È possibile rispondere a una violenza subita senza colpa con gesto d’amore, così come ci insegnano i Vangeli? Certamente sì, ed è giusto prodigarsi in tal senso, tuttavia è innegabile la difficoltà che questo comporta, soprattutto se la violenza consiste in uno stupro subito in pieno giorno da una ragazza di ventidue anni, nel pieno della giovinezza.
Quella che riportiamo oggi è una testimonianza apparsa sul portale Live Action, a firma della poco più che ventenne Justice Spearman, che dello stupro cui facevamo cenno è il frutto: sua madre Sunny, infatti, nel 1997 scelse per la vita. E non se n’è mai pentita, anzi, è stata proprio questa scelta a darle la forza di superare il trauma della violenza subita e a far sì che in seguito si sia impegnata per aiutare altre donne a scegliere per la vita, riportando loro la sua scelta, presa in circostanze così difficili.
Spearman condivide con la madre questa passione per la vita, che trova le sue basi anche in una solida adesione alla fede: «Indipendentemente – afferma infatti la giovane – da come avviene il concepimento, credo in quello che dice la Bibbia, che i bambini sono una benedizione del Signore e che non ci sono clausole su come ciò avvenga. Credo nella santità della vita e che la vita abbia inizio al momento del concepimento».
Certo non è sempre stato facile per Spearman, anche perché c’è un dato che le è stato evidente fin dalla tenera età: la sua pelle è nera, mentre quella della madre e dei suoi tre fratellini più piccoli è bianca. A soli dieci anni di età, dunque, Sunny le ha spiegato – con parole calibrate sull’età della figlia – quanto era successo. Ed è forse proprio questa consapevolezza di essere tra i pochi “sopravvissuti” a una scelta spesso data per scontata, ossia quella di dare la morte ai bambini che nascono da una violenza, ad aver portato la giovane a credere e a testimoniare pubblicamente la santità e la dignità di ogni vita umana. Aspetto che va di pari passo con l’urgenza, sentita dalla ragazza, di dover informare circa le gravi conseguenze che scaturiscono dalla scelta di un aborto volontario e che provocano nelle donne danni sia fisici (da emorragie e infezioni a infertilità, successivi aborti spontanei, parti prematuri, cancro al seno e anche alla morte), sia psicologici (ansia, tristezza, depressione, autolesionismo…).
«Molte donne – afferma infatti Spearman – hanno difficoltà a concettualizzare le conseguenze di un aborto. È facile distaccarsi dalla realtà della gioia che una vera vita umana è dentro di te, specialmente se il concepimento è connesso a un abuso. Questo è il motivo per cui amo condividere la mia storia e avere la capacità di attestare il fatto che non importa in che modo arrivi una gravidanza, la vita umana è preziosa e porta più gioia di qualsiasi altra esperienza di vita».
Questa dichiarazione, nel contempo profonda e limpida, non è una delle poche voci fuori dal coro: sono infatti sempre di più le donne che stanno rilasciando testimonianze in questa direzione, affermando come la scelta di dare speranza alla vita che cresceva nel loro grembo si sia poi rivelata essere la loro ancora di salvezza e la loro prima possibilità di rialzare lo sguardo. Rispondere alla violenza con un’altra violenza porta in una spirale di morte, mentre l’amore apre alla vita.
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl