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Vescovi del Ghana alzano la voce contro la migrazione illegale
NEWS 4 Dicembre 2018    di Giulia Tanel

Vescovi del Ghana alzano la voce contro la migrazione illegale

Si alza forte e chiara la voce dei vescovi del Ghana attorno al problema dell’immigrazione illegale di tanti giovani uomini e donne che decidono di lasciare il Paese in cerca di una vita migliore in Europa.

FERMIAMO L’ESODO ILLEGALE

Riunitasi in assemblea plenaria dal 9 al 16 novembre scorsi a Techiman – situata nella regione di Brong Ahafo, zona particolarmente colpita dal fenomeno in questione – la conferenza episcopale ghanese ha infatti avuto modo, riporta Crux, «di ascoltare le lamentele delle autorità tradizionali e politiche, del vescovo ospite e di altre parti interessate sulla migrazione irregolare a Techiman, Nkoranza e nella regione di Brong Ahafo nel complesso» e di farsi dunque un’idea dei numeri della questione; facendo riferimento all’anno 2017, e prendendo in considerazione solamente i rimpatri dalla Libia, sono stati 4.092 i giovani costretti a fare ritorno a casa: ma questa è esclusivamente la punta dell’iceberg di un fenomeno purtroppo massiccio e radicato. Hanno dichiarato i vescovi: «Siamo rattristati dalla sfortunata perdita di vite nel deserto e nel Mar Mediterraneo di giovani uomini e donne che si imbarcano in questi perigliosi viaggi. Condividiamo le ansie delle famiglie che hanno perso i contatti con i loro parenti, che sono partiti per questi viaggi e pregano per il loro ritorno sicuro. Come parte del nostro impegno a ridurre al minimo l’alto livello di migrazione in questa parte del nostro paese, abbiamo incaricato la Caritas Ghana, la nostra organizzazione di sviluppo e soccorso, di dare priorità alle azioni per affrontare questa minaccia nella regione di Brong Ahafo e nell’intero paese».

DAL GHANA VERSO LA LIBIA

Samuel Zan Akologo, direttore della Caritas, fa eco ai prelati, affermando che la situazione è oramai «calamitosa»: «Due città di Brong Ahafo (Techiman e Nkoranza), nella diocesi di Techiman», ha affermato, «sono famose per i loro centri di reclutamento aperti. 700 migranti irregolari sono stati rimpatriati dagli Stati Uniti in un solo colpo. Ci sono ancora molte persone in attesa di rimpatrio». E la stessa Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) riconosce che il Ghana risulta essere uno dei Paesi con il maggior numero di migranti illegali, soprattutto verso la Libia, da dove tentano poi l’attraversata del Mediterraneo: un viaggio della speranza che, stando sempre ai dati della IOM, negli ultimi quattro anni ha visto coinvolti 400.000 migranti e rifugiati africani, ben 15.000 dei quali hanno perso la vita.

Di fronte a questa situazione, dunque, i vescovi ghanesi hanno preso un pubblico impegno per ridurre le migrazioni, sollecitando anche il governo a intervenire. Nel fare questo, la chiesa locale si impegna – riporta l’Agenzia Fides – a «ridurre la disoccupazione giovanile, lanciando due nuovi programmi: investimenti di forte impatto sociale e iniziative per le imprese sociali».

E IL GHANA NON E’ UNA DISCARICA PER RIFIUTI ELETTRONICI

Un altro tema affrontato dai vescovi è poi stato quello dell’ambiente. Il Ghana è infatti «uno dei maggiori destinatari di rifiuti elettronici globali. Diverse aree del suo territorio sono inquinate da metalli pesanti contenuti in dispositivi elettronici gettati in enormi discariche aperte», senza dimenticare inoltre la mole sempre più consistente di rifiuti di vario genere che viene abbandonata a cielo aperto. Accanto a questo, desta preoccupazione la desertificazione che, denunciano i vescovi, «aggrava la povertà della popolazione locale e addirittura li priva del loro sostentamento agricolo».


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