Il Clasico lo ha già vinto con un gol decisivo contro il Barcellona e per l’occasione ha anche battuto Messi, superandolo come marcatore del derby spagnolo più giovane di sempre. Ma Vinicius Jr, il nuovo talentino del Real Madrid ad appena 20 anni sembra avere le idee chiare anche su altro, non solo sulla carriera di calciatore: “Voglio diventare il più forte del mondo”, che fa tanto sogno dalle favelas al tetto del mondo. Ma anche sulla sua vita, che è imperniata su una fede molto radicata. Buon per lui, anche se il rischio che il talentino possa perdersi nel vorticoso mondo del calcio, tra bizze e cadute clamorose, è dietro l’angolo.
Di sicuro, il giovane cresciuto nella favelas carioca di Sao Gonçalo, non fa mistero della sua educazione cattolica. Precisamente, nel corso di una recente intervista al quotidiano Marca, ha scodellato risposte molto mature per la sua età.
“Hai portafortuna?”, gli ha chiesto il giornalista. “No, non sono superstizioso”, la sua risposta. Poi, a proposito dei suoi tatuaggi ha confessato di averne uno con scritto “benedetto da Dio”. “Dio è tutto per me, sono cattolico”.
La sua fede è presente anche sui social: il campioncino utilizza in molte occasioni citazioni bibliche per rivelare il suo stato d’animo o quello che sta vivendo in quel momento.
Ad esempio, quando si è infortunato col Real Madrid ed è dovuto stare fuori dal campo per due mesi, su Twitter ha pubblicato un versetto del profeta Isaia: “Non ho timore, perché Io sono con te, non sia angustiato il tuo cuore perché io sono il tuo Dio. Ti fortifico, ti aiuto ti sostengo con la mia destra vittoriosa”.
Altre volte ha anche citato il libro di Giosuè (1,9): “Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non aver paura e non sgomentarti, perché l’Eterno, il tuo Dio, è con te dovunque tu vada”. Vinicius si ricorda del Signore non solo nei momenti di difficoltà, ma anche in quelli gioiosi. Dopo la prima visita medica coi blancos, ultimo ostacolo al suo passaggio milionario dal Flamenco (45 milioni di euro) all’attuale campione di Spagna, il giovane ha espresso tutta la sua gioia così: “Caro Dio, grazie per avermi ascoltato, per avermi protetto e perché fai di tutto per vedermi sorridere”. Quando segna poi, nelle interviste post partita, ringrazia “Dio per tutto”.
La fede gli è stata trasmessa in famiglia dai genitori che definisce un pilastro fondamentale della sua vita. Il padre ha dovuto cambiare mestiere per potergli permettere di giocare a calcio e lasciare la favela. Però Vinicius ancora oggi per potersi tatuare qualcosa chiede al genitore il permesso.
Vinicius non ha mai parlato di come vive la sua fede pubblicamente, fuori di tweet e interviste, per intenderci: se reciti il Rosario o se vada a Messa tutte le domeniche o tutte le volte che gli impegni di trasferta glielo consentono. Sarebbe interessante saperlo, più che altro per capire se si tratta di una fede incarnata anche nella vita della Chiesa e quindi matura o se invece è ancora ad uno stadio – diciamo, se ci è permesso – emozionale.
Però il giovanotto è comunque un bell’esempio, se non altro di coraggio controcorrente. Oggigiorno per potersi definire cattolici, in certi ambienti devi fare pubblica ammenda di buonismo o di politicamente corretto. Dall’entusiasmo mostrato in queste uscite, non sembra essere questo il caso.
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