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Usa, per un’associazione accademica dire che siamo maschi o femmine è «ideologia»
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18 Dicembre 2018

Usa, per un’associazione accademica dire che siamo maschi o femmine è «ideologia»

Cari comuni mortali che avete l’abitudine di chiedere se il pargoletto in grembo è un bambino o una bambina e alla nascita magari vi piace esporre i fiocchetti azzurri o rosa, sappiate che tutto quello che avete creduto finora – voi creduloni che nulla sapete della Nuova Scienza Arcobaleno – è solo «ideologia». L’American association of university professors (Aaup), che conta oltre 500 diramazioni e 39 associazioni statali, ha pubblicato a novembre un documento intitolato The assault on gender and gender studies («L’assalto al genere e agli studi di genere»), secondo cui definire il sesso su base binaria, cioè nella sua natura maschile-femminile, sarebbe roba da «fondamentalisti religiosi».

Il documento dell’Aaup, approvato da due suoi comitati interni (il comitato sulle donne e quello sulla libertà accademica), si scaglia contro il piano dell’amministrazione Trump di adottare nella legge federale una definizione di genere che sia «su base biologica chiara, fondata sulla scienza, oggettiva e gestibile», il che risolverebbe molti paradossi creati dal proliferare della propaganda transessualista. L’Aaup condanna anche il decreto con cui il premier ungherese Viktor Orban ha proibito di tenere corsi universitari sugli studi di genere, il termine pulito dietro cui si cela l’ideologia gender, che per i suoi proponenti continua a non esistere…

Stessa critica per Polonia, Bulgaria e Brasile dove ci sono stati «tentativi di rifiutare il consenso accademico che l’identità di genere è variabile»: in questo consenso esaltato dall’Aaup immaginiamo rientri lo psicologo e sessuologo John Money, tra gli inventori del concetto di identità di genere, il quale convinse dei genitori a crescere il loro bambino, Bruce Peter Reimer (cui era stato tagliato il pene per una maldestra circoncisione), come se fosse una bambina. Bruce, cresciuto come «Brenda», non si identificò mai nel sesso femminile e morì suicida nel 2004, ma prima volle raccontare la sua storia perché non venisse fatto ad altri quanto era stato fatto a lui.

Nonostante ciò, l’Aaup afferma che «biologi, antropologi, storici e psicologi hanno ripetutamente mostrato che le definizioni del sesso e della sessualità sono variate attraverso il tempo, le culture e i regimi politici», ma non è dato sapere chi siano queste illustri figure, perché l’importante è far credere che la natura maschile-femminile sia un mero costrutto culturale, anziché un dato innanzitutto biologico. Segue il solito polpettone radical-femminista sulla famiglia patriarcale e le strutture di potere, per poi arrivare all’esplicito attacco a chi afferma la complementarità sessuale tra uomo e donna: «Politici e fondamentalisti religiosi non sono né scienziati né studiosi. I loro motivi sono ideologici. Sono loro che offrono “l’ideologia gender” cercando di annullare le intuizioni di studiosi seri. […] impongono la loro volontà nel nome di una “scienza” che non ha il supporto dei fatti».

La mistificazione della realtà operata dall’Aaup raggiunge l’apice quando scrive che definire il genere su base biologica farebbe «sproporzionatamente» soffrire «specialmente le persone povere e le persone di colore»: il perché rimane un mistero, ma si sa che quando non si ha un’argomentazione logica si mescola un po’ di tutto per ottenere un qualche consenso. E le menzogne ripetute, purtroppo, tornano utili allo scopo.

A dispetto di quanto dice l’Aaup, è proprio la scienza a sostenere il tentativo dell’amministrazione Trump di specificare nella legge federale che il termine «sesso» è legato alla biologia e non ha alcun legame con il concetto fasullo di identità di genere. Già quasi 30 mila persone hanno firmato una petizione lanciata da medici e accademici come la pediatra Michelle Cretella e l’endocrinologo pediatrico Quentin Van Meter, rispettivamente direttrice esecutiva e presidente dell’American college of pediatricians, Donna Harrison, direttrice dell’American association of pro-life obstetricians and gynecologists, Peter Morrow, presidente della Catholic medical association, e molti altri professionisti e docenti universitari. «La norma per il progetto umano», si legge nella petizione, «è di essere concepiti o maschio o femmina. La sessualità umana è binaria per progetto per l’ovvio scopo della riproduzione della nostra specie. Questo principio è auto-evidente. “XY” e “XX” sono i marcatori genetici rispettivamente del maschio e della femmina, e si trovano in ogni cellula del corpo umano, incluso il cervello. Il sesso è stabilito al momento del concepimento, si dichiara nell’utero ed è riconosciuto alla nascita».

Inoltre, «i disordini congeniti non sono sessi aggiuntivi. […] Questi disordini [presenti nelle persone che oggi vengono chiamate “intersessuali”, ndr] si verificano in meno dello 0,02% di tutte le nascite», ma «l’uso dei disordini congeniti per far avanzare il mito che ci sia una moltitudine di sessi umani esistenti su uno spettro è attivismo ideologico e politico, non scienza», attivismo che poi produce assurdità come la settantina di “generi” sessuali fissati tempo fa da Facebook, e rappresentati da sigle sempre più lunghe, come Lgbtqi+.

È sempre la scienza, ricorda la petizione, ad aver approfondito le differenze sessuali tra maschi e femmine, scoprendo che conoscerle adeguatamente serve anche a fare progressi in campo sanitario. «L’Istituto di Medicina ha riconosciuto la singolare importanza del sesso nel campo della salute e della medicina quasi due decenni fa. I cromosomi sessuali rivelano differenze innate tra uomini e donne letteralmente in ogni cellula del nostro corpo».

La petizione presenta poi una panoramica dei danni causati dall’ideologia Lgbt, e transgender in particolare (elevati tassi di suicidio, disturbi mentali, uomini che gareggiano in competizioni femminili, uomini che diventano responsabili di abusi in bagni e carceri femminili, ecc.), e spiega che coloro che si definiscono tali «meritano un trattamento medico ottimale influenzato dal sesso biologico». Affinché la legge rispetti «la dignità umana di tutti gli americani, inclusi coloro che si identificano come transgender, deve essere basata sulla verità biologica; non sulle falsità ideologiche a scapito dei diritti dei bambini e delle donne, della salute e dello stare bene». Oggi bisogna chiamare in causa la scienza per ricordare ciò che è ovvio, come dire che la profezia scritta più di un secolo fa da Chesterton – sulle spade che sarebbero state sguainate per dimostrare che le foglie in estate sono verdi – era proprio azzeccata.

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