Mancano pochi giorni all’inizio del vertice in Vaticano sulla protezione dei minori dagli abusi, che si terrà dal 21 al 24 febbraio. Mentre si avvicina il summit, al quale prenderanno parte i presidenti delle Conferenze episcopali, continua a tenere banco il caso dell’ormai ex cardinale Theodore McCarrick, travolto dallo scandalo generato dai suoi rapporti e abusi a carattere omosessuale, e si discute della fresca nomina a camerlengo di Santa Romana Chiesa del cardinale Kevin Farrell, dal 2016 prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, e a lungo stretto collaboratore dello stesso McCarrick.
In un’analisi pubblicata sulla Catholic News Agency, Ed Condon fa notare che la vicenda McCarrick e l’imminente incontro sugli abusi sessuali si sono intrecciati «in un modo che molti a Roma avrebbero preferibilmente evitato. Per molti, il caso di McCarrick è un ostacolo da superare» prima del vertice in Vaticano, come prerequisito per la sua riuscita. «Ma sembra sempre più probabile che un verdetto su McCarrick servirà solo a mettere in luce le questioni che non saranno affrontate al summit della prossima settimana». Il verdetto di cui sopra potrebbe riguardare la cosiddetta “riduzione allo stato laicale” di McCarrick*, mentre le questioni che non sono state poste sul tavolo dal comitato organizzatore del summit attengono al problema dell’omosessualità nel clero e della sua forte correlazione con gli abusi, emergente da rapporti pubblicati in diverse parti del mondo (dagli studi dello statunitense John Jay College al rapporto diffuso in settimana in Belgio).
Il vertice rischia insomma di non affrontare il tema chiave, mancando di approfondire il problema delle coperture interne alla Chiesa e la diffusione della sodomia. Alcuni vescovi americani che hanno parlato con la Cna, ma il discorso si potrebbe allargare, temono in sostanza che nei giorni tra il 21 e il 24 febbraio ci si concentrerà più su procedure e aspetti secondari che sull’offrire soluzioni concrete. Del resto, lo stesso papa Francesco ha parlato di sgonfiare le «aspettative» sulla prossima riunione in Vaticano.
Pare inoltre improbabile, a dispetto di quanto chiesto da vittime degli abusi (come Marie Collins) e da prelati come il cardinale Sean O’Malley, che si parli di ampliare e ridefinire canonicamente la categoria degli «adulti vulnerabili» poiché questo proposito – motivato dal fatto che diversi abusi sono stati subiti da seminaristi e giovani preti – è stato escluso dalle parole del cardinale Blase Cupich e del gesuita Hans Zollner, che fanno parte del comitato organizzatore e hanno indicato che il summit si soffermerà solo sugli abusi a danni dei minori; sia Cupich che Zollner, tra l’altro, preferiscono parlare genericamente di “clericalismo” anziché riconoscere la matrice omosessuale della gran parte degli abusi, commessi in circa l’80% dei casi su adolescenti maschi.
C’è poi l’accennata questione relativa al cardinale Farrell, che il 14 febbraio è stato nominato camerlengo dal Pontefice. La figura del camerlengo, i cui compiti sono delineati nelle costituzioni apostoliche Pastor Bonus e Universi Dominici Gregis, ha la sua importanza in relazione alla fase di Sede vacante – cioè quando un Pontefice muore (o rinuncia al ministero petrino) – durante la quale rientra tra i suoi doveri quello di «amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede» (UDG, 17).
Alla notizia di questo nuovo incarico per Farrell, Condon e altri commentatori hanno fatto notare la vicinanza del porporato a McCarrick. Quest’ultimo, nel 2001, volle Farrell come suo vicario generale all’arcidiocesi di Washington e lo consacrò vescovo nel febbraio dell’anno seguente, avendolo come suo ausiliare. Per circa cinque anni Farrell e McCarrick vissero nello stesso appartamento, ma il neo camerlengo – una volta esploso lo scandalo riguardante l’amico ed ex arcivescovo di Washington – ha sempre detto di non aver mai saputo nulla degli abusi commessi dall’ex coinquilino, malgrado le voci riguardanti le malefatte di McCarrick fossero diffuse già all’epoca. In passato Farrell è stato anche amministratore generale dei Legionari di Cristo – congregazione da cui è poi uscito affermando di non essere a conoscenza degli abusi commessi dal fondatore, Maciel Degollado – e oggi è uno dei più aperti sostenitori del gesuita James Martin, noto per i tentativi di avanzare l’agenda Lgbt nella Chiesa.
* AGGIORNAMENTO: proprio oggi la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato un comunicato in cui si annuncia che a McCarrick – che ha ricevuto notifica del provvedimento già ieri – è stata comminata “la pena della dimissione dallo stato clericale”.
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