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Vescovi di Malta contro i progetti di legge sull’uguaglianza: «Minacciano le libertà fondamentali»
NEWS 17 Settembre 2020    di Giulia Tanel

Vescovi di Malta contro i progetti di legge sull’uguaglianza: «Minacciano le libertà fondamentali»

«Nessuna persona dovrebbe essere discriminata in base alla razza, alla nazionalità, all’orientamento sessuale, alla disabilità, alla religione, all’età, all’ideologia politica o qualsiasi altra caratteristica che renda una persona unica. La dignità di ogni persona lo esige. […] Gli insegnamenti della Chiesa danno valore a ogni persona dal concepimento fino alla morte naturale». Sono parole forti, chiare, contenute in una lettera riportata da CruxNow, datata 15 settembre e recante le firme dell’arcivescovo Charles Scicluna, presidente della conferenza episcopale maltese, di Anton Teuma, vescovo di Gozo, e di Joseph Galea-Curmi, vescovo ausiliare di Malta, che hanno deciso di portare nuovamente il proprio (preoccupato) contributo all’interno del dibattito, che si protrae oramai dalla primavera scorsa, attorno a due progetti di legge in esame presso il Parlamento maltese sul tema della “uguaglianza”, termine dietro il quale si nascondono – neanche troppo velatamente – gli interessi delle lobby Lgbtq… E questo a dispetto del fatto che nel Paese, dal 2017, è possibile celebrare matrimoni omosessuali.

LIBERTÀ IN TRAPPOLA

«Se i progetti di legge non vengono modificati con cautela e trasparenza, minacceranno le libertà fondamentali che abbiamo sempre apprezzato», proseguono i vescovi: su tutte, la libertà di pensiero e di espressione, la libertà religiosa e la libertà di educazione. Il tutto, andando contro la normativa vigente, sia nazionale, sia internazionale.

Sia chiaro, scrivono come si evidenziava in apertura i prelati, che la Chiesa è la prima a essere favorevole alla «eliminazione di tutte le forme di discriminazione nel nostro Paese», ma agendo cum grano salis, per dirlo con una nota locuzione, e senza perseguire secondi fini.

EDUCAZIONE E ISTRUZIONE

Due fronti molto problematici rispetto ai progetti in esame sono quelli che interessano la responsabilità genitoriale e la scuola.

Infatti, da un lato i genitori che intendono educare i propri figli secondo la dottrina cristiana, magari anche mandandoli a scuola in un istituto cattolico, rischierebbero di vedersi preclusa questa possibilità. Tuttavia, educare i propri figli è il dovere primario di ogni genitore, che nel compiere questa missione deve poter agire in piena libertà. Allo stesso modo, i dirigenti scolastici e i docenti degli istituti scolastici non sarebbero più liberi di poter insegnare ai propri alunni qual è il pensiero della Chiesa in materia di sessualità e vita, senza con questo «essere considerati discriminatori».

OBIEZIONE DI COSCIENZA

Un ulteriore aspetto rilevato come critico dai prelati di Malta riguarda poi la mancata possibilità di fare obiezione di coscienza: questo diritto, infatti, non è previsto dai progetti di legge in esame. Obiezione di coscienza che, proseguono i vescovi, garantirebbe «che nessuno sia costretto a impegnarsi, far parte, promuovere o partecipare ad attività che vanno contro la propria coscienza e i principi e i valori che abbraccia».

LA VERA EQUITÀ

I progetti di legge in esame, in definitiva, ruotano attorno a un misunderstanding tanto diffuso, quanto funzionale alle lobby arcobaleno: il fatto di portare avanti un’idea di uguaglianza che sia valida per tutti indiscriminatamente, annullando ogni differenza in quanto tacciata di essere discriminatoria. Un pensiero fallace, che non prende in considerazione il fatto che ogni persona è diversa e che, dunque, per raggiungere un medesimo obiettivo ha bisogno di mezzi differenti: «la vera uguaglianza», chiosano infatti i vescovi maltesi, «rispetta ogni persona, tiene conto e celebra le differenze, senza eliminarle». Altrimenti, come mostra la vignetta a lato, perseguendo un’uguaglianza fine a se stessa, si finisce veramente per discriminare.


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