Accostare la Giornata Mondiale della Gioventù all’Agenda 2030? Un errore. Non usa mezzi termini, il vescovo di Orihuela-Alicante, l’ispanico José Ignacio Munilla, secondo cui «non era necessario» il riferimento all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sul sito web della Giornata mondiale della gioventù (Gmg). Tuttavia, Sua Eccellenza ha pure aggiunto che, dal momento che è stata aggiunta una precisazione – quella secondo qui l’Agenza Onu è da interpretare «secondo le linee guida della Santa Sede» – non prendere parte al grande evento che avrà luogo a Lisbona dall’1 in poi 6 agosto generebbe «una ferita nella comunione».
Monsignor Munilla – secondo quanto riporta l’agenzia Acigidital.com – ha fatto queste considerazioni nell’ambito del programma Sexto Continente, di Dom Munilla su Radio María Espanha, rispondendo alle «tante» sollecitazioni che gli sono state rivolte in tal senso; il che francamente non stupisce. Infatti, per quanto il programma in questione abbia ottenuto parole di approvazione anche da Papa Francesco – «l’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono stati un grande passo avanti per il dialogo globale, nel segno di una necessaria nuova solidarietà universale», aveva detto nel marzo 2019 -, esso presenta nodi oggettivamente problematici.
Un esempio tra i tanti che si potrebbero fare è quello del punto 3.7, a proposito dell’obbiettivo salute, secondo cui si dovrebbe «garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa pianificazione familiare, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali». Orbene, non serve avere l’acume che ebbe monsignor Michel Schooyans (1930-2022) – secondo cui «l’Onu è rispettata solo perché non la si conosce» – per capire che le parole poc’anzi citate sono un formidabile spot ad aborto e contraccezione.
Bene quindi ha fatto la Santa Sede a chiarire, in una apposita nota, in che termini debbano essere accolti gli obbiettivi dell’Agenda 2030 – sottolineando che «respinge l’interpretazione che considera l’aborto o l’accesso all’aborto, la maternità surrogata o l’aborto selettivo» come scopi perseguibili – e benissimo ha fatto a dire la sua il vescovo di Orihuela-Alicante. Ciò non toglie che questa vicenda abbia comunque un che di avvilente. Nel senso che, se certamente la Santa Sede ha dato tutti i chiarimenti del caso, meglio sarebbe stato evitare dal principio ogni margine di ambiguità.
Nel mondo cattolico, infatti, di confusione da tempo ce n’è già anche troppa. In futuro, quindi, meglio prestare attenzione come si muove in partnership e apparentamenti vari. Tanto più quando – come nel caso della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà in Portogallo questa estate – di mezzo ci sono i giovani, ossia coloro che più di tutti patiscono sulla loro pelle il disorientamento di tempi babelici e le false promesse di una cultura dominante che, per quanto parli di tolleranza, nei fatti con il cristianesimo, la Chiesa, il Vangelo e Cristo non ci vuol avere a che fare: ma manco per sbaglio. Purtroppo. (Fonte foto: S.E. Munilla/ WYD and U.N.)
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