Il discorso di insediamento di Donald Trump per il suo secondo mandato a presidente degli Stati Uniti d’America è stato un discorso piuttosto muscolare, riprendendo in gran parte gli elementi principali della sua campagna elettorale.
Si gira indubbiamente pagina. L’agenda liberal, che in questi anni ha martellato i suoi appuntamenti dagli Usa verso tutto il mondo occidentale, sembra essere stracciata. Trump sferra un colpo secco all’ideologia green: «Metteremo fine al Green New Deal e agli incentivi alle auto elettriche e revocheremo l’obbligo delle auto elettriche e salveremo la nostra industria automobilistica mantenendo il mio sacro impegno con i grandi lavoratori del settore automobilistico. Altrimenti detto, potrete comprare le auto che vorrete». Quindi un fermo proposito sulla ideologia gender, quando ha ricordato che «da oggi in poi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi: maschile e femminile». Fine anche delle censure più o meno larvate, «firmerò una legge», ha detto, «per cui non ci possa più essere censura da parte del governo, per restituire la liberà di parola agli americani».
Il passaggio sull’immigrazione clandestina conferma un atteggiamento risoluto, tanto che, ha detto, «dichiarerò oggi l’emergenza al confine col Messico e manderò l’esercito». «Dobbiamo essere protetti da pericolosi criminali arrivati clandestinamente nel nostro paese da tutto il mondo. Dobbiamo dare fondi alle forze dell’ordine che proteggono in particolare i nostri confini». In sostanza respingimenti per i clandestini e fine anche dello ius soli. Nel messaggio augurale inviato da papa Francesco per l’insediamento di Trump si coglie la preoccupazione per come verrà affrontata proprio la questione migranti, ma c’è anche un esplicito riferimento alla possibilità per la pace che proprio Trump potrebbe rappresentare per il mondo intero.
Sul piano internazionale Trump si presenta, infatti, come pacificatore. Grazie alla «nostra potenza, fermeremo tutte le guerre e porteremo un nuovo spirito di unità a un mondo che è arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile». E non a caso si registra il messaggio augurale di Vladimir Putin che ha detto di accogliere «con favore l’atteggiamento di Trump e le sue parole sulla necessità di fare di tutto per scongiurare una terza guerra mondiale». Direi che non ci si può che augurare che se son rose fioriscano quanto prima.
Ma intanto, in attesa anche di andare su Marte («pianteremo (la bandiera a, ndr) stelle e strisce sul pianeta Marte»), il presidente Trump ha detto che è «stato salvato da Dio per rendere l’America di nuovo grande», con riferimento al tentativo di omicidio al quale scampò durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, l’estate scorsa.
Non sappiamo se andrà su Marte, ma di certo nel giro di venti minuti di discorso ha fatto a pezzi l’agenda liberal. Almeno a parole sembra già un viaggio spaziale.
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