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Vienna vuole eliminare la peste: bandire dal suo territorio tutte le slot machine. Chapeau
NEWS 26 Agosto 2014    

Vienna vuole eliminare la peste: bandire dal suo territorio tutte le slot machine. Chapeau

di Marco Di Blas

Le sale da gioco sono come le sigarette: si sa che fanno male alla salute e al portafogli, ma allo Stato fanno comodo, perché portano soldi nelle sue casse. Anche lo Stato austriaco non riuscirebbe a far quadrare il suo bilancio senza questa fonte di gettito. Ma il Comune di Vienna – che ha lo status di un Land e le cui scelte politiche contano in uno Stato federale – ha detto basta. Basta con le slot-machine, che hanno invaso la città, dilagando soprattutto nei quartieri periferici, dove abita la popolazione meno abbiente e più facilmente vittima di questa droga elettronica.

Le slot-machine regolarmente registrate nella capitale austriaca sono oltre 1.500 e assicurano al Comune un’entrata fiscale di 50 milioni all’anno. La scelta di metterle fuorilegge, dunque, ha un costo enorme per la città, ma era una delle richieste avanzate dai Verdi per accettare di entrare a far parte della giunta (per la prima volta nella storia di Vienna) con i socialdemocratici. Nell’Spö la questione era dibattuta da tempo tra favorevoli e contrari. Alla fine si sono imposti i giovani della “Sektion 8”, i cosiddetti “Rebellen”, d’accordo con i Verdi sulla necessità di porre fine a una piaga che sta salassando soprattutto la povera gente.

Le slot dovrebbero essere messe fuori servizio a partire dal 2015, ma il condizionale è necessario, perché la disciplina giuridica della materia è complessa, la competenza nel campo del gioco d’azzardo è dello Stato federale (ed è quindi una legge federale quella che regola attualmente il gioco con le apparecchiature automatiche), mentre le autorizzazioni per l’uso e la gestione di questi impianti competono al Land. Siamo in una delle classiche zone grigie che frequentemente mettono in crisi gli Stati federali. E in questa zona di incertezza giuridica intendono muoversi i gestori dello slot-machine, che vedono minacciato un giro d’affari miliardario e che sono pronti a difendere i loro interessi con le unghie e con i denti.

“Molte concessioni scadranno soltanto nel 2019 o nel 2020 – sostiene Helmut Kafka, rappresentante dell’Associazione dei giochi automatici – e si stima che un centinaio siano addirittura a tempo indeterminato”. Come può dunque il Comune di Vienna revocarle a partire dal prossimo anno, ledendo in tal modo un diritto acquisito? Sarà inevitabile un contenzioso cruento, che secondo Kafka potrebbe costare a Vienna (o allo Stato) un risarcimento di un centinaio di milioni. Dal punto di vista dei gestori delle slot si tratta soltanto di vedere chi ha la responsabilità in materia – lo Stato o il Land – e contro chi dunque agire. Per questo in settembre presenteranno al Magistrato di Vienna (un organo amministrativo mandamentale) un’istanza di accertamento. Dopo di che, come si usa dire, adiranno le vie legali, pronti a rivolgersi fino alla Corte europea di giustizia. Quello che potremmo definire “il processo di (Helmut) Kafka” sembra destinato a durare a lungo, forse anni, nei quali le 1.500 slot di Vienna continueranno a funzionare e a succhiare soldi.