Occhio al presepe in corsia, potrebbe essere discriminatorio, divisivo, ledere i diritti delle donne e chi più ne ha più ne metta. No, non è un’esagerazione, è il racconto di quello che sta accadendo dentro al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Civile di Venezia dove qualcuno, durante le festività natalizie, deve avere avuto la strambissima idea di esporre un’icona con la Natività. Questo qualcuno deve senz’altro essere un provocatore, un discriminatore seriale, o ad andar bene un ingenuotto, perché non ha tenuto conto della Cgil e del Pd, che si sono indignati e hanno fatto sentire la loro voce con l’Ulss 3 Serenissima.
Il neo segretario provinciale della Cgil Daniele Giordano scrive: «Pare che l’installazione si trovi proprio nei pressi delle stanze dove avvengono i colloqui per valutare le interruzioni di gravidanza. Il conforto che le donne devono trovare in un momento così particolare e delicato come quello del parto, o di una scelta complessa e spesso dolorosa come quelle dell’interruzione di gravidanza, non devono in alcun modo essere accostati a un credo religioso che potrebbero mascherare comportamenti da “stato etico” che non possono trovare in alcun modo cittadinanza a Venezia»
Gli fanno eco i rappresentanti locali del Partito Democratico: «Come Pd chiediamo che si rimuovano immediatamente tutte le rappresentazioni religiose che vanno contro la sensibilità delle donne e il rispetto dei loro diritti. Il compito dell’Ulss è di garantire alle donne il loro diritto a una libera scelta, in tempi adeguati, rimuovendo tutti i vincoli e le difficoltà che oggi ci sono. In Veneto il diritto all’interruzione di gravidanza è sempre più messo in discussione dalla diffusione dei medici obiettori e dalle tante difficoltà, anche burocratiche, che le donne trovano nel fare questa scelta. Sono decine le segnalazioni sui tempi lunghissimi di attesa per le visite ginecologiche, ostetriche o per altri esami, e sono moltissime le donne costrette a rivolgersi al privato per essere adeguatamente seguite. Si evitino le strumentalizzazioni e si garantisca il rispetto delle donne e dei loro diritti».
In questo contesto surreale ha replicato la Cappellania dell’ospedale: «L’immagine in questione è tutto fuorché divisiva e anzi il suo significato, umano e religioso, richiama all’amore, alla cura e all’accoglienza reciproca, ossia a quei valori universali, e così preziosi, che dovrebbero accomunare tutti, specialmente in un luogo particolare quale è l’ospedale. L’immagine stessa, quindi, non possiede alcuna valenza di contrapposizione o di battaglia ‘ideologica’, né può essere o va utilizzata per riferimenti altri o polemiche strumentali sull’aborto, sul rispetto delle donne… »
Il fatto che ci sia bisogno di specificarlo racconta del clima surreale in cui la cancel culture ci ha trascinato. Di certo c’è un dato di verità, l’immagine della Sacra Famiglia è un luminoso ed eterno inno alla vita e quindi chi promuove, incoraggia e serve l’aborto non può non sentire risuonare questo richiamo, che evidentemente rimbomba nelle coscienze. Non è togliendo l’icona che non la sentirete più. (Foto: IlGazzettino.it/Twitter)
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