Dopo ben tre diagnosi, due delle quali effettuate da ospedali d’eccellenza, come il Gaslini e il Bambin Gesù, il destino del bambino sembrava segnato: il piccolo sarebbe nato con delle gravi malformazioni al punto da rendere necessario suggerire alla madre addirittura la strada drammatica dell’aborto. É la storia di Flavia Imparato e di suo marito Francesco Casali, riportata sulle colonne di Libertà– Il quotidiano di Piacenza.
Tutto inizia lo scorso 3 marzo, quando Flavia, da anni residente a Piacenza, al quinto mese di gravidanza, si sottopone alla morfologica, che dà risultati preoccupanti: i medici ne eseguono ben 4 di ecografie, per essere sicuri della diagnosi e notano che lo stomaco del piccolo è a “scarso riempimento”, ovvero con troppo liquido amniotico che indicherebbe una complicazione seria, ovvero la bocca non collegata allo stomaco ma ai polmoni.
Senza darsi per vinta, Flavia decide di andare a Genova, al Gaslini, specializzato in cure pediatriche, dove, non solo viene confermata la diagnosi eseguita a Piacenza, ma le viene nuovamente suggerito l’aborto, nonostante i medici avessero aggiunto che non ci fosse l’assoluta certezza, riguardo le malformazioni, ma che tuttavia queste, avrebbero potuto generare altre complicazioni gravi, rendendo il quadro pesante.
Ma Flavia non si arrende, il suo viaggio della speranza continua, alla volta di Roma e dell’ospedale Bambin Gesù, dove riceve le medesime risposte di Piacenza e Genova. Tuttavia, insieme al responso degli uomini di scienza, arriva anche un suggerimento dall’alto: il padre spirituale della futura mamma, il francescano Secondo Ballati la invita a pregare la Madonna, l’unica che avrebbe potuto far svoltare la situazione. Così la coppia comincia a pregare la Madonna di Santa Maria di Campagna, a Piacenza e va in pellegrinaggio a Pompei, date le origini partenopee di Flavia.
Un’altra esperienza che l’ha sorretta nella sua scelta è stata il suo ruolo di volontaria presso l’Assofa, associazione volontaria familiare per persone portatrici di handicap fondata dall’ex parlamentare Giancarlo Bianchini, come ha dichiarato a Libertà, Flavia stessa: «Lì ho capito che se tuo figlio nasce con un handicap è un bambino come gli altri. Lì in associazione pregano perché a tutti i bambini venga data la possibilità di nascere». Inoltre, spiega che avrebbe deciso di rendere nota la sua storia per invitare tutti ad avere fiducia nella Madonna e nella vita. «Il cuore di mio figlio – continua Flavia sul quotidiano piacentino- l’ho sentito battere al decimo giorno e per me mio figlio era già vivo anche se non era ancora nato, mai e poi mai gli avrei negato di vivere».
E così ad appena un mese dal parto, quasi a voler testare fino all’ultimo la fede della donna, arriva la Grazia tanto sperata: durante il quinto viaggio a Roma, al Bambin Gesù, l’ecografia non inquadra più una situazione drammatica e il pericolo risulta completamente rientrato. Così Flavia, lo scorso 29 luglio, ha partorito un bambino perfettamente sano che ha chiamato, per mantenere il voto fatto alla Madonna, “Rosario”. (Fonte foto: Pexels)
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