Il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, ha dato un significato particolare alla messa celebrata in occasione della festa di san Giuseppe. Venerdì scorso ha presieduto la liturgia nel santuario di Montenero, dedicando la celebrazione all’Italia. Di seguito riportiamo alcuni passaggi dell’omelia del vescovo (fonte: Diocesi di Livorno)
di Simone Giusti*
«[…] Nella società del nostro tempo, spesso i figli sembrano essere orfani di padre. Anche la Chiesa di oggi ha bisogno di padri, che significa introdurre il figlio all’esperienza della vita e della realtà. […] La paternità non è mai esercizio di possesso ma segno che rinvia a una paternità più alta. In un certo senso, siamo tutti sempre nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre celeste, ombra che segue il Figlio. […]
Il suo esempio ci sollecita a comprendere che è abbandonandosi pienamente alla volontà di Dio che l’uomo diventa un operatore efficace del disegno di Dio, il quale desidera riunire gli uomini in una sola famiglia, una sola assemblea, una sola ‘ecclesia’. Giuseppe è quindi il padre nell’obbedienza, come testimonia il suo atteggiamento davanti alle richieste che Dio gli rivolge nei quattro sogni di cui si parla nei Vangeli. […]
Giuseppe ci svela il segreto di un’umanità che vive alla presenza del mistero, aperta ad esso attraverso i dettagli più concreti dell’esistenza. In lui non c’è separazione tra fede e azione. La sua fede orienta in maniera decisiva le sue azioni. Paradossalmente è agendo, assumendo quindi le sue responsabilità, che egli si mette da parte per lasciare a Dio la libertà di realizzare la sua opera, senza frapporvi ostacolo.
L’Italia ha bisogno di queste persone, di questi uomini e donne che sanno essere responsabili e protagonisti non per carriera o per soldi ma per amore al proprio Popolo, alla propria Nazione.
L’Italia è il frutto del sacrificio, anche fisico, di tanti. L’Italia ha bisogno di uomini e donne pronte al sacrificio in primis i suoi governanti e dirigenti: dal coraggio di mettere al mondo dei figli al saper vivere responsabilmente il proprio lavoro, il proprio servizio alla Patria mai per interesse di parte.
L’Italia ha bisogno di giustizia ma la storia anche recente, ci dimostra che essa non è data dal voto di una maggioranza parlamentare né da leggi coercitive, ma da coscienze libere, forti e responsabili ancorate a un patrimonio valoriale condiviso, frutto di un convergere fra religioni e filosofie di vita. Non la supremazia delle une sulle altre ma solo la faticosa concordia, potranno generare uno Stato casa di tutti i cittadini e vincere ogni forma di violenza o di terrorismo o disaffezione alla nostra Patria».
* Vescovo di Livorno
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