Alla riapertura della cattedrale di Notre Dame l’8 dicembre a Parigi sarà presente Donald Trump. A comunicarlo pubblicamente è stato lui stesso, il Presidente eletto degli Stati Uniti, che lo ha annunciato sui social canali social, precisamente su Truth Social. «È per me un onore annunciare che sabato andrò a Parigi per presenziare alla riapertura della magnifica e storica cattedrale di Notre-Dame. Sarà per tutti una giornata molto speciale», ha infatti comunicato il Tycoon. Per quanto senza dubbio significativo, questo annuncio sarebbe una sorpresa fino ad un certo punto.
Lo staff di Donald Trump e del presidente francese, Emmanuel Macron, stavano discutendo da giorni – secondo quanto appurato e riferito da fonti della Cnn – della possibilità di questo viaggio. Non è un caso che il Presidente eletto degli Stati Uniti, che aveva già lavorato a stretto contatto con Macron durante la sua prima amministrazione, abbia elogiato quello dell’inquilino dell’Eliseo come «un lavoro meraviglioso». In realtà, qualche voce critica sui lavori di restauro della celebre chiesa in questo periodo si è levata, ma è comprensibile che Trump, in buoni rapporti con Macron, si esprima così.
Anche perché c’è un dettaglio che non è sfuggito agli osservatori e che, in un certo senso, può spiegare questa trasferta parigina del nuovo Presidente degli Stati Uniti, vale a dire il fatto che Emmanuel Macron sia stato il primo leader straniero in assoluto a congratularsi con Trump dopo le elezioni vinte lo scorso 5 novembre «Congratulazioni, presidente Trump. Pronti a lavorare insieme come abbiamo fatto per quattro anni. Con le tue convinzioni e le mie. Con rispetto e ambizione. Per più pace e prosperità», era infatti stato il messaggio del Presidente Francese.
La riapertura della cattedrale di Notre Dame avrà luogo dopo che, venerdì scorso, il presidente francese Emmanuel Macron l’ha visitata per la prima volta, in un tour trasmesso in tv, dopo la fine dei lavori di restauro resisi necessari a seguito dell’incendio che, cinque anni fa, distrusse la chiesa. Le cause di quell’incendio non sono mai state chiarite, benché alcune indagini avessero fatto emergere un paio di possibili origini del rogo: un cortocircuito elettrico o un mozzicone di sigaretta spento male. Come che sia, alla cerimonia di riapertura dell’8 dicembre, sono attesi una cinquantina di capi di Stato e di governo.
Per Donald Trump, la presenza all’inaugurazione della cattedrale di Notre Dame avrà un alto valore simbolico non solo per l’importanza della chiesa che verrà ufficialmente riaperta, ma anche perché si tratta del primo viaggio del Presidente eletto – per quanto non ancora insediato – all’estero. Considerando che si tratta di un viaggio sì in una chiesa molto cara ai turisti (prima di chiudere era visitata da più di 12 milioni di persone all’anno), ma anche in un simbolo della Cristianità europea, volendo si potrebbe leggere la partecipazione del Presidente degli Stati Uniti a questo appuntamento anche come l’inaugurazione di un nuovo corso della politica.
Staremo a vedere. Quel che è certo che Trump ben ricorda l’incendio della cattedrale di Notre Dame per un motivo semplice: all’epoca era alla Casa Bianca, ed aveva espresso, durante un evento in Minnesota, profondo sgomento per l’accaduto. «È uno dei grandi tesori del mondo», era stato il suo commento dell’epoca, «se ci pensate, probabilmente è più importante di quasi ogni museo del mondo. E sta bruciando molto gravemente, sembra che stia andando in cenere». Purtroppo è andata così. Ma cinque anni dopo la chiesa simbolo di Parigi, e per molti versi dell’Europa, è pronta a riaprire; il Presidente degli Stati Uniti, lo stesso di allora, non mancherà (Foto: Imagoeconomica/Pexels.com)
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