Niente di più di una «leggenda nera», adattissima alla fantasia dei romanzieri, ma priva di riscontro nelle fonti storiche. E la tesi, diffusa nell'immediato dopoguerra e radicatasi nel tempo, di un coinvolgimento diretto della Chiesa - da papa Pio XII ai suoi più diretti collaboratori, dagli organismi umanitari alle diocesi e alle associazioni ecclesiali - nell'agevolare vie di fuga per i criminali nazisti dall'Europa liberata dagli Alleati. Si intitola «Oltre la leggenda nera. Il Vaticano e la fuga dei criminali nazisti» (Mursia) il libro di Pierluigi Guiducci, docente di Storia della Chiesa presso il Centro diocesano di teologia per i laici «Ecclesia Mater» della Pontificia Università del Laterano, frutto di dieci anni di lavoro negli archivi di 14 Paesi diversi.La cosiddetta Rete Odessa avrebbe dovuto aiutare i nazisti a lasciare Germania, Francia, Croazia, Europa dell'est per imbarcarsi verso l'America latina, in particolare Argentina, Bolivia e Paraguay. Punto di snodo di questi itinerari erano i porti italiani di Genova e Napoli ed è qui che nasce l'ipotesi del coinvolgimento delle strutture ecclesiali impegnate nell'assistenza umanitaria alle centinaia di migliaia di profughi che si erano riversati in Italia dalle stesse zone.«Occorre fare una distinzione - afferma Guiducci - tra la fuga dei criminali e quella dei profughi».Questi erano privi di tutto: vestiti, cibo, denaro, documenti. Molti di loro erano apolidi, perchè il territorio dal quale provenivano era passato sotto una diversa nazionalità. Verso questi uomini, donne, bambini segnati da vicende terribili e bisognosi di aiuto si profuse l'impegno delle organizzazioni umanitarie ecclesiali e non solo. «I criminali nazisti - prosegue Guiducci - avevano sia soldi che conoscenze. Non va dimenticato che fino al 1943 e all'armistizio con gli anglo-americani, l'Italia era stata alleata del Terzo Reich e quindi i nazisti potevano muoversi con relativa facilità sul territorio». Le SS, inoltre, disponevano di una sezione specializzata per la preparazione di documenti: «Non avevano problemi ad assumere l'identità di un'altra persona, magari morta in un campo di concentramento».«I criminali nazisti - è la tesi di Guiducci - riuscirono a farla franca in molti casi, sia pure non sempre, perchè si mescolarono ai profughi». Senza più divisa, con documenti falsi, in compagnia magari di moglie e figli piccoli, sfuggirono ai controlli.Controlli - e questo è un altro punto rilevante della ricostruzione storica - che furono poco severi per un mix di ragioni, pratiche e politiche. Guiducci ha lavorato sui testi delle direttive indirizzate in quel periodo ai prefetti italiani a proposito dei profughi: «L'idea centrale era: mandarli via il più presto possibile. L'Italia bombardata del dopoguerra non ha le risorse per accoglierli e mantenerli».La «leggenda nera» dell'aiuto della Chiesa nella fuga dei criminali nazisti è servita anche a tenere in ombra le responsabilità degli Alleati in questa vicenda: «Gli Stati Uniti accolsero più di 2 mila nazisti utilizzandone l'intellighentia, tra l'altro, nel settore della missilistica e dell'intelligence». Era mutato, infatti, il quadro politico: «La nascita della Cortina di ferro e l'inizio della Guerra fredda resero necessario l'impiego di spie da inviare in Unione Sovietica: chi meglio degli ex nazisti che conoscevano quei territori e ne parlavano la lingua?».«Ci fu un silenzio complice - sottolinea Guiducci nell'intervista ad Aleteia -: da un lato si portava in luce la Shoah, dall'altro si nascondevano i fascicoli degli eccidi nazisti negli «armadi della vergogna», girati verso il muro perchè i resoconti non fossero trovati».Da fonti quali gli archivi dell'intelligence inglese, che aveva messo a punto una macchina per decrittare i messaggi segreti dei nazisti, non risulta nulla a proposito di una «strada dei monasteri», cioè rifugi costituiti da parrocchie, conventi e istituti religiosi che avrebbero ospitato i criminali in fuga: «I criminali nazisti - afferma Guiducci - furono aiutati dai loro complici che non erano strutture cattoliche. Nei report dell'intelligence non emerge la citazione di nessun convento o monastero. Non si può escludere che qualche criminale vi abbia transitato, ma questo è diverso dal sostenere che siano stati luoghi che abbiamo protetto la fuga con la volontà di coprire dei criminali. Questo non risulta da nessuna parte».
Il Medio Oriente è sconvolto dalla tempesta delle guerre, del terrorismo e delle pulizie etnico-religiose. Ma la tempesta passerà, e anche i cristiani non spariranno dalle terre dove è nato Gesù e si è diffuso il primo annuncio cristiano. Il cardinale libanese Boutros Bechara Rai, Patriarca di Antiochia dei maroniti, non sembra contagiato dai toni catastrofici che segnano tanti interventi di altri vescovi e Patriarchi mediorientali. Lui dà ragione con accenti appassionati della speranza cristiana che lo anima anche riguardo al futuro del Vangelo in quella parte del mondo...
La «morale» del PCI di Enrico Berlinguer e quei milioni di dollari (sovietici) di fondi neri
Il nuovo libro del bravissimo storico Ugo Finetti «Botteghe oscure. Il Pci di Berlinguer & Napolitano» edito dalla milanese Ares, racconta tutto per filo e per segno.
«Si tratta di una mercificazione. Già l'idea di «comprarsi» un bimbo, per giunta sottraendolo alla donna che lo porta in grembo per nove mesi, mi sembra una follia. Ma la questione è ancora più grave se si pensa che alcune coppie persino scelgono le caratteristiche fisiche del bambino: il colore degli occhi, dei capelli, l'altezza… Così si arriva all'eugenetica, alle teorie del dottor Mengele. Trovo tutto ciò abominevole prima ancora che una forma di sfruttamento del ricco sul povero».
Diceva il mariologo padre Angelo Tentori, uno dei principali studiosi delle apparizioni alla piccola Adelaide Roncalli, nel 1944: «Non riesco prorpio a capire come si possa rimanere inermi di fronte alla tremenda attualità dei messaggi della Madonna delle Ghiaie, della Regina della Famiglia. Assistiamo ad una terribile crisi della famiglia: conflitti tra coniugi, distanza insanabili tra genitori e figli, separazioni, divorzi, la famiglia è fragile al punto di non riuscire più ad assolvere ai compiti che le erano propri».
Rileggere il documento capolavoro di Ratzinger sulla cura pastorale delle persone omosessuali
« Il problema dell'omosessualità e del giudizio etico sugli atti omosessuali è divenuto sempre più oggetto di pubblico dibattito, anche in ambienti cattolici. In questa discussione vengono spesso proposte argomentazioni ed espresse posizioni non conformi con l'insegnamento della Chiesa Cattolica, destando una giusta preoccupazione in tutti coloro che sono impegnati nel ministero pastorale. Di conseguenza questa Congregazione ha ritenuto il problema così grave e diffuso da giustificare la presente Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali, indirizzata a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica».
Con 173 voti favorevoli e 71 contrari è passato dunque il maxiemendamento sulle unioni civili imposto dal governo grazie all'accordo tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il segretario dell'NCD Angelino Alfano. Determinanti sono stati anche i voti di 18 senatori del gruppo Ala, quello di Denis Verdini. Ora il testo passa alla Camera, dove la maggioranza Pd è schiacciante e si dovrebbe arrivare velocemente a trasformare il ddl in legge. Come abbiamo già scritto ieri quello approvato al Senato è un pessimo testo, che solo con molta fantasia si può definire un compromesso. Lo stralcio della stepchild adoption si è trasformato in qualcosa di peggio visto che ora i giudici hanno il potere di decidere anche sull'adozione in generale per le coppie omosessuali. E la cancellazione dell'obbligo di fedeltà nelle relazioni gay - che nelle intenzioni servirebbe per differenziare le unioni civili dal matrimonio - rischia di ritorcersi proprio contro la famiglia naturale: un gruppo di parlamentari PD (tra cui non poteva mancare la Cirinnà) ha già pronto un ddl di una sola riga, che prevede la cancellazione dell'obbligo di fedeltà dal codice civile, ovvero anche nei rapporti matrimoniali.A fronte di tutto ciò Alfano continua a parlare trionfante come se avesse strappato chissà quale successo, non facendosi venire qualche dubbio neanche davanti alle durissime parole di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difediamo i Nostri Figli, che parla di tradimento del popolo del Family Day, consumato con «una strategia antidemocratica e una cultura menzognera». «Il maxiemendamento - ha detto Gandolfini - tradisce le richieste del Family Day perchè di fatto introduce il matrimonio gay in Italia. Per quanto riguarda il metodo, si tratta di una pratica inaccettabile e sconcertante».Alla fine di questa lunga maratona è comunque giusto ringraziare quei pochi parlamentari che si sono battuti fino all'ultimo contro questo sopruso, che hanno confidato almeno (seppur invano) nel rispetto delle regole parlamentari, che hanno cercato di proporre le loro ragioni malgrado il governo abbia cercato di tagliare in tutti i modi la discussione: oltre al gruppo della Lega, bisogna ricordare almeno i senatori Carlo Giovanardi e Lucio Malan.Per quanto ci fosse la possibilità in Senato di arrivare a un risultato migliore, sono stati stritolati dall'insana alleanza di partiti e parlamentari (anche cattolici) decisi a varare una legge che promuova le unioni civili. Ed è utile ricordare tutti i protagonisti di questa triste svolta dell'Italia:Matteo Renzi e il PD: è certamente il colpevole numero uno. Spalleggiato dall'inseparabile ministro Maria Elena Boschi, è ferocemente determinato a portare a casa il successo sulle unioni civili, come se dovesse accontentare qualcuno da cui dipende la sopravvivenza al governo. Il voto di fiducia sul maxi-emendamento è stato soltanto l'ultimo espediente per tappare la bocca a chi si oppone, ricompattando il proprio partito attraversato da molte tensioni e mal di pancia. Come segretario del Pd è stato l'artefice della violazione della Costituzione laddove fissa le procedure per varare una legge: procedure saltate, Parlamento usato come fosse al proprio servizio, e imposizione di un voto di fiducia che non avrebbe neanche potuto proporre (sempre secondo la Costituzione) perchè formalmente non si trattava di un decreto del governo. Ha commentato il voto del Senato affermando che «ha vinto l'amore», facendo il verso al «love is love» (l'amore è amore) del presidente americano Barack Obama. Affermazione comunque da brivido se passa l'idea che il Parlamento debba giudicare l'amore.Angelino Alfano e l'NCD: L'ultima perla è stata, dopo il voto di ieri sera, citare l'enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II, che al numero 73 afferma: «Quando non fosse possibile scongiurare o abrogare una legge (intrinsecamente ingiusta), un parlamentare la cui personale assoluta opposizione... fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuire gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica. Così facendo infatti non si attua una collaborazione illecita a una legge ingiusta, piuttosto si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli effetti iniqui». Tale passaggio in realtà si riferiva al caso dell'aborto, ma Alfano dimentica che già le parole citate escludono questa giustificazione, perchè si fa il caso in cui sia impossibile scongiurare o abrogare una legge: sul ddl Cirinnà la possibilità di fermarla c'era, ma Alfano e i suoi hanno voluto questa legge, convinti che comunque la regolazione di queste unioni sia doverosa (cosa più volte ripetuta).Alfano dimentica inoltre tutta la prima parte del no. 73 della Evangelium Vitae che raccomanda, dinanzi a leggi ingiuste, l'obbedienza a Dio piuttosto che agli uomini, l'opposizione chiara alla legge fino all'obiezione di coscienza, «la forza e il coraggio di andare in prigione o essere ucciso di spada». E evidente invece che semmai Alfano dovesse andare in prigione non è certo per la difesa della famiglia e della vita. Per puro calcolo politico (leggi: poltrone) l'NCD non ha mai preso in considerazione la possibilità di impedire al ddl Cirinnà di arrivare in porto, ha solo cercato qualche modifica sperando di salvare capra e cavoli: il posto al governo e il sostegno del mondo cattolico. Perderà tutti e due.Denis Verdini. Di lui parliamo a parte ma ricordiamo quanto i suoi voti (18) siano stati determinanti per far passare il maxi-emendamento in Senato.Piero Grasso: Il presidente del Senato si è comportato in un modo scandaloso, favorendo in tutti i modi l'aggiramento di norme costituzionali e regolamenti che avrebbero rallentato la corsa del ddl Cirinnà. Così il Senato ha approvato un provvedimento che non è mai stato discusso, nè in Commissione nè in Aula, e Grasso invece di fare l'arbitro ha preso parte direttamente alla gara.La Chiesa italiana: Grande protagonista di questi ultimi mesi è stato il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, che arrogandosi un potere che gli Statuti della Conferenza episcopale non gli riconoscono, ha guidato le voci nella Chiesa che chiedono il sì alle unioni civili e il no alle adozioni, evitando di portare confusione tra unioni civili e matrimonio. Galantino è stato l'interlocutore privilegiato dei parlamentari cattolici del centro-sinistra e dietro di lui altri vescovi hanno recentemente invitato al compromesso per evitare lacerazioni nella società. A conferma di questa lettura, si noti l'imbarazzo del quotidiano Avvenire (sotto il diretto controllo di monsignor Galantino) che ieri - non volendo criticare il contenuto del maxi-emendamento - ha criticato (ma in punta di penna, come si dice) la decisione di procedere con il voto di fiducia.
Pakistan: i cristiani chiedono la canonizzazione di Shahbaz Bhatti, martire della libertà religiosa
Fu il primo e l'unico ministro federale per le minoranze religiose. Dopo la sua morte, avvenuta il 2 marzo 2011 per mano di fondamentalisti, il ministero è stato declassato a semplice dipartimento del Ministero per gli Affari religiosi
Il card. Müller, prefetto della Dottrina della Fede: «Non è possibile un matrimonio tra due uomini»
«I politici devono servire la comunità e non imporre una falsa ideologia»
«In Occidente mi si accusa di sostenere il presidente Assad. Ma coloro che danno di queste lezioni vengano sul posto per rendersi conto del terrore che gli islamisti ci incutono». A dichiararlo è il patriarca greco melkita Gregorios III Laham in un'intervista pubblicata oggi sul sito «L'Oeuvre d'Orient» e nella quale si sofferma sulla crisi siriana. L'ottantaduenne patriarca, siriano di nascita, parla del «martirio del suo Paese» e accusa le «grandi potenze che si rifiutano, dice, «di combattere Stato islamico con i mezzi necessari» contrastando invece il regime. «Non temo solo per i cristiani ma per tutto il popolo siriano. Le bombe stanno cadendo ovunque. Gli americani, i russi, gli inglesi, i francesi, i turchi, e anche Israele ci bombardano, come è avvenuto lo scorso dicembre per eliminare un membro di Hezbollah, presente a Damasco. Tutto questo, dicono, per sbarazzarsi di Daesh e e portarci la pace. Ma in attesa di questa pace che non viene, a essere uccisi sono civili siriani. Uomini, donne, bambini che muoiono ogni giorno a decine». «Le grandi potenze ci accusano di sostenere una dittatura, ma il nemico non è Assad è Daesh con le sue legioni straniere, ceceni, giordani, tunisini, sauditi, e anche europei che vengono ad occupano le nostre terre. E da loro che dobbiamo liberarci. Il popolo siriano soffre il martirio. Quasi cinque anni di guerra, e il pedaggio è pesante: tra 250 000 e 300 000 morti, migliaia di feriti, sfollati, orfani, e l'Occidente sta ancora parlando e sempre dell'uscita di Assad. Ma mai di quella dei terroristi. Sono quelli scacciano i cristiani dalle loro case, che sgozzano i siriani che osano affrontarli. Per quanto tempo ancora dovremo vivere sotto il giogo di questi assetati di sangue?». «Devo aiutare tutti i siriani - conclude - poco importa a quale religione appartengano. Bisogna preparare il dopo guerra e ritrovare la voglia di ricostruire insieme la Siria».
Umberto Eco, quel riso dissacratorio dell’ordine naturale e cristiano di un apologeta mancato
Il 23 febbraio 2016 si è svolto a Milano il «funerale laico» dello scrittore Umberto Eco, morto il 19 febbraio a 84 anni. Eco è stato uno dei peggiori prodotti della cultura torinese ed italiana del XX secolo. La sua ascendenza torinese va sottolineata perchè il Piemonte è stato una fucina di grandi santi nel XIX secolo, ma anche di intellettuali laicisti e anti-cattolici nel ventesimo...
Fermata la «stepchild adoption», ma non basta. Anche il resto del DDL Cirinnà è aberrante
Martedì 23 febbraio, Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato «Difendiamo i nostri figli», ha tenuto un'affollata conferenza nella sala Nassirya del Senato per ribadire le posizioni del Comitato sul ddl Cirinnà e sui tentativi del governo di modificare il testo con eventuali stralci ad alcuni articoli. Un testo da leggere, da meditare e da diffondere.
La Commisione Europea sfilerà alla carnevalata LGBT di Amsterdam. Il fondo del barile
L'evento, il cui slogan recita «Join our Freedom» (Unisciti alla nostra libertà), avrà il suo momento clou nella sfilata lungo il canale Prinsengracht e il fiume Amstel che si terrà sabato 6 agosto.
«Perchè la firma di persone ricche, famose e potenti dovrebbe valere più di quella delle persone comuni?». Alla lettera-appello di 400 Vip per approvare la legge Cirinnà «così com'è», la risposta di una moltitudine di tutt'altro segno:«L'elenco dei cosiddetti vip che chiedono la legge sulle unioni civili dimostra una sola cosa: che questo provvedimento è voluto dalle solite potentissime lobby. Ma le leggi si fanno per il bene del popolo, non delle èlite. E ai 400 Very Important People noi rispondiamo con i tantissimi Very Normal People che questa legge non la vogliono perchè distrugge la famiglia. Siamo casalinghe, disoccupati, studenti, impiegati, commercianti, persone con una faticosa e insieme meravigliosa routine quotidiana, non avremo mai una copertina sui rotocalchi ma non potete ignorarci: noi siamo il paese reale.Sottoscrivi anche tu l'appello.
Rileggere Paolo VI: «Non sminuire in nulla la dottrina, è eminente forma di carità verso le anime»
«Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo, è eminente forma di carità verso le anime. Ma ciò deve sempre accompagnarsi con la pazienza e la bontà di cui il Redentore stesso ha dato l'esempio nel trattare con gli uomini. Venuto non per giudicare, ma per salvare, egli fu certo intransigente con il male, ma paziente e misericordioso verso i peccatori».
«Il ruolo del MpV di fronte a tutto questo è di stare in prima linea come sempre ha fatto»
Avete mai visto «October Baby», storia di una ragazza sopravvissuta all’aborto?
«L'aborto […] è un crimine» (Papa Francesco, conferenza stampa sul volo di ritorno dal viaggio apostolico in Messico, 18 febbraio 2016).
Arriva «Risen», film sulla Risurrezione. Parla il produttore, cristano caldeo fuggito dall’Irak
Un film non kolossal ma onesto, che parla della storia più affascinante e vera di sempre. E che spinge il pubblico a interrogarsi. Seriamente. Il suo produttore, Pete Shilaimon, cristiano caldeo, è fuggito dall'Irak di Saddam Hussein per non essere costretto a vivere la fede nel nascondimento e nella verogna. Il film sarà in Italia a Pasqua.
Nostra Signora dello Sri Lanka è la Madonna di Lourdes e protegge il Paese dalla cristianofobia
Il più grande dono del Paese, dice il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo
Di cosa parliamo veramente quando parliamo di diritti civili? Quando si combatte una battaglia sarebbe bello farlo in modo leale. Il mondo Lgbt per la sua crociata ha deciso di puntare sul piagnisteo, usando l'espressione «diritti civili». Usurpando un'espressione che nell'immaginario collettivo richiama immediatamente le lotte degli afroamericani, quelle sì, per i diritti civili, il movimento Lgbt compie però una profonda scorrettezza ideologica. I diritti civili, cioè le libertà di pensiero, espressione, associazione, elettorato non sono negati a nessun cittadino italiano, mentre l'oggetto delle richieste che ruotano intorno alla Cirinnà è tutto un altro.
Che nel ddl Cirinnà non si preveda l'obiezione di coscienza spiega peraltro perchè, dopo la rapida approvazione avvenuta alla Camera nel settembre 2013, il Senato abbia abbandonato la trattazione del ddl Scalfarotto sull'omofobia: le previsioni contenute in quest'ultimo sono implicitamente riprese, amplificate e rese più efficaci nell'altro. In assenza di ragionevolezza sul punto, una questione di tale gravità giustificherebbe la rottura di una maggioranza. Non ci si può limitare a dire «non concordo» e poi condividere posti di governo con gli artefici della prepotenza istituzionale: la follia ha reso così ciechi da lasciar passare, insieme con la distruzione della famiglia, anche la concreta compressione delle libertà di ciascuno di noi?
Ripubblichiamo la micidiale e insuperata recensione, apparsa sulla Civiltà Cattolica del settembre 1981, con cui il teologo e brillante critico letterario gesuita mise a nudo per la prima volta il vero messaggio de «Il nome della rosa», un bestseller «tutto costruito a specchi deformanti in serie sistematica e tattica strisciante, a discredito e derisione (anche se fa poi ridere così poco) di tutti i valori della Chiesa, della religione, dell'etica, della civiltà e della vita».
Venerdì scorso passavo frettolosamente da casa dei miei, piena di ricordi di mio padre, come il suo quadro più bello: un minatore esanime trasportato su una barella dai compagni (mio padre stesso in miniera un giorno rischiò la vita e restò mutilato)...
Kirill sull’incontro con il Papa: a Cuba si è parlato di come evitare una nuova guerra mondiale
Il patriarca di Mosca Kirill sul vero motivo che ha portato allo storico incontro con Papa Francesco a Cuba.
Il tragicomico naufragio in Aula del 16 febbraio è il frutto avvelenato di questa sconsiderata e arrogante conduzione, tutto finalizzato non a garantire i diritti o a eliminare discriminazioni ma ad introdurre surrettiziamente le unioni civili fra coppie omosessuali parificandole al matrimonio con palese volontà di aggirare l'art. 29 della Costituzione.
La democrazia inascoltata. La maggioranza degli italiani è contro unioni LGBT e stepchild adoption
I numeri, certamente, non sono tutto, ma molti politici, almeno proprio quelli che sui numeri calcolano le proprie strategie politiche e morali, farebbero bene a tenerli comunque in considerazione per evitare di disdegnare l'opinione reale di tutti quegli elettori che un domani potrebbero a loro volta disdegnarli.
Le icone gay-friendly create dalla Apple un anno fa. Oggi sempre più di moda
L'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, che ha ricevuto la prima formazione in CL, ha celebrato ieri la Messa nell'undicesimo anno dalla morte di don Giussani e nel trentaquattresimo anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL, un'associazione universale di fedeli riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici l'11 febbraio 1982 che raduna adulti che liberamente s'impegnano a vivere la sequela di Cristo e della Chiesa secondo il metodo trasmesso dal fondatore.
Olanda/2. A 15 anni dalla legge, ora si festeggia anche la settimana dell’eutanasia
In Olanda si sta festeggiando la «settimana dell'eutanasia». Ad istituirla, dal 13 al 20 febbraio, è stata la potente associazione per il diritto di morire (Nvve) per celebrare il 15esimo anniversario dall'approvazione della legge che ha legalizzato la «buona morte», entrata in vigore l'1 aprile 2002.IL PROGRAMMA. Il programma della festa prevede soprattutto attività rivolte ai giovani: verrà trasmesso un film su una donna di 27 anni che ha scelto di morire, con successivo cineforum, ci sarà l'evento Cafè Doodnormaal (Caffè morte normale), durante il quale i giovani possono discutere della fine della vita e del rispetto dell'autonomia di tutti. Si svolgeranno infine convegni per presentare a tutti nuove proposte per fare evolvere la legge: eutanasia di coppia, auto-eutanasia, eutanasia per chi soffre di demenza e non può esprimere la sua opinione ed eutanasia per chi è «stanco di vivere».KILL PILL. L'associazione proporrà anche di autorizzare la «Kill Pill», una pillola che a prescindere dal fatto che una persona sia o meno affetta da patologie, fisiche o mentali, deve essere messa gratuitamente a disposizione di tutti gli olandesi che abbiano compiuto i 70 anni e comodamente ritirabile in farmacia.CATTIVE NOTIZIE. A rovinare la «settimana dell'eutanasia» è appena uscito uno studio su JAMA Psychiatry, che suona il campanello di allarme sulla legge che, tra il 2011 e il 2014, non ha impedito l'uccisione di malati psichiatrici con l'eutanasia solo perchè «soli, depressi o affetti da disturbi alimentari». Ed è proprio per il modo in cui la legge viene quotidianamente abusata che in Belgio il Parlamento sta pensando di modificare le regole in senso restrittivo.BUON ANNIVERSARIO. Nvve però non si farà distrarre da qualche malalingua e continuerà a festeggiare le 5.306 persone morte con l'iniezione letale nel 2014, un aumento del 182 per cento rispetto al 2002, quando ne sono morte «appena» 1.882. Festeggerà anche nelle scuole, dove sono cominciati corsi scolastici dal titolo «Eutanasia - morte normale». Mentre si attendono i dati del 2015, le stime dicono che attualmente in Olanda se ne vanno con la «buona morte» 14,5 persone al giorno. Buon anniversario eutanasia.
Olanda/1. 50 anni fa usciva il «Nuovo Catechismo», manifesto dell’auto- demolizione della Chiesa
... I risultati della «Dichiarazione d'indipendenza» dell'Olanda da Roma sono stati disastrosi. Gli olandesi che dichiarano un'affiliazione alla Chiesa cattolica nel 1966, l'anno della pubblicazione del Nuovo catechismo, sono il 35%. Nel 2006 si sono più che dimezzati, e ridotti al 16%. Nel 2007, grazie all'immigrazione, i musulmani completano in Olanda il sorpasso sui cattolici. Nel frattempo, pur rimanendo meno dei cattolici, crescono i gruppi protestanti di tendenza evangelical, che su tutti i temi morali hanno opinioni opposte a quelle della «Dichiarazione d'indipendenza» (Vellenga 2008). Per la verità negli ultimi anni anche nella Chiesa cattolica olandese si stanno affermando tendenze piuttosto diverse da quelle del 1968. Ma ormai potrebbe essere troppo tardi: nel Paese dell'eutanasia libera è andata in scena dal 1968 in poi l'eutanasia di una Chiesa...
Tra i 21 copri martirizzati dall’ISIS c’era anche un islamico convertitosi prima del supplizio
A un anno dalla strage, padre Greiche, portavoce della Chiesa cattolica in Egitto, ha confermato che un uomo del Ciad «vedendo i cristiani ha voluto diventare martire come loro»
Tutto avviene con le famigerate cerimonie 'Ghar Wapsi': a farne le spese sono le comunità cristiane più povere ed emarginate
In Olanda si uccidono i malati psichiatrici perchè soli, depressi e affetti da disturbi alimentari
Come spiega uno studio citato dal New Yrok Times, molti malati «hanno rifiutato trattamenti in grado di aiutarli»
«Uomini che hanno bambini»: a Bruxelles va in scena persino la convention dell’«utero in affitto»
E' accaduto nel maggio scorso a Bruxelles, ma la legge sulle Unioni Civili rende l'avvenimento quanto mai attuale. Il 3 maggio scorso una società americana, MHB (Men Having Baby, Uomini che hanno bambini) ha riunito circa duecento persone che provenienti dalla Francia, dal Belgio e dalla Germania per proporre agli interessati i servizi di una ventina di agenzie e cliniche specializzate nella GPA (Gestazione per altri, cioè l'utero in affitto).
Ravasi: dialogo anche con la Massoneria. Dal Cortile alla Loggia dei Gentili il passo è breve
...Queste varie dichiarazioni di incompatibilità tra le due appartenenze alla Chiesa e alla massoneria non impediscono, però, il dialogo, come è esplicitamente affermato nel documento dei vescovi tedeschi che già allora elencavano ambiti specifici di confronto come la dimensione comunitaria, la beneficenza, la lotta al materialismo, la dignità umana, la conoscenza reciproca. Si deve, inoltre, superare quell'atteggiamento di certi ambienti integralistici cattolici che - per colpire alcuni esponenti anche gerarchici della Chiesa a loro sgraditi - ricorrevano all'arma dell' accusa apodittica di una loro appartenenza massonica. In conclusione, come scrivevano già i vescovi di Germania, bisogna andar oltre «ostilità, oltraggi, pregiudizi» reciproci, perchè «rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze» che pure continuano a permanere in modo netto.
Nell’ora più buia, quella della disperazione, c’è solo la Vergine Maria. Anche per Eric Clapton
«Santa Madre, dove sei? / Stanotte mi sento spezzato in due / Ho visto le stelle cadere dal cielo / Santa Madre, non riesco a smettere di piangere»
E’ la Madonna di Kazan che «converta» Stalin la guida del riavvicinamento tra Roma e Mosca?
Venerdì il patriarca di Mosca ha regalato al Papa una copia, più piccola dell'originale, della Madonna di Kazan (restiuita da Giovanni Paolo II ai russi nel 2004). Di seguito la storia del rapporto fra Stalin e l'icona veneratissima, raccontato da Vittorio Messori sul Timone di luglio 2014
Alfredo Mantovano (magistrato): «Vi spiego tutti gli orrori di adozioni gay e utero in affitto»
«Ci si rende conto fino in fondo degli orrori cui conduce l'errore originario della sovrapposizione dei due regimi unioni civili/matrimonio?»
Fermiamo il DDL Cirinnà . Con la preghiera. A Dio tutto è possibile
Il parlamento sta facendo di tutto, anche arrampicandosi sui vetri, per stravolgere una volta in più l'Italia. Vuole legalizzare l'innaturalità delle unioni omosessuali, vuole equipararle proditoriamente al matrimonio e alla famiglia naturale, vuole strumentalizzare i bambini per i capricci di qualche adulto, vuole negare loro la naturalità di un padre e di una madre, vuole sdognare la barbara pratica dell'utero in affitto. Tutto sembra perduto. Ma tutto è possibile a Colui che tutto può. Basta domandarglielo. Domandiamoglielo. In ginocchio.
Presi per la NASA: l’ente spaziale americano censura la parola «Gesù» da una lettera ai dipendenti
Secondo la protesta avanzata dal Liberty Institute per conto di un club di preghiera, il Johnson Space Center Praise and Worship Club, l'ente spaziale avrebbe imposto, tramite il suo ufficio legale, al club di rimuovere l'annuncio di un meeting, il cui tema era : «Gesù è la nostra vita».
Ennesima buffonata. A Bologna il TAR abolisce le benedizioni nelle scuole per la Pasqua
Perchè violano la laicità...
Foibe, Giornata del Ricordo: Matteo Renzi e Sergio Mattarella non sanno dire comunismo
«Le «vittime delle foibe». Ma vittime di chi, signor presidente del Consiglio? Vittime della fame, vittime della guerra, vittime degli stenti o magari, perchè no, vittime del fascismo o degli americani? No perchè, a leggere così il suo tweet, un giovane studente ignaro delle vicende del passato potrebbe pensare che quelle diecimila persone siano finite nelle foibe per caso, per un incidente o per mano di un nemico non meglio identificato»
Hanno dato vita al Collectif National pour les Droits des Femmes e alla Coordination Lesbienne en France. Chiedono l'abolizione universale della maternità surrogata. Dio scrive sempre anche sulle righe storte
Crescono le vocazioni domenicane nelle Filippine. Dopo 800 anni dall’abero spuntano nuove gemme
In questo 2016 nel quale i domenicani festeggiano gli 800 anni di vita, crescono le vocazioni nelle Filippine. Lo scorso 10 dicembre solo dallo UST Central Seminary, il Pontificio Seminario interdiocesano di Manila retto dai padri domenicani, sono stati accolti nell'ordine dei frati predicatori 18 seminaristi. Attualmente i figli di san Domenico nel Paese asiatico sono 193, di cui 134 sono sacerdoti e ben 14 vescovi.
«Non turbarti nell’oscurità e nell’impotenza. Ama la tua abiezione, è il più alto grado di umiltà »
Ama la tua abiezione. Se sei umile, tranquilla, dolce, piena di fiducia tra queste oscurità e impotenze; se non ti impazienti, se non ti dai troppa sollecitudine, se non ti turbi per tutto ciò che andrai soffrendo, ma di buon animo, non dico allegramente, ma francamente e fermamente abbraccerai tutte le croci, e ti contenterai di restare tra le tenebre di spirito che il cielo ti manderà, tu allora amerai la tua abiezione. Che cosa significa abiezione, se non che oscurità e impotenza? Amati in codesto stato per amore di colui, che così vuole, ed amerai la tua propria abiezione, che è il più alto grado dell'umiltà.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin definisce la 'stepchild adoption' la 'vendita del proprio corpo per denaro'. Giusto. Bene. Però il ministro si ferma lì, e - come molti, come troppi - appoggia il DDL Cirinnà sulle unioni di fatto. IL quale spalancherà poi le porte alla 'stepchild adoption'. Un cane che si morde la coda. E un falso problema. Il DDL Cirinnà fa rigettato per intero, 'stepchild adopition' compresa , se si vuole per prima, ma non solo.
Elton John, i nastrini arcobaleno e una lunga storia pro LGBT. #IOBOICOTTOSANREMO
La propaganda omosessualista in prima serata pagata con il canone dei cittadini
Galimberti, quando il «progressismo» senescente scambia l’altezzosità per altezza di vedute
L'altra sera m'è capitato di perder tempo davanti a una tv. Andava in scena «er dibattito» sul tema del cosiddetto voltafaccia di Beppe Grillo che ha lasciato libertà di coscienza mettendo in pericolo - con gran sgomento dei giornalisti - la pregiata legge Cirinnà sulle adozioni dei gay. A sostenere la Cirinnà e la causa dell'utero in affitto era stato convocato un personaggio che è stato presentato come «il filosofo Galimberti», senz'altra spiegazione. Ebbene, una vera rivelazione.Dovrebbe essere invitato a parlare a tutti i futuri Family Day perchè ha il dono di far risaltare come infinitamente più umane ed intelligenti le soluzioni contro cui si scaglia, che le sue. E' un dono da non lasciare inutilizzato. Dovrebbe essere invitato a tenere conferenze nelle Pontificie Accademie: rafforzerebbe la fede dei sacerdoti e suore vacillanti. Andrebbe lasciato esprimere liberamente nelle Facoltà di Medicina, per mostrare i danni intellettuali irreversibili che produce il Progressismo nei suoi stadi finali, quando si riduce a sbavanti insulti inarticolati. O l'irrecuperabile guasto neurologico provocato dall'ateismo militante usato senza il condom.L'altra sera ha avuto come avversario dialettico Mario Adinolfi, l'ex deputato del Pd che l'Espresso chiama «il guru degli ultracattolici», che stava con la sua stazza a fianco di un Pannella decrepito che furbamente si fingeva ormai vago di mente, per non dire ciò che volevano fargli dire. Ebbene: il «filosofo Galimberti» ha offerto una facile vittoria ad Adinolfi, ha fatto risaltare la sua freschezza dialettica, la sua agilità mentale e autentica convinzione delle sue tesi. Doti che Adinolfi ha, s'intende di suo, ma che non avrebbe fatto brillare con altrettanta efficacia senza la spalla del «filosofo Galimberti».Il solo argomento forte con cui il «filosofo Galimberti» riteneva di schiacciare «i cattolici» come entità ostile alle adozioni e nozze gay, è stato del tipo: «Voi cattolici dovete mettervi d'accordo con voi stessi: volendo che i figli siano allevati dai genitori naturali, maschio e femmina, diventate materialisti, invece che spiritualisti». Essendo il «filosofo Galimberti» quel che è, si stupirebbe ad apprendere che sì, il Cattolicesimo «è» materialista; lo è in modo estremo, tanto che obbliga a credere non all'immortalità dell'anima, bensì alla «resurrezione della carne», ossia dei corpi; senza dire che il Cattolicesimo ha sempre aborrito ogni «spiritualismo» vaporoso, in cui ha sempre sospettato lo gnosticismo, ossia la superbia teologica, chiamando ad «atti concreti» di carità.E' una nozione di cultura generale, a cui anche i non credenti dovrebbero essere al corrente, specie se sono filosofi (con qualche dimestichezza col pensare, il leggere la storia, la cultura). Ma il «filosofo Galimberti» non lo sa, e nemmeno ritiene di ave bisogno di sapere, per «smentire e confondere» quelli che lui chiama «i cattolici»: li sente così di basso livello rispetto alla sua elevatezza intellettuale e morale, che disdegna di argomentare con loro. Basta a schiacciarli e ammutolirli il fatto in sè, che essendo «contro la Cirinnà», sono superstiziosi, medievali e oscurantisti. Nonchè reazionari, quindi da escludere dal discorso. Ha potuto anche ignorare, il «filosofo Galimberti», che ad esprimere dubbi sulla legge dai gay non sono stati solo i nemici che s'è scelto come bersaglio facile, «i cattolici», bensì molte «donne della sinistra», femministe, parlamentari del Pd, e alla fine, persino l'astuto Marco Pannella è risultato alquanto contrario alla Cirinnà, con gran disdoro dei conduttori er Dibbattito; o perlomeno ha resistito agli sforzi dei conduttori (fra cui l'israeliano Parenzo) di fargli dire che lui è pro. Furbissimo Pannella.Miserando «filosofo Galimberti», ha messo in piazza solo la sua rozzezza, la sua crassa ignoranza e la sua incapacità dialettica. E qui - il discorso si fa' serio - pongo la domanda che si è posto un filosofo francese (vero), Marc Rameaux, dopo aver assistito e partecipato a simili dibattiti nel suo Paese:Come mai coloro che si autonominano rappresentanti della «società aperta» sono così mentalmente chiusi? Non sanno suonare che un motivo «molto povero. Le fini contraddizioni che genererebbero dibattiti fra due o tre posizioni ugualmente stimabili scompaiono, perchè loro le sostituiscono con un manicheismo schematico, un parco per bambini dove vige una infantilizzazione del pensiero popolata di 'buoni' e di 'cattivi', e in cui loro si conferiscono ovviamente la parte bella. Karl Popper, il padre della 'società aperta, deve rivoltarsi nella tomba: quelli che pretendono la sua eredità hanno gettato alle ortiche ciò che ne costituisce la pietra angolare: lo spirito critico».«Ma questi non si rendono conto - continua il vero filosofo - che quelli che loro trattano da retrogradi danno spesso prova di più sfumature di posizioni e più pertinenza? Mentre quelli che si ergono da sè come modelli d'apertura (cosa già di per sè ridicola) in realtà non tollerano alcun altro pensiero, se non il loro?«Di fatto, quelli che loro bollano con l'infamante etichetta di «reazionari», non fanno altro che richiamare il confronto delle teorie (ideologiche) con la realtà, ossia proprio ciò che permette di portare nel discorso una reale prospettiva politica». Quelli che vengono messi nel sacco comune e intimidatorio di «cattolici», in realtà « hanno posizioni molto diversificate, anche in franca opposizione fra loro. Ma queste sono finezze di spirito che superano di troppo la capacità culturale di coloro che si sono coronati modelli di civiltà e di progresso; si esce di troppo dalla loro rassicurante Disneyland della filosofia politica, che permette loro di produrre rapidamente tesi, articoli e motivi con poca spesa; creando false opposizioni sempliciste che consentono la pigrizia mentale di squalificare uno dei termini del dibattito per incensare l'altro».Questa oligarchia del progressismo scambia «l'altezzosità per altezza di vedute» (è il caso esatto del 'filosofo Galimberti'). Chi solleva le questioni delle difficoltà quotidiane del proprio popolo «viene bollato di 'populista' da questi spocchiosi» intellettuali di sinistra. Ciò che li rivela, secondo Rameaux, come «i discendenti spirituali dei nobili incipriati dell'Ancien Règime, «arroganti e infatuati di sè stessi quanto incompetenti e superficiali»: altro che progressisti, dei parrucconi benpensanti e superati.Ciò preoccupa Rameaux per un motivo radicalmente filosofico: costoro, dominando il dibattito come fanno - ossia schiacciandolo sotto la loro boria - hanno spento la libertà e vivacità del pensiero che è stata la gloria d'Europa fin da Socrate e Platone, dalle scuole d'Atene quando si imparava che «ogni vera discussione comincia con una aporia, una impasse che pare insolubile fra due termini da qui cui il giovane discepolo apprende che un vero concetto- ciò che dà a pensiero il suo valore- non può essere mai nominato: un concetto essendo la tensione che risiede fra due tematiche contraddittorie, non è mai una sola di queste due».Rameaux cita al proposito Ludwig Wittgenstein, che sosteneva che «il valore in filosofia non è mai scritto, non risiedendo nel testo stesso, bensì nella tensione che esso fa' sentite tra le righe». E si domanda: «Siamo a tal punto regrediti in Europa, che il nostro mondo che si pretende 'civilizzato' nonchè 'moderno' non riesce più a far vivere questo universo elettrico del pensiero», perchè coloro «che si vantano di incarnare la civiltà, l'apertura e il progresso» in realtà sopprimono ogni tensione nella proposizione spocchiosa di una verità ufficiale e mediocre che non bisogna sfidare.E' proprio così. E non parlate di Wittgenstein al 'filosofo Galimberti': vi risponderà, altezzoso, che dev'essere «un cattolico». Come Adinolfi.
Samurai di Cristo sugli altari e anche sul grande schermo (con la regia di Martin Scorsese)
I cattolici giapponesi sono una realtà minuscola che viene dalla persecuzione più crudele, ma il Cielo premia chi è fedele. Il 22 gennaio Papa Francesco ha approvato il decreto di beatificazione del Servo di Dio Dom Justo Takayama Ukon (1552?-1616) e così il «samurai di Cristo» salirà presto alla gloria degli altari. Per i credenti del Sol Levante è una gioia senza precedenti perchè quel grande eroe è l'emblema della nipponicità e al contempo un cristiano esemplare. Quale bandiera migliore per chi ha perseverato nella fede «straniera» senza rinunciare alla propria identità?Nato di «sangue blu», battezzato a 12 anni con il nome di Iustus quando il padre si convertì al cattolicesimo, Takayama divenne daimyo (feudatario) del castello di Takatuski e governò da buon cristiano assieme al padre. Ma la vera fede, dapprima bene accolta, venne giudicata una congiura occidentale e quindi perseguitata spietatamente. Takayama rinunciò a tutto, ma non si piegò. Poi nel 1614 il cristianesimo venne bandito dal Paese e Takayama fu espulso, l'8 novembre, con 300 compagni della cattolicissima Nagasaki. Giunto il 21 dicembre a Manila, nelle Filippine, fu accolto trionfalmente dai gesuiti venuti dalle Spagne la cui corona propose subito al samurai cattolico di rovesciare lo shogun. Ma il daimyo era un uomo d'onore e si oppose al progetto. Dopo soli 40 giorni morì di malattia. Il popolo dei kakure kirishitan (i cattolici clandestini giapponesi) lo ha sempre considerato un «martire bianco» e oggi la Chiesa Cattolica dà ragione al popolo.Il popolo dimenticato dei kirishitan insomma torna, e torna anche per merito del cinema. Martin Scorsese hai infatti completato le riprese a Taiwan dell'annunciatissimo film Silence, interpretato da Andrew Garfield, Adam Driver, Liam Neeson, Tadanobu Asano e Ciaràn Hinds. Voci sempre più insistenti lo danno presente alla 66esima edizione del Festival di Berlino, che si terrà nella capitale tedesca dall'11 al 21 febbraio, anche se altri rimandano tutto al Festival di Cannes in maggio.Sia come sia, sarà un evento memorabile. La storia è quella dell'omonimo romanzo firmato nel 1966 dal controverso scrittore cattolico giapponese Shusaku Endo (1923-1996), tradotto in italiano a Milano come Silenzio da Rusconi nel 1982 e riedito con il medesimo titolo da Corbaccio nel 2013. Nella Nagasaki del 1633, il padre gesuita portoghese Cristóvão Ferreira (1580?-1650), già coraggioso missionario nel pieno della persecuzione, cede alla violenza e rinuncia alla fede. Quando la notizia giunge a Roma, due giovani confratelli, Sebastian Rodrigues e Francisco Garrpe, increduli, si mettono sulle sue tracce. In Giappone si scontrano però con la dura realtà della cristianofobia e del tradimento. Finirà tutto in silenzio, il silenzio sperimentato da Gesù sulla Croce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?». Una storia vera e drammatica per un film non facile come non certo facile è il romanzo di Endo. Nessuno sa ancora come Scorsese tratterà un argomento tanto delicato tra disperazione e fede. Potrebbe essere l'occasione per un capolavoro, oppure un flop totale. Certo è che il realismo crudo di questa vicenda rosica il famoso cineasta da 25 anni (da tanti sognava infatti di girare Silence), tormentandolo con la domanda chiave di tutto: Dio dov'è?E così, mentre il pubblico dovrà per forza prendere coscienza di una testimonianza rimossa di martirio, interrogandosi seriamente sul senso della fede qualunque sia l'esito che la pellicola vorrà dare alla storia, la storia correrà il rischio, questa volta sano, di ripetersi. Il dramma dei kirishitan, costretti per secoli a nascondersi come topi in una patria ostile chiusasi ermeticamente a guscio, e la sfida dell'apostasia sono stati i motivi di una continua conversione a Cristo durata tutta l'esistenza terrena del romanziere Endo. Su influsso di Endo, un altro scrittore giapponese, Otohiko Kaga, nato nel 1929, vivente, già docente universitario di Psicologia, si è convertito al cattolicesimo a 58 anni. Memorabile è il suo romanzo storico sulla Seconda guerra mondiale, Ikari no nai fune, del 1982, tradotto in inglese negli Stati Uniti come Riding the East Wind, ma importantissimo è il suo Takayama Ukon, del 1999, tradotto in tedesco e in russo, il romanzo della vita appunto del futuro beato che in quest'«anno giapponese» non mancherà di guardare giù. E così che magari per qualcuno questa storia potrebbe ripetersi, persino attraverso un film.
Dal rigorismo islamista in Arabia Saudita una società sfasciata di droga e violenze minorili
E quanto emerge da una ricerca elaborata dal National Family Safety Program. Il 13% ha subito violenze di natura sessuale, il 53% è vittima di abbandono. Fra i minori vittime di abusi crescono i casi di depressione e consumo di droga. Esperta saudita: servono programmi mirati e centri di aiuto e accoglienza.
La Chiesa indiana istituisce la «Giornata dei martiri» della persecuzione indù in Orissa
Nel 2008, per quasi quattro mesi, costaro o la vittima a oltre 90 vittime mentre più di 50mila persone rimasero senza casa
L’ONU usa Zika per imporre l’aborto. Una petizione online cerca di mettere i bastoni tra le ruote
L'allarme per il contagio è infatti abbondantemente sovrastimato. L'aborto non serve. L'aborto non c'entra. E solo l'enensimo crimine mascherato da buona intenzione.
Arriva finalmente in Italia «God’S Not Dead», il film apologetico campione d’incassi
Diretto da Harold Cronk, e interpretato da Kevin Sorbo (Hercules, Andromeda) e Shane Harper (High School Musical 2), è uscito negli Stati Uniti nel 2014 ma da noi arriva solo oggi. Merito della Dominus Production di Federica Picchi, la stessa che l'anno scorso ha vinto la scommessa con Cristiada (2012), la pellicola sui cristeros cattolici che negli anni 1920 si ribellarono alla persecuzione del governo social-massonico messicano.
Si tratta delle apparizioni a madre Mariana Francisca de Jèsus Torres y Berriochoa (1563-1635), mistica spagnola che visse e morì in fama di santità e che Antonio Socci racconta nel suo ultimo libro. La Vergine si presentò a lei come «Madonna del Buon Successo» e la Chiesa ha approvato la venerazione della Madonna con questo titolo. La particolarità di quelle rivelazioni consiste proprio nella richiesta di Maria alla veggente, e alle suore del suo convento, di pregare e offrirsi in olocausto, per gli uomini del XX secolo.
Sopra la croce di Gesù non era scritto solo INRI. Ecco il vero significato dell’iscrizione ebraica
...L'iscrizione di cui parla Giovanni è la famosa sigla «INRI«, raffigurata ancora oggi sopra Gesù crocifisso. L'acronimo, che sta per il latino «Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum«, significa appunto «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei«.Ma Giovanni specifica che l'iscrizione era anche in ebraico. Non solo: in un momento così importante l'evangelista sembra soffermarsi su dei particolari apparentemente di poco conto:- il fatto che molti Giudei lessero questa iscrizione, perchè il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città- i capi dei sacerdoti che si rivolgono a Pilato per far modificare l'iscrizione- Pilato che si rifiuta di cambiarla. ....
Agesci, relativismo e posizioni contrarie al magistero. Una scout scrive ai capi nazionali
Durissima lettera di una Scolta degli Scout, che si firma Mariana, ai Capi Nazionali ai quali denuncia come molti giovani scout non rispettano l'insegnamento sulla famiglia come voluta da Dio.Da Padova, la giovane scrive a a Ferri Cormio e Rosanna Birollo, Capo Scout e Capo Guida, a Marilina Laforgia e Matteo Spanò, Presidenti dell'AGESCI, a Padre Davide Brasca, Assistente Ecclesiastico Generalem a Elena Bonetti e Sergio Bottiglioni, Incaricati Nazionali della Branca R/S a Padre Giovanni Gallo, Assistente Nazionale della Branca R/S.Scrive la giovane a proposito del Family Day: «Sono una Scolta di un gruppo scout della provincia di Padova. […] Avete sottolineato il fatto che l'Associazione educhi i ragazzi a vivere secondo la Buona Notizia e che, dopo le parole del Santo Padre, tutta la comunità ecclesiale non possa non aderire a questa visione della Famiglia come voluta da Dio. Ma queste sono parole, a me lo scoutismo ha sempre insegnato che poi servono anche i fatti. E vero, ci sono posizioni diverse all'interno dei moltissimi gruppi, lo vedo ogni giorno nel mio Clan, nei confronto con i miei Capi, l'ho notato anche nel reparto di un altro gruppo dove ero scolta in servizio l'anno scorso. Ognuno ha la sua idea, la sua posizione, che in quanto tale va rispettata. Ma noi siamo un'associazione cattolica, che, come avete scritto anche voi, accoglie la visione della Chiesa e il Vangelo, quindi, con tutto il rispetto, con tutta l'amicizia e con tutto il bene del mondo, chi non è pronto ad accogliere questa visione può prestare il suo servizio da un'altra parte. Mi rendo conto di esprimere una visione forte, che potrebbe non incontrare il favore di tutti, ma nelle realtà intorno a me vedo che spesso i cedimenti provenienti dal basso (cioè dalle realtà particolari dei gruppi), in assenza di prese di posizione chiare e univoche dall'alto, portano a crepe sempre più profonde. Un esempio? La Carta del Coraggio. O meglio, alcune sue parti, come quella sull'amore, che avanza richieste secondo me in contrasto con quello che invece la Chiesa e il Magistero ci insegnano, che non sono certo punti negoziabili nella vita di un credente. Come mai molti di noi R/S che erano presenti alla Route Nazionale due anni fa hanno deciso e votato a favore di quella presa di posizione? Secondo me, oltre alle opinioni personali, è anche causa del fatto che in molti gruppi il tema liturgico e le scelte che si dovrebbero prendere in coerenza con la fede cattolica, sono lasciate spesso al livello del «volemose bene», cioè non vengono approfondite e soprattutto si lascia spazio a mediazioni che, a mio avviso, sui temi della fede sono inammissibili e l'assenza di una dimostrazione della volontà comune di seguire con più coerenza gli Insegnamenti in cui il metodo scout affonda le sue radici, aggrava la situazione. Lo scoutismo accoglie tutti, ma chi ne vuole fare parte deve accogliere i valori dello scoutismo. Chi non è cattolico, chi non vuole accettare gli insegnamenti della Chiesa e del Vangelo, può andare al CNGEI. Quel «non possa che tacere» lo trovo assurdo, perchè uno scout quando vuole ottenere qualcosa agisce, mentre qui si sta delegando il lavoro ad altri: lasciate che parli il Papa, lasciate che ognuno la pensi a modo suo, noi la pensiamo così ma non siamo pronti a prenderci la responsabilità dei valori in cui crediamo; è questo ciò che si legge tra le righe della vostra risposta, invece secondo me uno scout dovrebbe essere un coraggioso testimone di ció in cui crede, delle sue scelte e delle sue azioni. Mi dispiace, ma questo non è il modo di «fare del nostro meglio verso Dio e verso il nostro Paese». Le persone che ci vengono portate ad esempio fin da quando eravamo bambini dai nostri capi scout, le persone che ci avete mostrato alla Route Nazionale come esempio di scelte di coraggio, sono persone che agiscono e non hanno paura di affrontare le conseguenze delle loro azioni. Personalmente quindi, questa risposta non mi soddisfa per niente, è solo un contentino che però non risolve le cose. Scusate il paragone, ma se avessimo agito così anche durante la Resistenza, a quest'ora probabilmente lo scoutismo in Italia non esisterebbe. Come diceva Don Pino Puglisi «non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti». Noi come scout cattolici siamo chiamati ad essere testimoni coraggiosi non solo di uno stile di vita autentico e impregnato della capacità di saper pensare e scegliere con la propria testa, ma anche e soprattutto delle bellezza della Parola e della Creazione di Dio, senza la quale tutti i nostri valori e i nostri concetti non avrebbero significato. Il silenzio o il «tenere il piede in due scarpe» non ci rendono testimoni, ma spettatori assenti di una società che invece ha sempre più bisogno di ritrovare le proprie radici e i propri punti di riferimento. Quindi vi chiedo, vogliamo essere protagonisti del nostro tempo con coraggio, oppure ci lasceremo vincere dalla paura di vivere fino in fondo il nostro essere?».
Italia da vergognarsi. La sen. Mussini bestemmia in parlamento: «Gesù non aveva un padre naturale»
La senatrice Maria Mussini, ex grillina ed ora al gruppo misto, ha detto: «Fuori da questa aula in molti portano in giro una forma di cattolicesimo che però non considera il fatto che Gesù bambino stesso ha goduto di un Padre che non era il suo padre naturale, E non credo che questo sia mai stato concepito dal dettato del Vangelo come elemento di diminuzione della possibilità di questo bambino che per 30 anni è cresciuto con la consapevolezza di avere un padre che non era il suo padre naturale» Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE w:Lsd
«In Italia le coppie LGBT sono tantissime». Il demografo Gian Carlo Blangiardo smentisce
Quella sulle unioni gay è una norma ad hoc per un gruppo di persone veramente piccolo
India, cristiano rasato a zero in pubblico: ha «costretto» un hindu a convertirsi
É accaduto in un paesino dell'Uttar Pradesh, nel nord del Paese
«Quello che viviamo è un tempo che amplifica la confusione, ma le persone hanno bisogno di punti di riferimento che siano certi», spiega il duirettore Paolo Ruffini. E tra questi punti di riferimento «c'è senza dubbio la preghiera
«Un protestante non puà ricevere il sacramento dell’Eucaristia». Helsinki parla dopo lo scandalo
Qualche giorno fa ha suscitato scalpore la notizia di una messa Cattolica a Roma durante la quale a un certo numero di fedeli Luterani è stata somministrata l'Eucarestia. Fonti Luterane, citando un discorso a braccio di Papa Francesco a proposito dell'inter-comunione, pronunciato lo scorso dicembre, hanno commentato parlando di «nuovo corso» della Santa Sede e hanno sostenuto che ricadrebbe nella libertà di coscienza dei singoli fedeli Luterani la decisione se siano degni di ricevere la Comunione o no.Alcune parole chiare sono arrivate, la scorsa settimana, da un portavoce della diocesi Cattolica di Helsinki. Marko Tervaportti ha infatti ricordato che «solo i membri della Chiesa Cattolica in stato di grazia possono ricevere il sacramento Cattolico dell'Eucarestia»; che condizioni come «vivere in una relazione che non sia un valido matrimonio Cattolico» sono un impedimento; e che è comunque necessario «accettare la dottrina Cattolica dell'Eucarestia».Tervaporrti ha infine precisato che la celebrazione non è stata una «messa ecumenica» concelebrata dal vescovo Cattolico e da quello Luterano. In realtà, in occasione della festività di Sant'Enrico di Uppsala, si tiene una funzione, un anno «in casa» Cattolica, l'altro Luterana, alla quale partecipa una delegazione dell'altra confessione religiosa. Ma la funzione viene celebrata strettamente secondo la tradizione e la pratica della chiesa ospitante; la delegazione ospite si limita, per esempio, a mettere a disposizione un religioso per la predica. «Va notato che anche in queste messe il doloroso fatto che non c'è comunione tra le due chiese è mutualmente rispettato», ha concluso Tervaportti.
Governi conniventi, stampa addomesticata, Chiesa paurosa. Cosa l’Occidente ha tradito la Siria
Durante la 'Notte dei testimoni' organizzata annualmente da Aiuto alla Chiesa che Soffre, l'Arcivescovo greco melchita di Aleppo, mons. Jean-Clèment Jeanbart, dopo aver descritto la drammatica situazione degli aleppini, ha parlato ai giornalisti che sono venuti ad ascoltare. La traduzione dall'originale di Boulevard Voltaire. «I media europei hanno continuato a distorcere il quotidiano di chi soffre in Siria e hanno anche utilizzato per giustificare quello che sta accadendo nel nostro paese delle informazioni senza mai controllarle», ha cominciato, fustigando le fonti di stampa create durante la guerra e usate da molte agenzie di stampa. «Strumenti dell'opposizione armata, come l'Osservatorio siriano per i diritti umani, fonte indiscussa dei media occidentali».«Dovete capire che tra lo Stato islamico e il governo siriano, la nostra scelta è presto fatta. Possiamo condannare il regime per alcune cose, ma voi non avete mai cercato di essere obiettivi», ha ulteriormente accusato. Quando gli è stato chiesto se aveva potuto spiegare la sua posizione alle autorità francesi, monsignor Jeanbart ha detto di aver provato, prima di sentirsi dire che doveva essere «meno critico». Per lui, tuttavia, l'Occidente ha continuato a tacere su quanto commesso dall'opposizione armata, al contempo denigrando il governo siriano e il suo presidente. «Bachar Assad ha molti difetti, ma sappiate che ha anche qualità», ha spiegato, «le scuole erano gratuite; gli ospedali, le moschee e le chiese non pagano nessuna tassa: ma quale altro governo nella regione fa queste cose, siate onesti? Ricordatevi anche che, se noi preferiamo sostenere il governo oggi, è perchè temiamo l'istituzione di una teocrazia sunnita che ci priverebbe del diritto di vivere sulla nostra terra». E ha continuato: «Sì, ho cercato di dire tutte queste cose alle autorità francesi, ma cosa vi aspettate da un Laurent Fabius che pensa di essere un Padreterno nel decidere chi merita o meno di vivere su questa Terra?» ha risposto, visibilmente stanco (Laurent Fabius aveva detto che Assad non merita di essere sulla Terra). «E possibile che la Francia - che amo e che mi ha educato attraverso le comunità religiose che si erano stabilite in Siria - sia cambiata così tanto? E' possibile che i suoi interessi e il suo amore per il denaro abbiano avuto la precedenza sui valori che una volta difendeva?» ha continuato l'arcivescovo con amarezza.Sui vescovi francesi mons. Jeanbart ha detto: «La Conferenza dei Vescovi di Francia avrebbe dovuto fidarsi di noi, sarebbe stata meglio informata. Perchè i vostri Vescovi sono stati in silenzio circa una minaccia che è ora anche la vostra? Perchè i vescovi sono come tutti voi, avvezzi al politicamente corretto! Ma Gesù non è mai stato politicamente corretto, è stato politicamente giusto!» è sbottato. «La responsabilità di un vescovo è quella di insegnare, e usare la sua influenza per trasmettere la verità. I vostri vescovi perchè hanno paura di parlare? Naturalmente saranno criticati, ma darà loro la possibilità di difendersi e difendere questa verità. Dobbiamo ricordare che il silenzio a volte è un segno di assenso». E' anche la politica migratoria dei paesi occidentali che l'arcivescovo ha criticato: «L'egoismo e gli interessi servilmente difesi dai vostri governi alla fine uccideranno anche voi. Aprite gli occhi, non avete visto quello che è successo di recente a Parigi?» ha aggiunto l'arcivescovo, prima di concludere supplicando: «Abbiamo bisogno che voi ci aiutiate a vivere a casa nostra! [...] Non posso accettare di vedere la nostra Chiesa di duemila anni scomparire. Preferisco morire piuttosto che vivere questo».
Farlo male, infatti, è semplicissimo
DDL Cirinnà , scontro tra NCD e PD, la maggioranza traballa. Alfano prova a salvare la faccia
Alfano contrario ad ogni 'analogia con il matrimonio'. Fredda la reazione del Partito democratico: avanti tutta. Bocciate tutte le pregiudiziali. Andremo al refrendum?
I cattolici adulti del Family Day che spiazzano i vescovi pilota e i leader dei movimenti
Quelle che seguono sono alcune considerazioni a caldo sul Family Day del 30 gennaio.Numero uno. Circo Massimo pieno doveva essere e circo Massimo pieno è stato, il resto sono chiacchiere. Lo faccia il PD del magnifico Renzi un raduno al circo massimo di queste proporzioni senza pagare i pullman, lo facciano le associazioni LGBT senza concerti gratis delle stars del gay system, lo faccia la Camusso senza pagare il primo e il secondo.Numero due. Volevano i cattolici adulti? E cattolici adulti hanno avuto. Ormai il popolo cattolico non ha più bisogno di attendere che sia la gerarchia ecclesiastica ad attivarsi. Questa è la grande differenza tra il Family Day 2007 e i due Family Day 2015 e 2016. Si tratta di un dato che terrorizza le gerarchie più attente all'otto per mille che al Vangelo. Hanno provato a soffocare a giugno e non ci sono riusciti, allora in questa occasione hanno provato ad annacquare e hanno nuovamente fallito.Numero tre. Viva i «No». Il riflesso pavloviano dei vescovi inciucioni comanda loro un linguaggio ovattato, loro sono «per», mai «contro». Sono per la vita,non sono contro l'aborto, dunque vogliono foto di bambini, ma guai alle foto dei feti abortiti. Sono per la famiglia, non sono contro lo pseudo-matrimonio gay. Sono sempre per le scelte condivise ed aborrono gli strappi. La prima pagina di Avvenire del dopo Family Day è in questo senso un archetipo. Il versetto 37 al capitolo 5 di Matteo lo hanno sbianchettato nell'ultima parte. Anche per questo dunque avrebbero voluto controllare il Family Day con un bel discorsetto sulla bellezza della famiglia, ma senza che nessuno parlasse male della Cirinnà, come se la gente accorsa da tutta Italia con grandi sacrifici e figli al seguito avesse bisogno di un pistolotto soporifero sulla gioia che sperimentano concretamente in famiglia pur nella fatica di tutti i giorni. Votati a tramare, hanno il terrore delle manifestazioni che non controllano e buttano all'aria i loro affari. Ma nonostante tutti i loro sforzi e le pressioni, anche su questo al Circo Massimo hanno sbattuto, non solo il No alla Cirinnà, ma il No a Renzi è stato netto è chiaro.Numero quattro. Il giochino politico di NCD il popolo del Family Day non se l'è bevuto. L'unica azione davvero seria sarebbe stata dire a Renzi: «senti, bello mio, o ritiri il ddl Cirinnà, o il governo lo fai con Verdini e Grillo». Ma Alfano ha il deretano attaccato alla poltrona con la fiamma ossidrica, terrorizzato dal suo destino politico preconizzato dai sondaggi. Immagina che la gente possa abboccare credendo nella sua falsa opposizione pagata in anticipo da Renzi con una serie di poltrone? Il ministro dell'interno ha lanciato l'amo della promessa referendaria, ma pensa davvero che un gruppo che ha mobilitato in due settimane un popolo come quello del circo massimo abbia bisogno dei numeri da prefisso telefonico dell'NCD?Numero cinque. Al Family day 2015 pochi vescovi avevano aderito, poche anche le associazioni, ma la discesa di Kiko e il Cammino ha sbaragliato le sorti come il ritorno del re nella nella saga di Tolkien. Diciamolo francamente gli altri leaders non hanno fatto una bella figura. Questa volta i vescovi sono stati molto più numerosi ed uno di loro ha persino abbandonato il consueto distacco partecipando in prima persona. Alcune associazioni hanno sentito la pressione della base e l'hanno fatta defluire in sostegno orante alla manifestazione. Il gruppo dirigente di CL appare ormai organico al cerchio magico di Renzi e dunque il popolo del Gius fa da sè. Ma le dirigenze associazionistiche devono stare attente, perchè un generale che non scende in battaglia ad aiutare gli alleati, è visto come un codardo anche dai propri uomini.Numero sei. Le prospettive sulla Cirinnà sono aperte. #Renziciricorderemo dà il senso dell'impegno futuro. Portare il popolo della famiglia a contrastare la megalomania di Renzi e il giacobinismo pentastellato in una grande alleanza che faccia risorgere il paese. Non sempre i leaders scendono dall'alto, talora emergono durante la battaglia. Sono uomini e donne normali, a cui un popolo cinge i fianchi per portarli dove non vogliono.
Perchè a monsignor Galantino e a chi la pensa come lui dà tanta noia il Family Day?
Perchè a mons. Galantino e a chi la pensa come lui dà tanta noia il Family Day? Molti pensano perchè scombinerebbe i progettati accordi con il governo Renzi in merito a non so che cosa: dunque per ragioni politiche.E una spiegazione convincente? A me sembra di no. Inoltre, non fa onore a mons. Galantino: non credo che un Vescovo prenda una posizione così significativa su una questione così cruciale per meri calcoli di contingente utilità politica. Credo che lo faccia seguendo un preciso disegno pastorale. E mi domando quale possa essere.Vengo subito alla risposta: secondo me, è da tempo che una larga fetta di pastori (dell'alto e basso clero), probabilmente maggioritaria nelle sedi dove si conta davvero, si è convinta che per sopravvivere nella modernità la Chiesa non possa più condannare ciò che invece il mondo - cioè il pensiero mainstream, come viene veicolato dai media - approva; mentre possa tranquillamente condannare ciò che anche il mondo condanna (per cui non è vero che la Chiesa si astiene dalle condanne tout-court: si astiene solo da quelle scomode). Da ultimo, questa tendenza si è spontaneamente evoluta: da incapacità-indisponibilità a condannare, a volontà di approvare. Ciò che il mondo approva, la Chiesa non si limita più a non condannarlo: si sente tenuta ad approvarlo anch'ella. Per motivi pastorali, perchè questa sarebbe la pastorale adeguata ai tempi che viviamo, la pastorale di vicinanza all'uomo moderno, che forse è ancora battezzato, ma la cui cultura non è più cristiana.Così, sembra addirittura superato anche il mantra per cui certe cose la Chiesa non potrebbe dirle, perchè 'la gente non capirebbe'. Si è ormai visto che la gente (cioè il mondo) in realtà capisce benissimo, ma vuole continuare a pensarla (male) a modo suo, ed a volere ciò che la Chiesa, sino a ieri, condannava. Per cui si torna sempre lì: all'approvazione con il mondo di ciò che il mondo approva.Con riguardo alle unioni omosessuali, il percorso seguito in questo senso è palese: dapprima sostanziale afasia (non condanno, non approvo: sto in silenzio), poi aperta simpatia. Fra poco, potremmo giungere anche alla formale derubricazione: da (false) unioni basate sul disordine, ad apprezzate espressioni di vera affettività umana, portatrici di bene, amore, stabilità, solidarietà, assistenza ecc. ecc..... Tutto ciò perchè, quanto alle unioni civili, ciò che il mondo approva, lo approvi anche la Chiesa. D'altra parte, non sta avvenendo qualcosa di simile anche quanto ai divorziati civilmente risposati? Se li si ammettesse alla Comunione, non si finirebbe per assentire, insieme al mondo, alla loro 'ricerca della felicità', all'idea della 'seconda chance', del 'rifarsi la vita'? Per chi segue questa linea pastorale, probabilmente S. Paolo avrebbe dovuto impostare la sua predicazione agli aeropagiti in modo da evitarne scrupolosamente il dileggio, e averne solo il consenso. E la dottrina? Per questa 'opzione di fondo' pastorale, è un bell'impiccio. Che non si risolve modificandola, anche perchè l'operazione pare assai complicata (almeno finchè ci sarà ancora qualcuno che riesca a far valere il principio di non contraddizione). Molto meglio ignorarla, relegarla nell'ambito se non dell'irrilevante, dell'almeno opinabile, del non decisivo. E additando chi la invoca per sollevare qualche obiezione come ipocrita, farisaico, legalista, spietato ecc. ecc..Questa, secondo me, è la posizione di mons. Galantino e della corrente di pensiero cui si ispira.Per questa corrente di pensiero, una manifestazione come il Family Day è davvero una bella grana. 'Ma come', potrebbe infatti dire chi la pensa come sopra, 'qui ci affatichiamo notte e dì per approvare anche noi la radiosa primavera antiomofoba, che tanto piace alla gente che piace, che è ciò che il mondo approva, e voi scendete in piazza per dire che non ci state? E siete pure tanti, a prescindere dal numero preciso? E ci dite che voi non solo non l'approvate, ma addirittura vi opponete? Vi limitaste alla questione dell'utero in affitto, beh, potemmo anche tollerarlo: non è ancora detto che tutto il mondo lo approvi, forse un po' di flessibilità potremmo permettercela. E vi lasceremmo tranquillamente lottare contro la penuria di asili nido: è una cosa che anche il mondo condanna, ci mancherebbe! Ma le unioni civili, suvvia! Quelle le dobbiamo benedire anche noi, in nome dei diritti! Altrimenti, continueremmo ad essere la Chiesa del no, poco evangelica. Non deve essere il nostro parlare sì sì, e poi ancora sì sì?'.Ecco, questo potrebbe essere il discorso di chi, nella gerarchia, è stato infastidito dal Family Day. Un discorso col quale verremmo al nodo cruciale, alla scoperta del cuore del problema: quella con cui abbiamo a che fare non è una questione pastorale; con l'atteggiamento di chi ha malvisto il Family Day, a ben vedere, la pastorale c'entra poco. C'entra la fede. O meglio, non c'entra: è la grande assente... Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
Cala drasticamente la popolazione italiana. L’unico inverno rigido è quello demografico
Valeria Solesin, la dottoranda di Demografia alla Sorbona, uccisa al teatro Bataclan il 13 novembre, lo sussurrava a tutte le donne italiane che incontrava: «Non prendete cani o gatti: mettete al mondo figli come le francesi».
Il 22 gennaio Papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce un miracolo al beato Josè Luis Sànchez del Río (1913-1928), autorizzandone così la canonizzazione. Fu torturato e ucciso barbaramente per essersi rifiutato di abiurare la fede. Aveva solo 14 anni. Quello che segue è il racconto del miracolo che ne decreterà la santità.
Un raduno di «uomini vivi», un’immensa Compagnia dell’Agnello. Come aveva profetizzato Chesterton
Ieri giornata memorabile al Circo Massimo. E stata quello che tutti ci attendevamo: una insorgenza popolare pacifica e festosa, capitanata dal grande cuore di uomini e donne vivi, una vera Compagnia dell'Agnello con i suoi condottieri e le sue regine. Immensa gratitudine per aver visto realizzarsi sotto i miei occhi uno dei pensieri più belli di un altro uomo vivo dal cuore immenso, G.K. Chesterton, che non a caso è il vero patrono del Family Day:«I paesi di Europa rimasti sotto la influenza dei preti sono precisamente quelli dove ancora si canta, si danza, e ci si mettono vestiti sgargianti e l'arte vive all'aperto. La dottrina e la disciplina cattolica possono essere dei muri, ma sono i muri di una palestra di giuochi. Il Cristianesimo è la sola cornice in cui sia preservata la gioia del paganesimo. Immaginiamoci dei fanciulli che stanno giocando sul piano erboso di qualche isolotto elevato sul mare; finchè c'era un muro intorno all'orlo dell'altura, essi potevano sbizzarrirsi nei giochi più frenetici e fare di quel luogo la più rumorosa delle nurseries; ora il parapetto è stato buttato giù, lasciando scoperto il pericolo del precipizio. I fanciulli non sono caduti, ma i loro amici, al ritorno, li hanno trovati rannicchiati e impauriti nel centro dell'isolotto, e il loro canto era cessato. […] La cinta esterna del Cristianesimo è un rigido presidio di abnegazioni etiche e di preti professionali; ma dentro questo presidio inumano troverete la vecchia vita umana che danza come i fanciulli e beve vino come gli uomini. […] Nella filosofia moderna avviene il contrario: la cinta esterna è innegabilmente artistica ed emancipata: la sua disperazione sta dentro».
Era un anno fa, o meglio, un anno e un'era geologica fa. Era il 29 gennaio 2015 (peraltro il mio onomastico, la notizia è per il Grande Capo Indiano) quando Mario Adinolfi, Marco Scicchitano, Padre Maurizio e io ci ritrovavamo in una stanzetta a mangiare una fetta di dolce e a brindare (i maschi) alla fine della nostra avventura, quella che avevamo chiamato «I falsi miti di progresso», con la quale avevamo un obiettivo che ci sembrava audace ma, forse, quasi alla nostra portata. Risvegliare Roma a partire dalle periferie, e cominciare a spiegare alla gente, a cinquecento persone alla volta, cosa fossero le teorie gender, l'utero in affitto nascosto nel ddl Cirinnà, la differenza tra maschile e femminile.Quello ci sembrava un obiettivo audace, ma un anno dopo ci siamo ritrovati a parlare a una marea umana di persone, una distesa a perdita d'occhio di persone venute da tutta Italia, con sedie a rotelle, carrozzine, passeggini, pullman traghetti aerei, una marea di uomini, donne, bambini, anziani, e soprattutto tantissimi ragazzi. Come è stato possibile? Che è successo in questo strepitoso anno che ha cambiato il cuore di tanti, prima di tutto il nostro? In questo anno che ha visto nascere un popolo, consapevole, forte, coraggioso, pronto al sacrificio, cosa è cambiato in questa Italia che forse riuscirà a piantare un fronte nel cuore dell'Europa, e a fermare la deriva omosessualista, quella per cui poche ore fa mi sono sentita dire, in tv, che la mamma non esiste, è un concetto antropologico? Come è potuto accadere, senza soldi, risorse, appoggi di nessun tipo?E successo che tanti rivoli si sono uniti, tante persone hanno lavorato insieme per dire la stessa cosa, percorrendo l'Italia in lungo e in largo, facendo rete, facendo nascere amicizie, passando parola, diventando una vera compagnia. Le Sentinelle in piedi hanno tenuto acceso il cuore e lo sguardo di tutti sull'obiettivo più profondo, la lotta per l'uomo, la lotta tra bene e male, la battaglia escatologica per la felicità vera e profonda dell'uomo. La Manif pour tous Italia ha funzionato da enzima, rompendo le scatole a tutti, tenendo gli occhi aperti su tutto quello che si è mosso nei media e in ambito legislativo. Gianfranco Amato ha riempito quasi ogni sera un teatro diverso in tutti gli angoli d'Italia, Giusy D'Amico, Simone Pillon, Emmanuele Di Leo, gli alfieri di Alleanza Cattolica, e poi Pro Vita, e Paolo Floris: tutti noi del comitato - appoggiati sulla roccia di Nicola Di Matteo, l'uomo macchina, l'organizzatore dei due più grandi eventi degli ultimi anni - abbiamo continuato a lavorare ognuno nel proprio ambito per continuare a informare la gente, per farla innamorare della causa. Dentro i movimenti e le realtà della Chiesa tantissimi si sono mobilitati con noi, con la menzione specialissima dei fratelli del Cammino Neocatecumenale, che a me in particolare hanno dato un esempio di cosa voglia dire essere cristiani veri, persone che hanno fatto un incontro, e che hanno capito che l'obbedienza a questo incontro ti salva la vita.Il mio eroe in tutta questa storia, però, permettetemelo, è Mario Adinolfi, colui che per primo in tutto il paese ha capito come dovesse essere condotta la battaglia. E stato lui che ha scoperto che nell'articolo 5 si annidava la possibilità di condonare l'utero in affitto come si fa con un abuso edilizio, perchè grazie a quell'articolo il compagno di chi si procura un bambino all'estero può chiamarsi padre o madre di quella creatura anche se non lo è. E stato Mario che per primo si è arrabbiato tantissimo per questa cosa, ed è stato il primo ad alzare la voce per cercare di dirlo, coperto dal frastuono di tutti i giornali e delle tv. Ha fondato un giornale, ha preso in affitto un palazzetto dello sport quando sembrava impossibile solo pensare di riempirlo, e quella sera di un anno fa quando pensavo che avrei brindato alla fine della nostra avventura mi ha fatto imbarcare in questa avventura ancora più pazza. Allora quasi nessuno credeva che ce l'avremmo fatta (anche io davo del pazzo a Mario, ma l'ho seguito lo stesso, soprattutto perchè mi sono fidata di Padre Maurizio), e poi niente, ci siamo incontrati tutti. Siamo finiti intorno a un tavolo con Kiko Arguello.Kiko ha riunito tutte le forze e si è messo ad ascoltare. Aveva ricevuto la lettera di una maestra bresciana preoccupata per la diffusione del gender nella sua scuola. Il fondatore del cammino l'ha presa sul serio, molto sul serio, e si è chiesto cosa potesse fare. Ha lanciato la pazza idea di Piazza San Giovanni, e così noi abbiamo abbandonato l'idea del Palazzetto e ci siamo uniti a lui. Nessun movimento, tranne il Cammino, ha detto di sì, e ancora una volta io pensavo che fosse una follia tentare un'impresa simile. Quando il 20 giugno sono salita sul palco e ho visto che non riuscivo a intravedere la fine della folla, da nessuna parte, ho capito che qualcosa di enorme era successo. Un popolo stava nascendo, tanti rivoli si erano uniti, e stavano dando vita a qualcosa che non si vedeva da tempo nel nostro paese. Davanti a questo popolo Kiko ha fatto il suo kerygma, e non mi vergogno di dire che quello è stato uno dei momenti più belli della mia vita (dopo il matrimonio e le nascite dei figli: quei momenti in cui senti che il cuore non sarà mai più lo stesso).Trovarmici dentro da protagonista è qualcosa che non mi spiego ancora, e che so perfettamente di non meritare, ma il Signore sceglie i sui generali come vuole lui, di solito tra i più disgraziati. E così io che nel mio primo libro avevo scritto «vi prego, però, non chiedetemi di fare un brindisi in pubblico perchè non riesco a parlare davanti a più persone di età superiore agli otto anni», sono finita nel cuore di questa cosa grandiosa.Quando abbiamo cominciato a organizzarci abbiamo deciso che Massimo Gandolfini sarebbe stato l'uomo giusto per guidarci, e chi lo ha ascoltato il 30 dal palco penso sia convinto che abbiamo fatto la scelta giusta. Massimo ha intrecciato rapporti con tutti coloro che potevano aiutarci, ha conquistato la fiducia di tanti, e adesso staremo a vedere quello che produrrà questo enorme lavoro di tutti, soprattutto il suo.Quale sarà l'esito pratico non lo so, voglio dire, non sappiamo se la legge Cirinnà sarà fermata, ma io comunque ho visto succedere sotto i miei occhi vari miracoli: soldi trovati dal nulla (vogliamo parlare dell'amica che mi ha offerto - cioè al comitato, non a me! - 22mila euro in tre ore?), gente che ha aperto le case, il cuore, il portafogli. Amicizie nate e diventate forti come querce. La consapevolezza di essere un popolo, il bisogno di guardarsi negli occhi e riconoscere che lo stesso incontro ha salvato la vita a tutti. La gioia di alzarci in piedi da risorti, come ha detto Don Antonello e come ho ripetuto dal palco. Il bisogno urgente di gridare al mondo che solo Gesù Cristo è la salvezza e la verità dell'uomo. Tutto questo chi fa una legge per compiacere qualche lobby neanche lo può immaginare, tutto questo nessuno ce lo toglierà, qualunque cosa succederà. Noi siamo un popolo, adesso, e questa nuova vita che è partita sarà difficile fermarla.
Alla faccia di tutta la falsa retoria sull'educazione' sessuale con sui si vogliono rovinare i bambini sin dalle prime scuole e dell'ideolgia di gender che pretende di trasformare i desideri pruriginosi in leggi dello Stato
Mons. Bregantini, uno dei pochi vescovi presenti al Family Day per gridare «No alla Cirinnà »
«Si tratta di una battaglia civica e laica, di una battaglia di dignità necessaria per tre ragioni: prima di tutto perchè la famiglia è un valore perenne; secondo, perchè le insidie sono cresciute davanti a certe posizioni laiciste di qualche giorno fa; e terzo, perchè se noi molliamo sulla famiglia molleremo anche sul piano sociale».
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