«Nessun essere umano è un oggetto, nessun figlio è una cosa». Un’affermazione dal sapore dell’ovvietà che però non solo non è più tanto pacifica, ma sta diventando punto di contestazione, frontiera di scontro. È difatti proprio con questo argomento – «nessun essere umano è un oggetto» – che la Chiesa cattolica francese ha deciso in questi giorni di sfidare direttamente l’azione del Presidente Macron il quale, oltre alle già discusse riforme su pensioni e trasporti, è intenzionato a portarne a casa, come usa dire, anche una terza: quella sui temi della bioetica.
Trattasi di un passaggio che, più che riforma, andrebbe qualificato come rivoluzione dal momento che ciò che Macron ha in mente non è tanto introdurre una modifica ma addirittura tre: e tutte gravemente sostanziali. Il primo punto concerne la liberalizzazione della nascita attraverso fecondazione extracorporea di un nuovo essere umano, facendo così diventare assoluto – e non più soggetto a «paletti» quali per esempio quello dell’infertilità – il desiderio di genitorialità da parte di una coppia e non solo.
Una seconda novità riguarda la legalizzazione della filiazione senza padre o discendenza paterna e di una maternità mediante una semplice dichiarazione di volontà, davanti al notaio, senza che la donna viva la gestazione. Una picconata in piena regola, insomma, all’istituto familiare tramite l’abbattimento definitivo della figura paterna.
Terzo e ultimo punto oggetto di contestazione cattolica, l’estensione della diagnosi pre-impianto. Un passaggio, pure questo, estremamente grave dato che – come messo in luce dai vescovi francesi – aprirebbe la strada a una maggiore selezione di bambini non ancora nati, dando vita ad un’eugenetica liberale. «Volere un bambino senza alcuna variante genetica», afferma al riguardo la Chiesa francese, «non è solo un’illusione, ma disumanizzerebbe anche la nostra umanità».
Ma la voce che più si è levata con maggior chiarezza contro questo progetto di legge sulla bioetica -come si diceva fortemente voluto dal presidente Emmanuel Macron e, lo scorso ottobre, approvato in bozza in modo schiacciante dall’Assemblea Nazionale con 359 voti favorevoli, 114 contrari e 72 astenuti – è quella dell’arcivescovo Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, il quale nella giornata di ieri ha diffuso un comunicato a dir poco rovente, a partire dalla citazione evangelica che lo introduce: «Se restiamo in silenzio, le pietre grideranno» (Lc 19, 40).
La dura nota di monsignor Aupetit è sostanzialmente centrata su un paradosso del nostro tempo: quello del rispetto generalizzato verso l’ambiente che però, nei fatti, si tramuta in letale indifferenza verso il figlio concepito o appena nato. «Come mai la nostra società, così giustamente interessata al rispetto dell’ecologia per il pianeta, è così piccola quando si tratta dell’umanità?», si chiede l’arcivescovo parigino, che subito aggiunge: «Tutto è collegato. Lo ripeto ancora una volta: il bambino è un dono da ricevere, non un dono da fare. L’assenza di un padre è un danno che può essere subito, ma è mostruoso infliggerlo apposta».
Che dire, parole determinate e piene di quel giudizio di verità sulle cose che oggi, purtroppo, non è più scontato ascoltare neppure negli interventi degli uomini di Chiesa. Basterà l’attivismo dei vescovi francesi e di monsignor Aupetit a fermare la sovversione bioetica e antropologica che vuole introdurre Macron? Non lo sappiamo. Tuttavia, come detto, di certo i pastori francesi non stanno tacendo né si sono fatti intimorire dal politicamente corretto. E, visti i tempi che corrono, nel male è già qualcosa. Anzi, ben più che qualcosa.
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