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Una «sentinella in piedi» intervistata. 58enne, sposato da 20, padre di una 14enne. Uno normale
NEWS 29 Novembre 2017    

Una «sentinella in piedi» intervistata. 58enne, sposato da 20, padre di una 14enne. Uno normale

Chi sono le Sentinelle in piedi? Persone che si riuniscono e manifestano, leggendo un libro in silenzio in piedi per un’ora circa, contro il ddl Scalfarotto anti-omofobia e contro “matrimoni” e adozioni gay. Ma perché questo timore di un disegno di legge contro l’omofobia? La “mia” sentinella ha il volto e la voce pacati di Andrea, professionista di 58 anni, sposato da venti, con una figlia quattordicenne. Ha partecipato all’iniziativa, a Pisa, con un altro centinaio di Sentinelle, domenica 5 ottobre. Le Sentinelle in Piedi, di solito, non rilasciano interviste e non parlano con i giornalisti, evitano di esprimere posizioni personali e hanno dei portavoce territoriali.
Non ho avuto nessun problema, però, a contattare alcune di loro e incontrare Andrea a Viareggio.
Ci sediamo al bar e ordiniamo due caffè.

Voi Sentinelle non siete “a favore dell’omofobia”…
Tutt’altro. Ma se una legge permette a qualcuno di interpretare la difesa della famiglia naturale – formata da uomo e donna – come omofobia, allora è giusto protestare.

È una lotta per la libertà d’espressione?
Esatto. Dicono che abbiamo la costituzione più bella del mondo, e lo penso anche io. Non si parla di offese, si parla di affermare un’opinione.

Ok, è una lotta per la vostra libertà d’espressione…
Ma i diritti e le tutele devono essere garantiti a tutti. Qualcosa che si avvicina al reato d’opinione, invece, non è giusto.

Non temete che la vostra esposizione mediatica dia, paradossalmente, più visibilità e risalto a quello contro cui vi battete?
Sì. Ma la visibilità non significa automaticamente condivisione. Vogliamo far riflettere sui rischi che si corrono.

Riassumendo, niente matrimonio tra persone dello stesso sesso, e niente adozioni. E niente rischi nel difendere la famiglia “naturale”.
Sì. Idee che tutte noi Sentinelle condividiamo ed esprimiamo in modo pacifico. Ci opponiamo – credo in modo legittimo – a queste cose. Che poi, oggi questo, domani l’utero in affitto, poi chissà.