Karol Józef Wojtyła, eletto al soglio pontificio il 16 ottobre 1978 con il nome di Giovanni Paolo II, tra pochi giorni, il 18 di maggio, avrebbe compiuto cent’anni. Invece la malattia lo ha portato al Padre il 2 aprile 2005 e, a distanza di 15 anni, la sua figura di guida della Chiesa per 27 lunghi e densi anni per molti giovani fa parte di una storia passata: per i trentenni e gli adolescenti di oggi i pontefici di riferimento sono infatti Benedetto XVI o Francesco I.
Eppure, i dati di realtà dimostrano che quella di Giovanni Paolo II è una presenza tutt’altro che archiviata: anche nel tempo presente, infatti, il santo papa venuto dall’Est, riporta Religion En Libertad, continua «ad agire in una moltitudine di persone, spesso attraverso i suoi insegnamenti e le sue parole, ma anche attraverso la sua intercessione dal cielo». Ed è proprio per questo motivo che il team dello scrittore e giornalista spagnolo José María Zavala ha deciso di pubblicare un documentario dal titolo Wojtyla – L’inchiesta: un’ora e un quarto di testimonianze di persone che lo hanno direttamente conosciuto o che hanno ottenuto da lui delle specifiche intercessioni, che va a toccare diversi aspetti della vita del pontefice polacco.
GLI ARGOMENTI TRATTATI NEL DOCUMENTARIO
Il primo argomento presentato nel documentario è quello della croce: partendo dall’attentato subito da Giovanni Paolo II 13 maggio 1981, in piazza San Pietro, per mano del turco Mehmet Ali Ağca, il cardinale Stanisław Jan Dziwisz afferma, tra le altre cose, che «Giovanni Paolo II ha insegnato che la sofferenza ha un senso e alla fine dei suoi giorni, già malato e indebolito, non si è mai lamentato».
Una posizione, questa, che si collega con la seconda caratteristica che emerge in Wojtyla: l’intensità, difficile da catturare con le immagini, della preghiera del polacco.
Il film illustra quindi alcuni tratti salienti dell’uomo che era Karol: un amico fedele, una persona incline all’umorismo, un uomo capace di una grande vicinanza umana e nei cui occhi brillava lo sguardo stesso di Dio.
«Il documentario elenca anche i tentativi di omicidio precedenti a quello di Ali Agca, che erano almeno 3 (Messico, Fatima, Karachi…)». Inoltre, «coloro che lo osservavano da quando era un semplice sacerdote professore erano i servizi segreti della Polonia comunista. Ci sono 100 cartelle nei suoi file in Polonia che parlano di lui. Essendo un insegnante, gli agenti del regime notarono, preoccupati, che gli piacevano i giovani e dava loro “idee religiose”. Più tardi, come vescovo, videro che era un “grande organizzatore”».
Pur senza quindi entrare specificamente nei contenuti propri del lungo pontificato di Giovanni Paolo II, le testimonianze fanno emergere con forza il suo amore per la vita, per i giovani e per la famiglia.
Infine, i collegamenti con “l’oggi”: dalla presentazione del miracolo di guarigione da un aneurisma cerebrale di Floribeth Mora, del Costa Rica, che ha permesso a Giovanni Paolo II di essere canonizzato nel 2014, alla sua potenza di intercessione negli esorcismi, alla guarigione in utero – pressoché completa – del figlio di José Calderero, cui era stato prospettato un aborto… e molte altre testimonianze che dimostrano l’attualità della figura del papa polacco.
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