Il mondo pro life americano aspettava questo momento da almeno tre anni, da quando Donald Trump, da poco diventato presidente degli Stati Uniti, aveva mandato il suo vice, Mike Pence, alla Marcia per la vita del 2017: per la prima volta un esponente di quel livello della Casa Bianca partecipava all’evento antiabortista più grande del Paese, che tradizionalmente si svolge a ridosso dell’anniversario della legge che ha legalizzato l’interruzione di gravidanza in America, la cosiddetta Roe vs Wade, approvata grazie alle menzogne raccontate da Jane Roe, che poi si pentì amaramente.
Lo scorso anno il presidente americano aveva alzato ulteriormente il tiro inviando un messaggio video: «Quando guardiamo negli occhi di un bambino appena nato – aveva detto – vediamo la bellezza dell’anima umana e la maestà della creazione di Dio, sappiamo che ogni vita ha un senso e ogni vita merita di essere protetta». Ma questa volta, davanti a migliaia di persone, si è superato.
«Siamo qui per un motivo molto semplice – ha detto – difendere il diritto di ogni bambino, nato e non nato, di realizzare il potenziale a lui donato da Dio. Ogni gennaio, da 47 anni, gli americani arrivano qui per marciare per la vita. E oggi come presidente degli Stati Uniti, sono davvero orgoglioso di essere qui con voi». «Il movimento per la vita è guidato da donne forti, incredibili leader della fede e studenti coraggiosi che portano avanti l’eredità dei pionieri che prima di noi hanno combattuto per sollevare la coscienza della nostra nazione e difendere i diritti dei nostri cittadini. […] Quando teniamo un neonato tra le braccia, conosciamo l’amore infinito che ogni bambino porta in una famiglia. Quando guardiamo crescere un bambino, vediamo lo splendore che si irradia da ogni anima umana. Una vita cambia il mondo. E dal mio primo giorno in carica, ho intrapreso azioni storiche per sostenere le famiglie d’America e proteggere i nascituri. […] Purtroppo, l’estrema sinistra sta lavorando per cancellare i nostri diritti donati da Dio, chiudere le organizzazioni benefiche basate sulla fede, bandire i leader religiosi dalla piazza pubblica e mettere a tacere gli americani che credono nella santità della vita. Mi perseguitano perché sto combattendo per coloro che non hanno voce. Insieme siamo la voce dei senza voce».
Un discorso di pochi minuti, interrotto a più riprese dagli applausi. Trump ha ricordato la legislazione dello stato di New York, che permette l’aborto fino al nono mese di gravidanza. Ma ha soprattutto parlato di vita in positivo: «Per tutte le mamme qui oggi, ti celebriamo e dichiariamo che le madri sono eroi. La tua forza, la tua devozione e il tuo slancio sono ciò che alimenta la nostra nazione. Grazie a te, il nostro paese è stato benedetto con anime straordinarie che hanno cambiato il corso della storia umana. Non possiamo sapere cosa riusciranno a raggiungere i nostri cittadini non ancora nati. I sogni che immagineranno. I capolavori che creeranno. Le scoperte che faranno. Ma sappiamo che ogni vita porta amore in questo mondo. Ogni bambino porta gioia in una famiglia. Vale la pena proteggere ogni persona. E soprattutto, sappiamo che ogni anima umana è divina e ogni vita umana, nata e non nata, è fatta a immagine santa di Dio Onnipotente. Insieme, difenderemo questa verità in tutta la nostra magnifica terra. Libereremo i sogni della nostra gente. E con una speranza determinata, attendiamo con impazienza tutte le benedizioni che verranno dalla bellezza, dal talento, dallo scopo, dalla nobiltà e dalla grazia di ogni bambino americano».
Tra i partecipanti anche Virginia Coda Nunziante (foto con Abby Johonson), presidente della Marcia per la Vita italiana: «Venendo a Washington non immaginavo certo di trovare la sorpresa della presenza di Trump, che di fatto è il presidente americano più pro life di sempre. Credo che la sua presenza qui oggi sia segno che qualcosa nella nostra storia sta cambiando. Il mio auspicio è che anche l’Italia possa, nel tempo, reagire come l’America. Qui ci sono i semi di un futuro autenticamente a difesa della vita». Appuntamento a Roma il 23 maggio.
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