In un’ampia lettera che porta la data di ieri, solennità dei santi Pietro e Paolo, papa Francesco ha esortato tutta la Chiesa tedesca a «recuperare il primato dell’evangelizzazione», chiedendo la grazia di Dio attraverso la preghiera e il digiuno, così da poter affrontare «la crescente erosione» e il «declino della fede».
La lettera del Pontefice arriva in una fase di grande travaglio per la Chiesa in Germania, dove a marzo il presidente della conferenza episcopale e cardinale Reinhard Marx, noto per le sue posizioni “progressiste”, ha annunciato un «cammino sinodale» che ha come suoi fini principali l’abolizione del celibato sacerdotale e il cambiamento della dottrina cattolica sulla morale sessuale. Compromessi con il mondo che vengono visti con preoccupazione dai fedeli, come ricorda la recente lettera scritta al loro Vescovo, monsignor Heiner Koch, da un gruppo di laici dell’arcidiocesi di Berlino.
Nella sua missiva, Bergoglio fa presente che la sinodalità «suppone e richiede l’irruzione dello Spirito Santo», senza il cui aiuto nulla di buono è possibile. Infatti, «ogni volta che la comunità ecclesiale ha cercato di risolvere da sola i suoi problemi e si è concentrata esclusivamente sulle sue forze o sui suoi metodi, la sua intelligenza, la sua volontà o il suo prestigio, ha finito per aumentare e perpetuare i mali che stava cercando di risolvere». Dunque, per affrontare le sfide del presente, «serve coraggio, perché quello di cui abbiamo bisogno è molto più di un cambiamento strutturale, organizzativo o funzionale».
Da qui il richiamo di papa Francesco a vedere nell’evangelizzazione «il nostro criterio guida per eccellenza». Secondo il Santo Padre l’evangelizzazione non deve essere «un “ritocco” che la adatta allo spirito del tempo, ma che le fa perdere la sua originalità e profezia […]. No. L’evangelizzazione è un cammino da discepoli di risposta e conversione all’amore di Colui che ci ha amati per primo (cfr. 1 Gv 4, 19)». Bergoglio cita quindi un passo del “Discorso della montagna”, ricordando che il Signore è stato chiaro: «Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta» (Mt 6, 33).
Si tratta quindi di portare Gesù a «tutte le realtà terrene» per far sì che «la Passione di Cristo tocchi in modo reale e concreto le molteplici passioni e situazioni in cui il suo Volto continua a soffrire a causa del peccato…». In che modo riuscirci? «La veglia e la conversione sono doni che solo il Signore ci può regalare. A noi basta chiedere la Sua grazia attraverso la preghiera e il digiuno […]. Abbiamo bisogno di orazione, penitenza e adorazione per poterci porre come il pubblicano a dire: Dio mio, abbi pietà di me peccatore (Lc 18, 13)», spiega Francesco. «Nemmeno la sinodalità può sfuggire a questa logica».
IL CARDINALE WOELKI RINGRAZIA IL PAPA
Papa Francesco è stato ringraziato per la sua lettera dal cardinale Rainer Maria Woelki, uno dei sette vescovi tedeschi che l’anno scorso avevano espresso il loro dissenso sull’intercomunione, figlia della forte protestantizzazione della Chiesa nel Paese teutonico, dove secondo una ricerca dell’Università di Friburgo il numero di cattolici ufficiali si dimezzerà entro il 2060. «È rinfrescante quanto chiaramente e senza paura scrive il Santo Padre, esprimendo i termini che in questo Paese esprimiamo spesso solo con esitazione e una certa timidezza: pentimento, conversione, missione», ha scritto Woelki in una dichiarazione, riferita dalla CNA.
Woelki rimarca il fatto che papa Francesco abbia parlato di «erosione e declino della fede», perché questo «ci incoraggia a non chiudere gli occhi sulla realtà» e riconoscere che la crisi della Chiesa è «prima di tutto una crisi di fede». Da cui si esce solo se «siamo pienamente devoti a Cristo». Perciò l’arcivescovo di Colonia esorta a prendere seriamente le parole del Pontefice alla Chiesa tedesca: «Portiamo la Buona Novella nel mondo di oggi!».
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