Il mondo dell’occultismo non ha segreti per padre Jean-Christophe Thibaut, sacerdote francese della diocesi di Metz nel nord-est della Francia che, l’esoterismo, da ragazzo, l’ha esplorato in lungo e in largo. Anzi, per la precisione, da bambino, quando alla tenera età di 8 anni iniziò a comunicare con gli spiriti, attraverso l’uso del pendolo. Una pratica che lo iniziò, in breve tempo, al culto di Lucifero, entrando a far parte, nei primi anni dell’adolescenza, di un movimento distinto dal satanismo, che adora il personaggio di Lucifero, non come diavolo, ma come “portatore di luce”.
Un vero inganno in cui fu imprigionato per anni e che racconta nel suo ultimo libro La Prison des Esprits (La prigione degli spiriti) scritto insieme a Olivier Joly, un ex medium anche lui convertitosi al cattolicesimo. Un libro a quattro mani con lo scopo di mettere in guardia più gente possibile dai gravissimi pericoli sottesi a pratiche che oggi vengono fatte passare come innocue o addirittura “di benessere” e che, come denuncia padre Thibaut, si stanno diffondendo tra persone evidentemente male informate, proprio all’interno della Chiesa.
Nella sua intervista al Nathional Catholic Register racconta come l’esca che lo fece abboccare al mondo dell’esoterismo fu la semplice lettura di un libro “The search of Bridey Murphy” dell’uomo di affari Morey Bernstein, frutto di alcune sedute di ipnosi da lui eseguite su una giovane donna di 29 anni, Ruth Simmons, che in seguito dichiarò a Bernstein, di aver vissuto una vita precedente come Briey Murphy, nata alla fine del’700 e vissuta nel “mondo degli spiriti”, prima di reincarnarsi nuovamente. Thibaut affascinato, cominciò a provare su di sé l’ipnosi, entrando in contatto con degli spiriti da cui finì per essere completamente soggiogato. Un periodo molto buio della sua vita immerso – come racconta – «in un mondo che stava diventando sempre più cupo e violento».
Ma fu proprio quando stava per toccare il fondo che accadde qualcosa di inaspettato. Da ormai giovane universitario, spinto dalla solitudine, si unì ad un movimento politico di sinistra, rivoluzionario, avverso al cristianesimo che lo incaricò di infiltrarsi nel gruppo di giovani scout della cappella universitaria, per destabilizzarli con discorsi ad hoc, allo scopo di allontanarli dalla fede. Ma fu a quel punto che Dio cominciò a scrivere dritto sulle sue righe storte: inseritosi nel gruppo degli scout da non credente dichiarato, convinto di poter deviare quei ragazzi dalla fede, Thibaut cadde sulla via di Damasco.
«Una sera, tutto il mio mondo è crollato – racconta nella sua intervista – C’era il solito falò con canti e preghiera. In genere, d’accordo con il leader, non assistevo alla preghiera. Tranne quella notte […] Ricordo di aver pensato che fosse bellissimo. Nonostante i miei pregiudizi. Ho aperto un po’ il mio cuore. E lo Spirito Santo se ne è approfittato; ho fatto esperienza dello Spirito Santo […]Improvvisamente sono caduto in ginocchio e sono rimasto così per due ore. Ho davvero sperimentato Dio che mi ha permesso di vedere che ero caduto in una trappola, che quegli spiriti che avevo ascoltato per anni non volevano il mio bene e che erano malvagi. Erano demoni e certamente non gli angeli di luce che fingevano di essere. Ho capito che quel mondo mi faceva mancare l’essenziale, cioè l’amore».
Da quel momento ha deciso di usare la sua esperienza per illuminare le persone fuorviate dall’occultismo, molte delle quali apparterrebbero addirittura alla Chiesa – come dichiara – «Ho confratelli che usano il pendolo, che guariscono con il magnetismo, ecc., e sono molto arrabbiati per ciò che scrivo […]. Anche per questo il mio libro si rivolge prima di tutto ai cristiani, per ricordare loro che non è tutto oro quel che luccica e che bisogna stare attenti a certe tentazioni che ci portano in una spirale che può allontanarci da Dio. Noi cristiani non possiamo allo stesso tempo dire nel Credo: “Credo in un solo Dio, creatore del cielo e della terra”, e poi abbracciare un sistema di pensiero cosmoteistico. Uno deve scegliere».
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