I vescovi cattolici del Messico si sono espressi con fermezza contro l’aborto, in vista di una sentenza della Corte Suprema che potrebbe influenzarne la legalizzazione in tutto la nazione.
«Affermiamo, secondo prove scientifiche, che la vita umana inizia dal momento del concepimento», ha affermato il vescovo José Jesús Herrera Quiñones di Nuevo Casas Grandes nello stato di Chihuahua. L’aborto non aiuta le donne, ha affermato Herrera, a capo del comitato per la vita della conferenza episcopale messicana, in un comunicato stampa del 24 luglio.
«La dignità umana deve essere riconosciuta e curata», ha affermato, sottolineando che alle donne in gravidanza devono essere offerti supporto materiale, fisico e psicologico piuttosto che aborto. Si prevede che la prima riunione della Corte Suprema messicana, che si terrà il 29 luglio, emetterà una decisione su un caso dallo stato di Veracruz, in cui un tribunale inferiore ha incaricato i legislatori di emanare una legge che consenta l’aborto nelle prime 12 settimane di gravidanza. Se la maggioranza dei cinque giudici della Corte suprema confermasse la decisione del tribunale inferiore, Veracruz sarebbe la terza giurisdizione in Messico a legalizzare l’aborto, dopo lo stato di Città del Messico e Oaxaca.
Il vescovo Herrera ha dichiarato che la sentenza «potrebbe avere un impatto diretto sulla protezione legale del diritto umano fondamentale alla vita, in particolare nelle sue fasi iniziali». Ha avvertito che mentre gli effetti immediati della sentenza sarebbero stati avvertiti a Veracruz, alla fine potrebbe portare a cambiamenti in tutto il paese. Il governo è responsabile della protezione della vita umana, ha affermato Herrera. Ha chiesto ai cattolici e a tutti i cittadini di lavorare «per garantire che la dignità di ogni essere umano sia valorizzata e di affrontare le gravi sfide che ci vengono presentate in questo momento nella storia del nostro Paese».
Rodrigo Iván Cortés, presidente del Fronte nazionale per la famiglia, ha dichiarato che la costituzione di Veracruz include una clausola che protegge la vita umana «dal momento del concepimento fino alla morte naturale». Cortés ha affermato che approvare l’aborto a Veracruz sarebbe «un attacco al diritto fondamentale alla vita, alla base di tutti gli altri diritti. Sarebbe un duro colpo per lo stato di diritto e le istituzioni democratiche in Messico», ha avvertito. «La separazione dei poteri in Messico sarebbe violata, la sovranità statale sarebbe violata, sarebbe un’invasione contro i poteri legislativi dello stato». Una tale sentenza, ha aggiunto Cortés, susciterebbe un “effetto domino”, con i sostenitori dell’aborto che presentano appelli in altri stati come strumenti per diffondere la legalizzazione dell’aborto. Nel tentativo di testimoniare la dignità della vita umana, Cortés ha affermato che si terrà una manifestazione in difesa del nascituro il 28 luglio a Constitution Plaza a Città del Messico. Inoltre, una petizione CitizenGo intitolata “Siete giudici, non legislatori” ha raccolto oltre 140.000 firme per sollecitare il tribunale a respingere la legalizzazione dell’aborto. (Fonte)
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