A breve si conosceranno le sorti politiche dell’Italia. Nel frattempo, anche nell’ottica di provare a leggere la realtà che si sta prospettando alla luce della fede, appare interessante soffermarsi su un’affermazione fatta da Giuseppe Conte, incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare il Governo, il quale ha detto: «Molto spesso negli interventi pubblici pronunciati ho evocato la forma di un “nuovo umanesimo”: non ho mai pensato fosse lo slogan di un governo, ma un orizzonte ideale per il Paese».
Cosa s’intende con “nuovo umanesimo”, su quali presupposti culturali si fonda e quali conseguenze porta con sé?
Su tutto questo si è interrogato il direttore della nota emittente Radio Maria, padre Livio Fanzaga. Conte, afferma il prelato, si rifà in primo luogo a «un noto autore francese, che si chiama Edgar Morin, che è nato nel 1921 ed è ancora vivo», il quale proponeva di costruire un nuovo umanesimo, «un uomo nuovo, l’uomo globale, l’uomo planetario». Una concezione che, prosegue il sacerdote, «non ha niente a che fare con il cristianesimo perché progettare un uomo nuovo, progettare un uomo planetario, significa progettare una nuova religione: la religione dell’uomo, la religione planetaria, la religione dell’uomo-Dio». Tuttavia Morin non è certo stato il primo e non è il solo: il “nuovo umanesimo”, infatti, affonda le proprie radici nel concetto “Humanitas” dei latini, dei romani e dei pagani, quindi nella concezione umanistica rinascimentale e lo si ritrova infine sulla bocca dei seguaci delle ideologie moderne, «che all’interno della Chiesa operano attraverso il modernismo»: il tutto collegato dal medesimo fil rouge, che punta a mettere l’uomo al posto di Dio, stravolgendo la concezione dell’umanesimo cristiano e, di fatto, aprendo le porte al potere di Satana.
Padre Livio cita quindi un passaggio del libro Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione, appunto del filosofo Morin, dove si afferma: «Oggi serve un nuovo umanesimo… Come apprendere a vivere? La conoscenza non si ha con la frammentazione ma con l’unione. È necessaria una riforma della conoscenza del pensiero, un nuovo umanesimo globale che sappia affrontare i temi della persona e del pianeta». Per il direttore di Radio Maria l’interpretazione di queste parole è chiara: con il nuovo umanesimo «si vuole insegnare ai giovani che la religione è una superstizione, che le religioni sono inventate dall’uomo, che anche il cristianesimo è una religione umana, che le religioni sì avranno un loro significato perché insieme possono operare per la pace, ma la vera religione è di insegnare ai giovani che nascono dalla terra, che tornano alla terra, che la terra è la loro patria, che non c’è nessun Dio, non c’è nessun Aldilà, non c’è nessuna legge morale, non c’è nessun Comandamento: siamo noi i padroni del mondo».
È la fine di Dio, insomma. E, dunque, anche dell’uomo. Perché, come insegnava papa Giovanni Paolo II, grande interprete dell’umanesimo cristiano, «dove non c’è Dio non c’è più neanche l’uomo; dove si disprezza Dio, si disprezza l’uomo; dove c’è Dio si realizza l’uomo». I cristiani devono essere pronti a testimoniare il Signore fino al martirio, e in tutti gli ambiti della vita, anche in politica. Il tutto alla luce del fatto che se ad avere la meglio sarà un Governo legato all’impostazione – appunto – del “nuovo umanesimo”, le conseguenze, sostiene ancora padre Livio, saranno: adozioni gay, eutanasia, droga libera e il venir meno della libertà di educazione da parte dei genitori, che potranno finanche essere impediti nella possibilità di educare nella fede i propri figli.
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