«I cristiani finlandesi ancora una volta sono sotto processo per essere semplicemente cristiani. Per più di quattro anni, il procuratore finlandese canaglia ha ingiustamente preso di mira il membro del parlamento finlandese Päivi Räsänen e il vescovo Juhana Pohjola, per aver twittato un versetto biblico e una critica nei confronti della sua stessa chiesa e aver pubblicato a libretto sul matrimonio. Questo pubblico ministero è determinato a sfruttare come arma il potere del sistema legale finlandese per mettere a tacere non solo un membro del parlamento e vescovo luterano, ma milioni di cristiani finlandesi che osano parlare esercitando i loro diritti naturali alla libertà di espressione e alla libertà di religione nella pubblica piazza. La storia ricorderà questo caso o perché la follia è stata fermata oppure come l’inizio della fine, poiché l’Occidente dichiara guerra aperta al cristianesimo» E’ questo un estratto della lettera firmata da 16 membri del Congresso sul caso di Päivi Räsänen, e indirizzata all’ambasciatore statunitense per la libertà religiosa internazionale Rashad Hussain e all’ambasciatore statunitense in Finlandia Douglas Hickey.
La Räsänen era finita alla sbarra per “crimini d’odio” semplicemente perché aveva osato twittare un una frase contenuta nella lettera di San Paolo ai Romani e aveva espresso critiche nei confronti delle posizioni pro lgbt assunte da parte della chiesa luterana, di cui per altro fa parte. Tanto è bastato per fa scattare la gogna. Ma la giustizia le ha dato ragione. Sia lei che il vescovo Pohjola sono stati processati nel 2022 e assolti dal tribunale di Helsinki, tuttavia il procuratore generale finlandese ha presentato ricorso contro questa decisone e una nuova udienza è prevista il prossimo 22 agosto sempre a Helsinki, da qui l’appello dei 16 firmatari: « Quello che sta succedendo è chiaro, il processo pena. Il targeting selettivo di questi individui di alto profilo è progettato per raffreddare sistematicamente il discorso pubblico sotto la minaccia di ripercussioni legali e stigma sociale» si legge ancora nella lettera, «nessun americano, nessun finlandese e nessun essere umano dovrebbe affrontare un processo per aver semplicemente vissuto le proprie convinzioni religiose»
Non è certo la prima iniziativa in difesa dell’ex ministro finlandese, ma in vista dei prossimi appuntamenti in tribunale le voci libere ricominciano a far sentire la propria preoccupazione, in questo senso si è espresso anche il Consiglio luterano internazionale: «Chiediamo a tutte le persone di buona volontà di condannare questo procedimento irragionevole, di prendere posizione per la libertà di parola e di religione per tutti e di pregare per il vescovo Pohjola e il dottor Räsänen e per la loro assoluzione. Quando scendiamo a compromessi sulla libertà solo per uno o due, alla fine mettiamo a rischio la libertà per tutti». La Räsänen è ufficialmente perseguita per il reato di “agitazione contro un gruppo di minoranza”, espressione che funge da ombrello per le più generiche accuse di “incitamento all’odio” nella sezione “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” nel codice penale finlandese.
«La libertà di espressione e la libertà di religione – si legge ancora nella lettera- sono radicate in ciò che significa essere un americano. Come membri del Congresso siamo fianco a fianco con tutte le persone di buona fede condannando l’aggressione legale contro il deputato Räsänen e il vescovo Pohjola per il semplice fatto di essere cristiani».
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