L’inizio del 2018, in Francia, è stato segnato dallo svolgimento degli Stati generali di bioetica, in vista della revisione della legge sulla bioetica prevista per il 2019.
In tale contesto, la Chiesa francese non ha mancato di far sentire la propria voce, chiarendo la posizione del Magistero. Nei giorni scorsi, per esempio, in seguito all’apertura del Comitato consultivo nazionale per l’etica (CCNE) alla fecondazione artificiale anche per donne single e per coppie di donne, l’episcopato francese ha pubblicato una Dichiarazione, dal titolo La Dignità della procreazione, nella quale viene espressa «preoccupazione per un’evoluzione legislativa che mira ad estendere l’uso delle tecniche della procreazione medicalmente assistita».
Accanto a questo, nelle ultime ore è tornato a parlare (già si era espresso a inizio giugno) anche monsignor Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi e già medico, che ha rilasciato una lunga intervista a Le Parisien, nella quale tocca diversi temi.
Fecondazione artificiale (PMA) e utero in affitto (GPA)
Rispetto all’estensione della possibilità di accesso alla fecondazione artificiale, secondo Aupetit rivela una deriva nell’intendere la dignità umana, nello specifico su due punti. Il primo: «È concepibile che si possa considerare che un bambino non abbia bisogno del padre? Perché è di questo che parla»; il secondo è forse più sottile e interessa «la domanda dell’embrione. La ricerca si sta aprendo sempre di più. Oggi, nella legislazione, non hai nulla. Non esiste uno stato legale dell’embrione umano. Questo vuoto permette esperimenti e lo rende un porcellino d’India. Poiché vengono utilizzati sempre meno animali, utilizzeremo embrioni umani». La ricerca scientifica è buona e va incentivata, prosegue l’arcivescovo, ma non può avere un campo d’azione illimitato, perché non tutto è lecito. Per questo, Aupetit invita i cattolici a mobilitarsi sulla questione della PMA, nel tentativo di risvegliare le coscienze assopite. E mette in guardia i fedeli rispetto alle rassicurazioni del governo rispetto al fatto che questa modifica in materia di fecondazione artificiale non comporterà un’apertura alla pratica dell’utero in affitto: «Non ci credo minimamente».
Eutanasia
Quello del fine vita è un altro tema molto caldo: il CCNE ha dichiarato che non intende modificare la legge attualmente in vigore, ma nel contempo menziona casi eccezionali che potrebbero portare a una qualche revisione della stessa. Per Aupetit questo potrebbe facilmente corrispondere a un’apertura all’eutanasia; senza considerare, poi, che dare vita a «una legge che dirà cosa possiamo fare o non fare è estremamente complicato». Di contro, per il prelato sarebbe invece «necessario generalizzare le cure palliative e consentire ai familiari di partecipare alla morte del loro caro».
Aborto (IVG)
Aupetit che, come si diceva in apertura, prima di diventare sacerdote era un medico, è stato un obiettore di coscienza: l’aborto uccide una persona e la possibilità di rifiutarsi di compiere un gesto simile è «un diritto fondamentale di ogni società. Una società che lo annienta è chiamata dittatura. L’obiezione di coscienza fa parte della legge medica ed è intoccabile. Questo diritto deve essere assolutamente preservato, posso dirvi che i medici reagiranno duramente se lo tocchiamo».
Pedofilia
Rispetto al tema della pedofilia, infine, Aupetit non ha dubbi nel non legarla al celibato sacerdotale. Tuttavia, afferma, «è imperativo che la chiesa sia coerente. Abbiamo bisogno di una conversione radicale altrimenti, è ovvio, non possiamo essere credibili. Dobbiamo ringraziare le vittime che forse non abbiamo sentito, ma anche i media per aver rivelato tutti questi casi. È una buona cosa: c’è un ascesso, il pus deve essere completamente svuotato». E questo va fatto, se fosse necessario, anche in virtù di un intervento esterno alla Chiesa.
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