Il Vaticano ha rotto il silenzio e ha espresso la propria opinione in merito al delicato tema, molto dibattuto negli Stati Uniti negli ultimi mesi, in particolare in relazione alla posizione del neo presidente Joe Biden, circa la liceità di consentire la comunione a coloro che, politici ma non solo, portano avanti pubblicamente posizioni contrarie al Magistero della Chiesa.
Un’opinione espressa per mezzo di una lettera, datata 7 maggio, che il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Luis F. Ladaria (foto in alto), ha inviato all’arcivescovo José H. Gomez, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, in risposta a una precedente missiva che quest’ultimo gli aveva inviato il 30 marzo per metterlo a conoscenza del fatto che i vescovi statunitensi stavano preparando un documento sulla cosiddetta “coerenza eucaristica”, la cui approvazione, previo invio di una bozza proprio alla Congregazione per la dottrina della fede «per una revisione informale, prima della sua presentazione al corpo dei vescovi per un voto», era prevista per metà giugno.
Ebbene, la posizione espressa da Ladaria va a configurarsi sostanzialmente come un invito, rivolto a Gomez e con lui ai vescovi che si posizionano sulla sua stessa linea, a porre un freno ai propri intenti.
Come riporta l’American Magazine, che dichiara di aver letto una copia della lettera, in prima battuta Ladaria motiva a Gomez l’impossibilità di soddisfare la sua richiesta di avere il testo della missiva che l’allora cardinal Joseph Ratzinger aveva inviato nel 2004 all’ex cardinale Theodore McCarrick sul tema. Tuttavia, rinvia alla Nota dottrinale della Congregazione della fede del 2002 “circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”.
Quindi, il prefetto richiama il fatto che già nella visita ad limina dei vescovi statunitensi a papa Francesco nel 2019-2020 era stata discussa l’opportunità di redigere un tale documento e che già allora la Congregazione aveva «consigliato di avviare il dialogo tra i vescovi per preservare l’unità della conferenza episcopale di fronte alle divergenze su questo argomento controverso». Ad oggi, prosegue Ladaria, «la Congregazione osserva che una tale politica, data la sua natura potenzialmente controversa, potrebbe avere l’effetto opposto e diventare una fonte di discordia piuttosto che di unità all’interno dell’episcopato e della chiesa più grande degli Stati Uniti». Un concetto ulteriormente rimarcato e ampliato nei seguenti passaggi: «Una tale dichiarazione [sulla dignità di ricevere la comunione, ndr] dovrebbe esprimere un vero consenso dei vescovi sulla questione, pur osservando il prerequisito che qualsiasi disposizione della conferenza in questo ambito rispetti i diritti dei singoli Ordinari nelle loro diocesi e le prerogative della Santa Sede» e, nel contempo, Ladaria caldeggia un confronto con le conferenze episcopali di Paesi differenti, «sia per imparare gli uni dagli altri che per preservare l’unità nella Chiesa universale».
Un richiamo all’unità che si accompagna a quello al dialogo: tra vescovi americani, in primis, ma anche con i politici pro choice, «come mezzo per comprendere la natura delle loro posizioni e la loro comprensione dell’insegnamento cattolico», e infine, appunto, con i vescovi di altri Stati.
Sottolineature, queste volte all’unità e al dialogo, che avrebbero potuto essere state trasmesse anche ai vescovi tedeschi incamminati lungo una via sinodale che promette strappi con Roma, ad esempio sul tema della benedizione alle coppie omosessuali.
Quindi, in mezzo a questi appunti di “metodo”, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede propone anche una sottolineatura per così dire “contenutistica”, che è poi quella che è stata maggiormente ripresa e diffusa dai media, ossia: «Sarebbe fuorviante se una simile dichiarazione desse l’impressione che l’aborto e l’eutanasia da sole costituiscano le uniche gravi questioni della dottrina morale e sociale cattolica che richiedono la massima responsabilità da parte dei cattolici». Il che è vero: anche l’aborto e l’eutanasia sono questioni gravi della dottrina morale e sociale cattolica da tenere in debito conto, accanto ad altre, ma la questione sulla preminenza dei cosiddetti «principi non negoziabili» resta aperta all’interno del Chiesa.
Insomma, da Roma si è alzata una voce, e segue un indirizzo difficilmente equivocabile. Ora tutto sta nel vedere come sarà recepita da Gomez e dagli altri vescovi statunitensi.
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