«Un discorso dal sapore fortemente transfobico», questo sarebbe stato, secondo il Fatto Quotidiano, il discorso pronunciato dall’artista Carlos Santana durante il concerto all’Hard Rock Hotel & Casino di Atlantic City del 24 agosto. «Quando Dio ha creato te e me, prima che uscissimo dal grembo sapevi chi eri e cosa eri. Poi quando cresci vedi le cose del mondo e inizi a credere che potresti essere qualcosa di diverso che ti suona bene», così è iniziato il famigerato discorso, «ma sai che non è giusto perché un uomo è un uomo e una donna è una donna». E qui l’ha fatta grossa. Tanto che i media mainstream non hanno tardato ad additare quest’ultima frase come «choc». Ovviamente il tutto ha visto la mobilitazione degli attivisti Lgbt e le pronte scuse del cantante, per «l’insensibilità» delle sue parole. Come il più banale dei copioni ai quali ci ha abituato il politicamente corretto.
L’obbligo morale in vigore sarebbe quello di impedire di affermare l’ovvietà, così palese da non dover scomodare chissà quale entità superiore. Ma l’ulteriore colpa di Santana è quella di averla scomodata. Nominare Dio in un discorso del genere non ha fatto altro che peggiorare la sua situazione. Perché se J. K. Rowling o Riley Gaines si appellano alla sola biologia, qui Santana parte dalla Creazione e sembra tanto aver fatto riferimento al versetto di Geremia che recita: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo» (Ger 1,5). Quello per cui oggi si è sentito in dovere di chiedere scusa sembrerebbe far parte di un cambiamento non avvenuto dall’oggi al domani. Cambiamento che non possiamo descrivere come certa conversione a una religione piuttosto che a un’altra, ma che denota un qualche suo approdo dopo una vita di ricerca del trascendente.
Negli anni Settanta fu seguace, insieme a sua moglie, del guru Sri Chinmoy. Tuttavia, nel 1981 a causa di pressioni e divergenze i coniugi Santana smisero di frequentarlo. Nel 2008 in un’intervista rilasciata a Rolling Stones aveva parlato del dolore provato per la fine del suo matrimonio durato 34 anni, e del conforto trovato in Dio «che mi ha aiutato a scacciare pensieri di suicidio», concludendo che «ciò che ho imparato è che bisogna passare per la notte più oscura dell’anima per arrivare alla luce più intensa del giorno». In una conferenza stampa avrebbe poi riferito di aver sentito le parole della Madonna mentre era in una chiesa a pregare e di essersi per questo commosso: «“Calmati, respira. Sono molto contenta di te”. E quando la Madre di Guadalupe ti dice così, allora sei vivo».
Possiamo concludere che ci vuole coraggio ad andare controcorrente. Quel tipo di corrente sorretto dalle lobby potenti poi sembra avere un corso più veloce di altri. Le scuse di Santana sono un indizio, un segnale di allarme, uno fra i tanti. Che sembra voler tenere tutti in allerta, ma rende il terreno fertile per testimoniare non solo che un uomo è un uomo e una donna è una donna. Ma che è dal grembo materno che siamo stati pensati così. E allora possiamo stare certi che la corrente più debole è nella direzione giusta che sta andando. (Fonte foto: Twitter)
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl