«Come ho detto martedì alla Camera, in America non puniamo la preghiera, non abbattiamo le croci, non vietiamo i simboli della fede, non mettiamo la museruola ai predicatori, non mettiamo la museruola pastori. In America, celebriamo la fede. Abbiamo a cuore la religione. Alziamo la voce in preghiera e alziamo gli occhi alla gloria di Dio».
Questo, nella versione riportata da LifeNews, il nucleo centrale del discorso pronunciato giovedì da Donald Trump nell’ambito della National Prayer Breakfast che si è tenuta a Washington. Organizzata fin dal secondo dopoguerra, l’evento ha come scopo quello di riunire le élite politiche, sociali e commerciali d’America e conosce anche una sua variante precipuamente cattolica, creata per rispondere all’appello di papa Giovanni Paolo II sulla nuova evangelizzazione.
Nel suo intervento, Trump ha affermato inoltre: «Oggi, proclamiamo con orgoglio che la fede è viva e vegeta e prospera in America e continueremo così». Fino a quando sarà lui il presidente, la linea è chiara: la fede ha pieno diritto di cittadinanza e la libertà religiosa va preservata e garantita perché questo è l’unico modo – per dirla con le parole del già citato Wojtyla – per dare vita a «una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio».
Un’attenzione, questa, che oltre a declinarsi all’interno dei confini nazionali, non manca di guardare all’estero: «Stiamo sostenendo i cristiani perseguitati e le minoranze religiose in tutto il mondo», ha infatti aggiunto Trump, «come nessuno ha mai fatto».
Il presidente dell’America, inoltre, nel suo discorso non ha mancato di lanciare una frecciatina alla portavoce della Camera, la democratica Nancy Pelosi (foto a lato), la quale – proprio in occasione dell’annuncio del processo contro Trump – aveva risposto a un giornalista che le chiedeva se odiava Trump con fare stizzito: «Non odio nessuno… Da cattolica, mi risento per il fatto che abbia usato la parola odio in una frase che mi rivolge. Non odio nessuno…Quindi, non scherzare con me quando si tratta di parole del genere». Per poi aggiungere che pregava per lui. Ebbene, a poche ore dall’assoluzione nel procedimento di impeachment , Trump ha fatto arrivare alla Pelosi la sua risposta: «Non mi piacciono le persone che usano la loro fede come giustificazione per fare ciò che sanno essere sbagliato», ha affermato infatti Trump. E ha proseguito: «Né mi piacciono le persone che dicono “Prego per te” quando sanno che non è così. Così tante persone sono state ferite e non possiamo far sì che questo continui».
Ma forse, a ben vedere, una risposta il presidente l’aveva già data anche partecipando in prima persona alla March for life dello scorso 24 gennaio, laddove aveva sottolineato che ogni bambino ha il diritto «di realizzare il potenziale a lui donato da Dio». Un’affermazione e una presenza che, in sé, dicono molto più di tante parole e che smascherano chi, come appunto la Pelosi e con lei tanti altri “cattolici adulti”, dichiarano la propria fede in Dio ma nel contempo sono favorevoli all’uccisione di bambini innocenti nel grembo materno.
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