Dalla Commissione Giustizia della Camera è arrivato oggi pomeriggio, grazie al voto compatto del centrodestra, il primo ok alla proposta di legge di Giorgia Meloni (Fdi) che mira a rendere l’utero in affitto punibile anche se praticato all’estero. Contrari Pd e 5S.
Nel novembre 2020 su Il Timone la nostra Raffaella Frullone intervistò proprio Giorgia Meloni che in quei giorni presentava questa proposta di legge: «È un tema che seguo da tanti anni», ci disse la Meloni, «fin dai tempi di Azione Giovani. La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è stata approvata nel 2004, io non ero ancora in Parlamento ma la difesa della dignità delle donne e del diritto di un bambino ad avere un padre e una madre erano già dei punti fermi del movimento giovanile di An. E da sempre costituiscono l’identità del nostro impegno politico. Poi, da quando è nata Ginevra, la mia personale sensibilità è più spiccata: la maternità mi ha dato uno sguardo diverso sulle cose e la chiave per comprenderle meglio. Ed è anche per questo che non mi capacito di come si possa sostenere che sia una battaglia di civiltà pagare una donna disperata per vendere suo figlio, per far crescere un bambino senza una madre e un padre. Sono tante le storie che mi hanno colpito, e ad alcune di queste abbiamo dato voce anche nell’ultima edizione di Atreju, ma devo dire che le immagini dei bambini stipati in una clinica di Kiev come merce da ritirare in un magazzino mi hanno davvero sconvolto».
L’Associazione Family Day attraverso il suo leader, Massimo Gandolfini, ha espresso soddisfazione per questo passaggio avvenuto oggi in Commissione Giustizia alla Camera.
«Esprimiamo grande soddisfazione e apprezzamento riguardo l’adozione in Commissione Giustizia del testo base della legge che propone di perseguire l’utero in affitto come reato universale. Il testo Meloni applica le pene previste dalla legge 40 per la barbara pratica dell’utero in affitto anche qualora il fatto sia commesso all’estero. Questo non solo tutela il diritto di ogni bambino a non essere oggetto di un mercimonio, ma anche quello di tante donne disperate di ogni angolo del mondo, che vengono sfruttate da un mercato che intende trasformare i desideri dei ricchi in diritti. La guerra in Ucraina ha infatti posto sotto i riflettori di tutta la comunità internazionale il dramma delle fabbriche di bambini e delle donne usate come contenitori che attendono i committenti nelle città bombardate» sono state le parole del leader del Family Day Massimo Gandolfini.
«Non ci sono più alibi o giustificazioni», ha inoltre aggiunto Gandolfini, «è arrivato il momento che tutte le forze politiche convergano sulla proposta di legge, in una nazione che vuole essere capofila dei diritti umani non può essere tollerato alcun ostruzionismo teso ad affossare un atto di civiltà contro il moderno schiavismo. Un figlio non si compra e una donna non si affitta. Tutte le evidenze scientifiche, così come il semplice buon senso, dicono che l’esperienza di vivere nove mesi nell’utero di nostra madre non è un fatto indifferente per la formazione di un essere umano, ma un processo che ha molteplici implicazioni emotive, psicologhe, biologiche e fisiologiche. Pertanto è criminale ridurre il miracolo della maternità e della gravidanza alla stregua di un servizio messo sul mercato. Spero che anche parlamentari che hanno avuto problemi a condannare apertamente questa pratica».
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