«Non c’è nessun problema, vi dico, non importa quanto può essere difficile, che noi non possiamo risolvere con la preghiera del Rosario». Ad affermarlo è suor Lucia dos Santos, la più grande dei tre pastorelli che hanno visto la Madonna a Fatima nel 1917: tuttavia, in quanti oggi prendono sul serio questa affermazione e si impegnano nella recita quotidiana del Santo Rosario, sia essa fatta da soli, in famiglia o in comunità?
IL DOCUMENTARIO HISTORIAS DEL ROSARIO: AHORA Y EN LA HORA DE LA MUERTE
Eppure la potenza del Rosario non è un’utopia buona per pochi creduloni, anzi: non sono pochi infatti i casi documentati in cui la recita di questa preghiera, la preferita dalla Madonna, ha influenzato il corso della storia.
Nove tra questi, più o meno noti, sono stati raccolti e narrati in un documentario dal titolo Historias del Rosario: Ahora y en la hora de la muerte, in uscita in questi giorni in Perù. Prodotta da Goya Producciones e diretta da Darius Walusiak e Marius Pilis, la pellicola ha una genesi del tutto particolare: «Secondo il sito ufficiale», riporta AciPrensa, «questa produzione è nata quando i registi hanno visto la fotografia di Blas Trevino, un soldato americano che era stato salvato nella guerra in Afghanistan e che, gravemente ferito, teneva in mano un rosario con il pugno chiuso e macchiato di sangue. Da quel momento hanno deciso di fare una serie di viaggi in giro per il mondo con il desiderio di avere una registrazione audiovisiva e controllare di persona “se la preghiera del Rosario può cambiare il corso della storia”».
Le nove storie documentate da Walusiak e Pilis non conoscono confini geografici e hanno protagonisti molto vari: dal vescovo di Maidiguri (Nigeria), Mons. Olivier Dashe Doem, che ebbe una visione in cui la recita del Santo Rosario avrebbe fatto cessare nella Diocesi le azioni del gruppo terroristico Boko Haram, alla testimonianza di due donne rapite dai terroristi e fuggite grazie alla potenza della preghiera, passando per il misterioso ritiro sovietico dall’Austria avvenuto nel 1955 grazie a una crociata di Rosari e la storia di Inmaculée durante il genocidio in Ruanda nel 1994. Questo a dimostrazione che Maria è una Mamma che ascolta e intercede per ogni fedele che si rivolge a Lei e al suo Cuore Immacolato con fiducia.
I primi commenti degli spettatori sul documentario sono entusiasti: la pellicola riesce infatti a tenere brillantemente assieme, senza annoiare, le testimonianze di fede con le evidenze storiche degli eventi, dimostrando ancora una volta come fede e ragione camminino in sintonia. Tra tutti, riportiamo il giudizio espresso da Padre Carlos Rosell, medico in Teologia dogmatica ed ex rettore del Seminario di Santo Toribio de Mogrovejo dell’Arcidiocesi di Lima, che riassume il pensiero espresso anche da altri: il documentario «è un impulso a fare ciò che la Chiesa chiede sempre, che è pregare la Vergine Maria, in particolare la preghiera che le piace di più, che è il Santo Rosario».
LA RECITA DEL SANTO ROSARIO CONTRO LA DECADENZA
Nel concludere, lasciamo ancora la parola a suor Lucia che, con parole semplici ma nette, mette in guardia dall’atteggiamento opposto a quello descritto Historias del Rosario: Ahora y en la hora de la muerte, ossia l’abbandono della recita del Rosario: «La decadenza che esiste nel mondo è indubbiamente la conseguenza della mancanza di spirito di preghiera. È stato in previsione di questo disorientamento che la Vergine ha raccomandato con tanta insistenza la recita del Rosario. […] Non possiamo e non dobbiamo fermarci, né lasciare, come dice Nostro Signore, che i figli delle tenebre siano più avveduti che i figli della luce… Il Rosario è l’arma più potente per difenderci sul campo di battaglia».
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