Pubblichiamo alcuni stralci della lettera che il vescovo di Cesena-Sarsina ha inviato ai fedeli con data 16 maggio 2021, il titolo è «Per amore del mio popolo» e il documento integrale è consultabile sul sito web della diocesi.
di Douglas Regattieri*
[…] Sento il bisogno di parlare per esprimere l’amore che anch’io nutro per il mio popolo, affidato alle mie cure pastorali, pensando così di assolvere al compito di essere come la sentinella (cfr. ls 21, 6.8).
La dignità della persona e della famiglia
Il primo tema su cui desidero intervenire si riferisce al disegno di legge sulla omotransfobia in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere (il cosiddetto DDL Zan), in discussione in questi giorni al Senato, dopo aver ricevuto lapprovazione della Camera.
Non si tratta solo di opporsi alla violenza nei confronti delle persone in ragione del loro orientamento sessuale: questo già è previsto dalla Costituzione (vedi art. 3 e Codice penale). Il testo va oltre e induce a ritenere che il solo pensare ed esprimersi diversamente rispetto alle definizioni contenute nel disegno di legge potrebbero apparire come una istigazione e una discriminazione, quindi possano esporre all’accusa di omotransfobia.
Nella definizione dei termini pare ci sia, inoltre, una pericolosa sovrapposizione della dimensione soggettiva con quella oggettiva. Questo è evidente soprattutto quando il DDL definisce l’identità di genere: cioè, «identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso, indipendentemente dall’aver concluso il percorso di transizione». Si chiedeva sulle pagine di Avvenire Francesca lzzo: «È progresso consentire di dichiararsi donna o uomo in base alla propria percezione soggettiva annulla ndo il sesso? O è progresso agire perché donne e uomini, i due sessi che costituiscono l’umanità, siano riconosciuti entrambi pari e liberi?»
L’espressione ‘identità di genere’ mira chiaramente ad annullare la differenza, il dualismo uomo-donna, a vantaggio di un’autopercezione individuale, tesa a cancellare la differenza sessuale, a creare una confusione antropologica che confonde e sicuramente lede il principio di condivisione, reciprocità uomo-donna, su cui si fondano la famiglia e l’educazione. Anche solo a partire da queste poche osservazioni sul DDL Zan non possiamo esprimere che forti perplessità e dubbi.
Noi ci richiamiamo piuttosto a quanto la Dottrina della Chiesa espone con chiarezza a proposito di questi temi. Mi limito a tre citazioni: «Ogni genere di discriminazione circa i diritti fondamentali della persona, sia in campo sociale che culturale, in ragione del sesso, della razza, del colore, della condizione sociale, della lingua o della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio». «Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere e accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L’armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto». «La Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. I n nessun caso possono essere approvati».
La denatalità
Un altro tema legato alla vita e alla famiglia, alla dignità della persona e al nostro futuro demografico è quello dell’allarmante calo della natalità. È il secondo problema che desidero mettere a fuoco. Ha scritto il nostro quotidiano Avvenire, in questi giorni: «Il calo delle nascite è, in tutto il mondo, un effetto collaterale della pandemia. Anche la Cina ne è stata interessata con una drastica riduzione demografica, soprattutto a partire dal 2021». Venerdì scorso, il 14 maggio, si sono aperti gli Stati generali della natalità. Papa Francesco era presente e ha rivolto la sua parola i nvita ndo tutti ad approfondi re la sfida dell’inverno demografico e sollecitare una nuova narrazione sul tema della natalità. Il direttore del nostro settimanale diocesano Corriere Cesenate, a questo proposito, ha scritto, sul numero scorso, che l’Italia, assieme al Giappone, è uno degli Stati più vecchi del mondo e ha auspicato «robustissime politiche demografiche a sostegno delle famiglie con figli. […] Da noi, un retaggio ideologico frena legislazioni in favore della famiglia in quanto soggetto unico nei confronti dello Stato». Condivido il suo appello: «Ora tocca a noi. Non si può fare finta di non sapere. L’anno di lockdown ha fatto affossare ancora di pi ù, se era ancora possi bile, il tasso di natalità, con un – 4 per cento in Emilia-Romagna». […]
*Vescovo di Cesena-Sarsina
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