Il Vaticano ha smentito il premier spagnolo che aveva attribuito alla Santa Sede un ruolo nell’esumazione della salma di Francisco Franco dal Valle de los Caidos. Ufficialmente si tratta di una smentita ad un capo di Stato e come tale va considerata. Però, i retroscena e gli interrogativi sul destino del Santuario presso il Valle de los caidos di Madrid sono ancora tutti aperti. Ecco perché il comunicato di ieri della Santa Sede non contribuisce a chiare tutto, ma di fatto alimenta il giallo.
Una cosa è certa, ed è arrivata con l’ufficialità vaticana ieri, quando il portavoce della Sala Stampa d’oltretevere ha smentito il premier spagnolo Pedro Sanchez, negando così un ruolo della Chiesa nella polemica vicenda dell’esumazione del corpo di Francisco Franco come invece affermato da Sanchez in un’intervista al Corsera l’8 luglio. «Nella vicenda del corpo di Franco (Papa Francesco ndr.) mi ha aiutato. Nel Valle de los Caídos c’era una comunità di benedettini contrarissima all’esumazione. Ho chiesto l’intervento del Vaticano. E tutto si è risolto».
Questa la replica della Santa Sede arrivata 15 giorni dopo: «Riguardo alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Governo spagnolo, il Signor Pedro Sánchez, si precisa che la Santa Sede, sulla questione dell’esumazione di Francisco Franco, ha ribadito in varie occasioni il suo rispetto per la legalità e le decisioni delle autorità governative e giudiziarie competenti, ha sollecitato il dialogo tra la famiglia e il Governo e non si è mai pronunciata sull’opportunità dell’esumazione né sul luogo della sepoltura, perché non rientra nelle sue competenze».
Valle de los caidos è il nome che comunemente si dà alla Basílica de la Santa Cruz del Valle de los Caídos, dunque, prima di addentrarsi in vicende politico-ideologiche è sempre bene tenere presente che si tratta di un luogo sacro. Luogo sacro dove, per volere del dittatore Francisco Franco vennero sepolti tutti i morti della terribile guerra civile, i vincitori e i vinti, che ha insanguinato la Spagna e che Franco ha di fatto pacificato sconfiggendo le forze comuniste che – giova sempre ricordarlo – stavano massacrando i civili e i religiosi con un odio e una sistematicità che poche altre volte si è visto nel ’900.
Vincitori e vinti, dunque: tutti accomunati nella sepoltura come – direbbe Totò – una livella. E tra questi anche il caudillio, il quale non previde né decise lui di essere sepolto lì, dato che fu portato al Valle soltanto dopo una decisione politica del governo che succedette al dittatore e che era presieduto dal Re Juan Carlos.
Sul Valle del los caidos si sono accesi i riflettori negli ultimi anni quando dopo il governo Zapatero sono tornati a farsi vive spinte antifranchiste che però celano al fondo un anticattolicesimo di fondo.
Ora arrivano le parole dal Vaticano a prendere le distanze da quell’esumazione che nei fatti è stata una profanazione. Ma il vero obiettivo del governo non è propriamente Franco, la cui presenza in quel luogo assumeva per molti nostalgici di destra una bandierina politica. Profanando la tomba di Franco, che volle il Valle de los caidos proprio per pacificare una Spagna dilaniata, cosa che il Governo anticristiano Podemos-Socialisti non accetta, si è dato il primo colpo di accetta alla presenza cristiana nel luogo. Prova ne è che subito dopo l’esumazione di Franco, sono uscite subito due notizie che sanno di lavoro da finire: la prima è che i benedettini, i soli ad opporsi alla profanazione del corpo di Franco e come ammesso da Sanchez i suoi nemici numero uno, sarebbero in procinto di lasciare la custodia della Basilica. La seconda sono le proposte di legge depositate in Parlamento e sposate dal governo, di trasformare il Santuario in un mausoleo generico, privo soprattutto della Basilica e della Grande croce che oggi svetta sul valle.
Se il Vaticano non ha avuto alcun ruolo nella vicenda dell’esumazione di Franco, per la cacciata dei benedettini e la riduzione del santuario a mausoleo, qualche parola sarebbe bene che arrivasse.
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