco, il poverello di Assisi, il primo a intuire che il mondo è lo specchio
Il ritorno di Benedetto XVI per contrastare la crisi dell’Europa. Avverrà a Castelgandolfo
Anche quest'anno, dal 26 al 28 agosto, ci sarà il tradizionale incontro del «Ratzinger Schuelerkreis», il Circolo di ex allievi di Benedetto XVI, che in questa nuova edizione affronterà il tema «L'Europa in crisi»
Wikileaks, come George Soros opera per abbattere le resistenze dei Paesi cattolici all’aborto
Dai documenti della Open Society Foundations, fondazione di George Soros, Wikileaks ha potuto constatare che il miliardario ungherese naturalizzato statunitense in questi anni ha utilizzato l'aborto come arma per abbattere quei Paesi da lui ritenuti conservatori, cattolici, tradizionali e sovranisti. In particolare Soros si è concentrato su un Paese: la Repubblica d'Irlanda...
Mons. D’Ercole: «A Pescara del Tronto buio e grida nella notte, come un bombardamento»
Appena sentita la scossa, ha preso la macchina in piena notte e si è recato subito nel luogo della sua diocesi più colpito dal terremoto: Pescara del Tronto. Arrivato lì, buio e grida. Poi con le luci dell'alba, la scena di un paese completamente raso al suolo come un «bombardamento che ha distrutto tutto». Abbiamo raggiunto telefonicamente monsignor Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno....
Tutto il pessisimismo sulla riforma dell’islam nelle parole di un colto giovane musulmano
Per secoli l'islam è rimasto chiuso e ha creato una «ignoranza sacra» che blocca ogni domanda e sviluppo. A tale stasi contribuiscono oggi il «clero» islamico e gli Stati arabi che hanno deciso di fare dell'islam la religione di Stato. Molti intellettuali, pensatori, religiosi che cercano di riformare l'islam vengono cacciati, perseguitati, espulsi, le loro opere proibite.
Per Madre Teresa il più grande distruttore della pace è l’aborto, e c’entra pure con il terrorismo
Le parole della beata non conoscevano mezzi termini
«Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò che è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Infatti, come un discorso imprudente trascina nell'errore, cosí un silenzio inopportuno lascia nell'errore coloro che potevano essere istruiti. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò che è giusto e, al dire di Cristo che è la verità, non attendono piú alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all'arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio»...
Shakespeare era cattolico. Ci crede anche Rowan Williams, l’ex leader della Chiesa anglicana
Gli inglesi, si sa, adottarono il nuovo calendario gregoriano, al posto di quello (obsoleto) romano, a denti stretti e con quasi due secoli di ritardo (nel 1752) perchè, asserì Voltaire, avevano preferito essere in disaccordo col sole piuttosto che d'accordo col papa. Accadde più o meno lo stesso in letteratura quando, nell'Ottocento, alcuni studiosi avanzarono timide ipotesi riguardo a possibili simpatie cattoliche da parte di Shakespeare. Apriti cielo: i baroni del mainstream risero in faccia a quei tapini e la questione fu (per loro) rapidamente archiviata. Ma la pista, ormai, era aperta...
Sri Lanka, 400mila persone in pellegrinaggio per onorare la santa madre di Maria e l’Assunta
Nel mese di agosto le mete di Thalawila e Madhu sono affollate di pellegrini, sia cattolici che non. Il 7 agosto è stata celebrata la festa della madre della Madonna, con tre giorni di ritiro spirituale e servizi medici per i più bisognosi. Il 15 agosto a Madhu celebrata l'Assunzione di Maria.
La sinistra nasconde i dubbi sulla maternità surrogata. In due libri le ragioni del 'no'
Padre Rebwar Basa è un iracheno di 38 anni, nato ad Erbil e ordinato sacerdote nel monastero di San Giorgio aMosul. Un religioso nella polveriera di questi anni, che ha vissuto in un Iraq dovei cristiani sono sempre più minoranza, perseguitata da tutti i gruppi islamici del paese e con una vita resa difficile anche dal potere ufficiale. Al Meeting di Rimini per tre giorni è venuto a raccontare la sua storia a chi visita la mostra sui martiri cristiani organizzata dalla onlus Aiuto alla Chiesa che soffre...
Teresa d’Avila e il danno dei confessori: «Cià che era peccato mortale mi dicevano essere veniale»
«C'era un ecclesiastico che risiedeva in quel luogo dove andai a curarmi, di ottima condizione sociale e di grande intelligenza; era anche colto, se pur non eccedeva in cultura. Cominciai a confessarmi da lui, avendo sempre amato le lettere, anche se gran danno spirituale mi arrecarono i confessori semidotti in quanto non riuscivo ad averli mai di così buona istruzione come era mio desiderio. Ho visto per esperienza che è meglio, se si tratta di uomini virtuosi e di santi costumi, che non ne abbiano nessuna, anzichè poca, perchè in tal caso nè essi si fidano di sè, ricorrendo a chi abbia una buona preparazione culturale, nè io mi fido di loro. Un vero dotto non mi ha mai ingannato. Nemmeno gli altri credo che mi volessero ingannare, salvo che non ne sapevano di più.Io, invece, pensando che sapessero, ritenevo di non dover far altro che prestare loro fede, tanto più che mi davano consigli di una certa larghezza, cioè che indulgevano a una maggiore libertà; d'altronde, se mi avessero stretto un po' i freni, io, miserabile qual sono, ne avrei cercato altri. Ciò che era peccato veniale mi dicevano che non era alcun peccato; ciò che era peccato gravissimo e mortale mi dicevano che era peccato veniale. Questo mi arrecò tanto danno che non è superfluo parlarne qui, per prevenire altre persone di così gran male; di fronte a Dio capisco che non mi serve di giustificazione, giacchè era sufficiente che le cose di per sè non fossero buone perchè dovessi guardarmene. Credo che a causa dei miei peccati Dio permise che essi s'ingannassero e ingannassero me. Io ingannai molte altre dicendo loro le stesse cose che erano state dette a me. Trascorsi in questa cecità credo più di diciassette anni, finchè un padre domenicano molto dotto mi aprì gli occhi su molte cose, e i padri della Compagnia di Gesù mi disingannarono del tutto, riempiendomi di spavento con il rimproverarmi così cattivi inizi, come dirò in seguito».
Kyrie eleison, Signore mostraci la tua benevolenza. La bellezza di un’invocazione bimillenaria
Il Kyrie eleison è una delle più antiche preghiere della liturgia cristiana. Vi sono espressioni simili in alcuni salmi e all'interno dei Vangeli: le testimonianze di un uso liturgico risalgono al IV secolo nella chiesa di Gerusalemme, e al V secolo nella messa di rito romano. E usata come preghiera litanica e risposta a determinate invocazioni. Nel rito tridentino viene pronunciato dopo l'atto penitenziale e subito dopo l'antifona di introito; nel rito ambrosiano viene detto all'atto penitenziale e ripetuto tre volte al termine della Messa, prima della benedizione finale. Il Kyrie, come viene generalmente abbreviato, fa anche parte delle messe cantate, essendone la parte immediatamente successiva all'introito. In seguito alla riforma liturgica, nel rito romano in lingua italiana Kyrie eleison è stato tradotto Signore, pietà e Christe eleison (Χριστa¼ a¼λIησον) con Cristo, pietà...
Espugnato e umiliato il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II: la rivoluzione sessuale in Vaticano
Riportiamo un commento del teologo Andrea Grillo, che ben descrive, appoggiandolo, il disegno che sta dietro le incredibili nomine ai vertici del «Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi sul matrimonio e la famiglia»: una svolta nell'impostazione del centro internazionale che è stato custode e promotore dell'autentico magistero della Chiesa in questo ambito (un'applicazione ad esso e alla teologia morale in generale dell'«ermeneutica della rottura» del Concilio Vaticano II denunciata da Benedetto XVI) e il superamento in particolare del lascito magisteriale su sessualità, vita e famiglia di Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Perchè sull’utero in affitto e l’uomo ridotto a merce anche Marx darebbe ragione alla Bibbia
Il commento del filosofo Diego Fusaro
Lussemburgo, lo stile dell’Annuncio. Se i sacerdoti vestono come consulenti finanziari
Inviati da Cristo per l'annuncio del Vangelo, abbiamo un messaggio da trasmettere, che si esprime sia con le parole, sia anche con i segni esterni, soprattutto nel mondo odierno che si mostra così sensibile al linguaggio delle immagini. L'abito ecclesiastico, come quello religioso, ha un particolare significato: per il sacerdote diocesano esso ha principalmente il carattere di segno, che lo distingue dall'ambiente secolare nel quale vive; per il religioso e per la religiosa esso esprime anche il carattere di consacrazione e mette in evidenza il fine escatologico della vita religiosa. L'abito, pertanto, giova ai fini dell'evangelizzazione ed induce a riflettere sulle realtà che noi rappresentiamo nel mondo e sul primato dei valori spirituali che noi affermiamo nell'esistenza dell'uomo. Per mezzo di tale segno, è reso agli altri più facile arrivare al Mistero, di cui siamo portatori, a Colui al quale apparteniamo e che con tutto il nostro essere vogliamo annunciare
«Chi salverà la Chiesa? Non pensate ai sacerdoti. Non pensate ai vescovi. Sta a voi, laici. Sta a voi ricordare ai sacerdoti di essere sacerdoti e ai vescovi di essere vescovi».
La mancanza di rispetto per la presenza reale di Dio nell'Eucaristia rende il cattolicesimo, per chi ne è al di fuori, poco credibile. Questo è ciò che ha compreso lo scrittore americano Patrick Madrid parlando con un mormone. Ha raccontato questo incontro istruttivo nel suo libro «Life Lessons. Fifty Things I Learned in My First Fifty Years» (Lezioni di vita. Cinquanta cose che ho imparato nei miei primi cinquant'anni).
La lezione dimenticata di Borsellino: legalizzare la droga non serve a combattere la criminalità
Il giudice Borsellino è considerato un grande uomo, un vero saggio, da molti solo finchè dice cose che questi molti vogliono sentir dire. Quando parla contro la legalizzazione della droga, allora, anche Borsellino «non capisce niente». Come al solito, di fronte a parole esplicite come queste, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Cosa il beato Bossilkov, il vescovo fucilato dai comunisti, protegge i cattolici della Bulgaria
Ogni domenica i fedeli si riuniscono per la messa nell'ex bar, trasformato in cappella. Succede a Gabrovo, che oltre a essere la città natale di Christo, l'artista originario della Bulgaria autore della passerella sul lago d'Iseo, è un luogo-simbolo del «rinascimento» nazionale, dove sono fiorite numerose attività commerciali e manifatturiere. Situata nel centro geografico del Paese, è conosciuta da queste parti come la «Manchester bulgara»...
Praga. Il card. Duka critica l’apertura scriteriata all’immigrazione. Il suo giornale lo censura
Il sito Novinky.cz, ripreso poi da altri siti della Repubblica Ceca, raccontava ieri di un articolo a firma del cardinale Dominik Duka, arcivescovo di Praga dal 13 febbraio 2010, scritto all'indomani dell'assassinio in Francia di padre Jacques Hamel e pubblicato sulla sua pagina Facebook dopo che il suo testo sia stato rifiutato da un prestigioso settimanale cattolico (Katolický týdeník) . Il porporato, che già in passato si era espresso con riflessioni critiche su quanto aveva detto Papa Francesco sull'accoglienza di rifugiati, ora nel suo articolo mette in guardia contro 'una politica di accettazione sproporzionata e sconsiderata dei rifugiati'. La cautela che propone il porporato nei confronti dei migranti musulmani ha provocato subito alcune polemiche e sicuramente non si fermeranno facilmente...
Cornelio Fabro: siamo di fronte all’irrompere di una «pornoteologia» che si abbevera al mondo
La difficoltà e la prova della fede è quella di essere nuovi nell'antico ed originali nel permanente, poichè appartiene all'uomo di essere produttivo con la libertà nell'ambito della verità ad ogni livello, anche in quello della fede e della salvezza.
Nella confusione morale e dottrinale, anche cercare un direttore spirituale richiede somma prudenza
..Circa la direzione spirituale posso dirti che oggi è davvero molto difficile trovare una guida davvero adatta a tale scopo. Non è colpa tua se oggi molti preti sono contaminati dallo spirito modernistico e quindi non sono idonei a dirigere un'anima nel cammino di perfezione cristiana. Molti di loro non hanno mai letto un buon manuale di ascetica! Io penso che se tu avessi trovato un Padre Felice Cappello, un Padre Garrigou-Lagrange, un Padre Tanquerey, saresti stato felicissimo di farti dirigere spiritualmente da uno di loro. Invece affidare la propria anima a un prete modernista sarebbe come farsi operare al cuore da un tizio che non ha studiato chirurgia. Dice San Francesco di Sales che se un direttore non è ricco di dottrina, carità e prudenza, c'è pericolo nel farsi dirigere da lui...
Oggi è vietato parlare di «eresia». Per combatterla San Domenico fondà invece un ordine glorioso
Probabilmente senza San Domenico di Guzman la Chiesa Cattolica avrebbe riportato risultati di poco conto nell'arginare la diffusione del catarismo e dell'eresia valdese. Il suo nome si lega indissolubilmente all'arte della predicazione, non solo per fare esegesi evangelica, ma soprattutto per evangelizzare la popolazione che era stata sedotta dalle parole fascinose degli eresiarchi. San Domenico di Guzman è il fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori, monaci legati dal voto di castità e di povertà e votati allo studio e ad una ampia formazione intellettuale atta a sfidare e battere gli eretici...
Ci voleva un musulmano a smascherare la Cirinnà : con le unioni gay è un diritto anche la poligamia
Prime coppie omosex unite civilmente all'ombra della Madonnina a Milano. Hamza Piccardo, ex dirigente dell'Unione delle comunità islamiche (Ucoii), sulla sua pagina Facebook così commenta il rito presieduto del neo sindaco Beppe Sala: «Se è solo una questione di diritti civili, ebbene la poligamia è un diritto civile. Lo Stato regolamenti le nozze plurime. Non si può vietare di avere più mogli»
«Da tanti anni i nostri nemici non sono riusciti a farci morire. Ora ci tocca morire per mano del nostro Padre. Va bene, andiamo a morire»: sono le parole durissime, che il Vescovo emerito di Hong Kong, card. Joseph Zen Ze-kiun, ha ripreso da un sito Internet cattolico, per fotografare lo stato odierno degli ambigui rapporti diplomatici sussistenti fra Cina e Vaticano, rapporti in cui la prospettiva di un compromesso - ovvero di una resa della Santa Sede - pare profilarsi in modo più che concreto col rischio che la Chiesa clandestina, fedele a Roma, venga gettata nelle fauci dell'Associazione Patriottica, totalmente controllata dal regime comunista cinese.
La luce del Tabor, preannuncio della nostra esistenza gloriosa. A tu per tu con il Signore
Molti sono i motivi sui quali la liturgia vuole attirare l'attenzione dei fedeli in questa festa: la manifestazione trinitaria, seconda dopo quella del battesimo; la «metamorfosi» di Cristo «splendore del Padre»; la divinizzazione della natura umana, ottenebrata in Adamo e ora illuminata; la connessione tra croce e gloria, poichè i tre apostoli testimoni della trasfigurazione lo saranno anche della passione nell'orto degli Ulivi; la supremazia assoluta del Redentore, Signore dei vivi e dei morti, del passato e del presente, che sul Tabor ha vicini Mosè ed Elia, rappresentanti la Legge e i Profeti, di cui Egli è il compimento.
Francesco d’Assisi, il «fondamentalista» che andà in Terra Santa per convertire i musulmani
... Ma cos'è il «fondamentalismo»? Significa: applicazione letterale dei testi sacri. Nella storia cattolica è proprio san Francesco colui che ha predicato l'applicazione del Vangelo alla lettera, «sine glossa»... «Francesco vedeva nella crociata anzitutto l'occasione del martirio e nel martirio la forma più alta e più pura della testimonianza cristiana» (Cardini).
Abusi liturgici: perchè il fedele è tenuto a denunciarli all’autorità ecclesiastica competente
Il Codice di Diritto Canonico afferma (can. 212, § 2) che «i fedeli hanno il diritto di manifestare ai Pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri».«In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona».E importante parlare con la persona ed esporre l'errore. Se è necessario riprendere bisogna farlo con amore, ma non evitare di farlo, perchè l'omissione provocherebbe un male maggiore...
Russia, cinquemila nuovi luoghi di culto in sei anni. Forte aumento anche del clero ortodosso
Forte crescita del numero di chiese e di chierici ortodossi russi negli ultimi sei anni. Le cifre sono state date dal patriarca di Mosca Cirillo, il quale, in un'intervista a Interfax, ha reso noto che a partire dal 2010 si è registrata l'apertura di cinquemila nuovi luoghi di culto mentre sono stati diecimila i nuovi chierici. Una tendenza che, secondo il patriarca, testimonia il forte bisogno di Chiesa da parte dei russi, giacchè «non può esserci una simile crescita della Chiesa se non vi è nessuna richiesta da parte dei fedeli. Ecco perchè proviamo particolare gioia quando poniamo le fondamenta per erigere nuove chiese»...
Omosessualizzazione dei seminari: la corruzione morale va di pari passo con quella della dottrina
Una bomba che sconvolge la Chiesa irlandese ma che deve aprire gli occhi sulla realtà gay tra i preti dell'intera Chiesa cattolica. Il clamoroso gesto dell'arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, che ha ritirato i propri seminaristi dal famoso seminario nazionale di Maynooth a causa della cultura gay che regna in quella istituzione, è destinato a provocare un terremoto nella Chiesa irlandese. Martin è infatti uno dei quattro vescovi che fa parte del comitato dei garanti di Maynooth, un simbolo della Chiesa irlandese, un seminario fondato nel 1795 e preparato per accogliere 500 seminaristi. La crisi post-conciliare e i gravi scandali di pedofilia che hanno sconvolto la Chiesa irlandese hanno comportato un calo drastico delle vocazioni e attualmente ci sono una sessantina di seminaristi, destinati ulteriormente a calare alla riapertura del seminario a settembre. Oltre ai tre della diocesi di Dublino, che verranno inviati a studiare al Collegio irlandese a Roma, indiscrezioni parlano di altri sei seminaristi che avrebbero deciso di uscire per le molestie ricevute....
Diaconesse, quando Ratzinger e Wojtyla sbarrarono la strada alle iniziative ambigue
..Da taluni Paesi sono pervenute ai nostri Dicasteri alcune segnalazioni di programmazione e di svolgimento di corsi, direttamente o indirettamente finalizzati all'ordinazione diaconale delle donne. Si vengono così a determinare aspettative carenti di salda fondatezza dottrinale e che possono generare, pertanto, disorientamento pastorale...
La Chiesa «aperta» di oggi? Nessuna sorpresa. Karl Rahner l’aveva prevista esattamente 45 anni fa
...Per dire la cosa in sintesi, la Chiesa di Karl Rahner doveva essere declericalizzata, democratica, aperta e dalle porte aperte, strutturata a partire dalla base, ecumenica, che non moralizza. Ecco come egli vedeva la Chiesa del prossimo futuro, oggetto e soggetto insieme di una «trasformazione strutturale». Non si trattava di una predizione, ma di un «compito» da portare avanti intendendolo come «chance», come possibilità per la Chiesa di continuare ad essere e ad esserci..
Pakistan, la legge contro la blasfemia continua a fare vittime. Nel silenzio generale
l Pakistan - dove tra 200 milioni di musulmani vivono circa 4 milioni di cristiani e altrettanti indù - ha una delle leggi più dure, tra i paesi a maggioranza islamica, contro la blasfemia, che include una vasta gamma di azioni o commenti che possono essere interpretati come 'diffamazione dell'Islam'. La legge introdotta nel 1986 dal dittatore Mohammad Zia-ul-Haq senza alcun passaggio parlamentare, prevede anche l'ergastolo o la pena di morte, ma in molti casi viene abusata e tirata in ballo per risolvere vendette personali.Secondo dati della Commissione «Giustizia e pace» dei vescovi del Pakistan, 200 cristiani, 633 musulmani, 494 ahmadi e 21 indù (oltre 1300 casi) sono stati denunciati per blasfemia dal 1987 al 2013. Nel 2014 le denunce registrate sono state 1400, mentre negli ultimi 30 anni 70 accusati di blasfemia sono stati vittime di esecuzioni extragiudiziali.
... Perciò i Pastori - ricordava Eusebio - devono esortare i fedeli a non considerare le città del mondo come la loro dimora stabile, ma a cercare la Città futura, la definitiva Gerusalemme del cielo. Questa «riserva escatologica» consente ai Pastori e ai fedeli di salvare la scala giusta dei valori, senza mai piegarsi alle mode del momento e alle pretese ingiuste del potere politico in carica. La scala autentica dei valori - sembra dire la vita intera di Eusebio - non viene dagli imperatori di ieri e di oggi, ma viene da Gesù Cristo, l'Uomo perfetto, uguale al Padre nella divinità, eppure uomo come noi. Riferendosi a questa scala di valori, Eusebio non si stanca di «raccomandare caldamente» ai suoi fedeli di «custodire con ogni cura la fede, di mantenere la concordia, di essere assidui nell'orazione»
I legionari martiri di Sebaste. «Per noi esiste una sola vita: la morte per Cristo»
Quando il crudele Licinio (308-323), che era stato associato all'imperatore san Costantino mise termine alla dissimulazione e ruppe l'intesa con lui, pubblicò degli editti contro i cristiani e inviò in tutte le province dei magistrati incaricati di eseguire i suoi ordini, mettendo a morte tutti coloro che non volevano piegarsi. Il governatore designato per la Cappadocia e la Piccola Armenia, Agricolao, era uno dei più zelanti esecutori degli editti di persecuzione e aveva convocato nella città in cui risiedeva, Sebaste, la dodicesima legione imperiale, guidata dal comandante Lisia e soprannominata Fulminante. Quaranta soldati di questa legione, uomini giovani, esperti e stimati, si rifiutarono di sacrificare agli idoli dell'impero e si dichiararono cristiani. Originari di luoghi diversi, ma uniti come se fossero un solo uomo nella fede e nella carità, si presentarono, uno alla volta, davanti al governatore, allo stesso modo degli atleti quando si iscrivono nel giorno del combattimento, rinunciando alla loro vera identità e dicendo: 'Sono Cristiano!' Agricolao, inizialmente, cercò di convincerli con dolcezza, lodando le loro particolari imprese e promettendo favori da parte dell'imperatore qualora si fossero sottomessi ai suoi ordine. I santi gli risposero per mezzo della voce di uno solo di loro: 'Se, come tu dici, abbiamo combattuto valorosamente per l'imperatore della terra, con quanto più ardore combatteremo per il Sovrano dell'Universo. Poichè per noi esiste una sola vita: la morte per Cristo'. Gettati in prigione, in attesa di comparire nuovamente, i valorosi combattenti della pietà caddero in ginocchio, pregando il Signore di mantenerli saldi nella vera fede e di fortificarli nel combattimento. Mentre trascorrevano la notte cantando salmi, il Cristo apparve loro e disse: 'Avete iniziato bene, ma la corona sarà concessa soltanto a chi resisterà sino alla fine'...
«Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate»
«Vi sono ambienti, che esercitano notevole influenza, che cercano di convincerci che non bisogna inginocchiarsi. (…) L'inginocchiarsi non è solo un gesto cristiano, è un gesto cristologico. Il passo più importante sulla teologia dell'inginocchiarsi è e resta per me il grande inno cristologico di Fil 2,6-11. (…) Il gesto umile con cui noi cadiamo ai piedi del Signore, ci colloca sulla vera via della vita, in armonia con tutto il… cosmo. (…) L'incapacità a inginocchiarsi appare addirittura come l'essenza stessa del diabolico (…), chi impara a credere, impara a inginocchiarsi; una fede o una liturgia che non conoscano più l'atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale. Dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo nuovamente apprenderlo, così da rimanere con la nostra preghiera nella comunione degli apostoli e dei martiri, nella comunione di tutto il cosmo, nell'unità con Gesù Cristo stesso».
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«Ratzinger ci ha esortato ad arrivare alla verità delle cose»
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«Nella fede una diversità ragionevole non può trasformarsi in relativismo»
Leggendo l’ultimo libro del cardinale cinese Joseph Zen abbiamo immaginato una intervista con il porporato. Le risposte sono le sue parole presenti nel testo