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18.01.2025

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Tre celebri atei in campo contro l’ideologia trans
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18 Gennaio 2025

Tre celebri atei in campo contro l’ideologia trans

Il mese scorso, tre tra gli atei più celebri e importanti del mondo si sono improvvisamente dimessi come membri onorari del consiglio di amministrazione della Freedom From Religion Foundation (FFRF), un’organizzazione americana senza fini di lucro, fondata nel 1978 per supportare atei e agnostici e sostenere il principio di separazione tra chiesa e stato. Il motivo che avrebbe portato alle dimissioni di due importanti biologi evoluzionisti, come Jerry Coyne e Richard Dawkins e dello psicologo specializzato in terapia cognitivo-comportamentale, Steven Pinker, sarebbe la patina ideologica con cui il movimento transgender starebbe cercando di rivestire l’organizzazione, imponendo i propri principi tutt’altro che scientifici, anche nel campo della biologia.

Jerry Coyne, professore emerito dell’Università di Chicago è stato il primo a subire pressioni tali che l’avrebbero portato a dimettersi. Il 26 dicembre ebbe, infatti, “l’ardire” di rispondere ad un articolo di Kat Grant intitolato Che cos’è una donna? del 7 novembre, in cui l’autore  concludeva, con «una donna è chiunque dica di essere tale». Coyne aveva deciso di replicare con un articolo intitolato La biologia non è bigottismo sul blog Freethought Now! di FRF, sostenendo che, contrariamente alle affermazioni di Grant, «la definizione biologica di ‘donna’ è basata sul tipo di gameti».

Per tutta risposta, gli attivisti trans si sarebbero presentati alla FFRF per protestare e l’articolo di Coyne sarebbe stato ritirato il giorno dopo, accompagnato da una richiesta di scuse intitolata La Freedom From Religion Foundation sostiene i diritti LGBTQIA-plus, in cui i co-presidenti Dan Barker e Annie Gaylor avrebbero sottolineato  l’impegno a favore della comunità LGBT della loro organizzazione sottolineando che «FFRF avrebbe dedicato molte risorse all’educazione sui diritti LGBTQIA-plus e innumerevoli ore e sforzi per sconfiggere la legislazione anti-LGBTQIA-plus». Inoltre, nella lettera, veniva sottolineato come l’associazione avrebbe sempre condannato i nemici del movimento trans, sia esterni che interni, e che pertanto la FFRF ripudiava le opinioni di Coyne, scusandosi anche di aver pubblicato il suo contributo.

«Nonostante tutti i nostri sforzi per difendere la ragione e l’uguaglianza, riconosciamo che gli errori possono accadere e questo incidente ci ricorda l’importanza della riflessione e della crescita costanti. Pubblicare questo post è stato un errore di giudizio e abbiamo deciso di rimuoverlo in quanto non riflette i nostri valori o principi. Ci scusiamo per l’angoscia causata e ci impegniamo a garantire che non accada di nuovo. Siamo fermamente al fianco della comunità LGBTQIA-plus e dei suoi alleati nel sostenere l’uguaglianza, la dignità e la libertà di vivere senza timore di discriminazioni motivate dalla religione».

Per tutta risposta, Coyne, avrebbe pubblicato una lettera aperta sul suo blog il 29 dicembre, con le sue dimissioni e accusando FRFF di comportamento “censorio” nei suoi confronti, mentre stava «semplicemente promuovendo una definizione biologica piuttosto che psicologica del sesso», atteggiamento, secondo lo studioso, definito nella lettera di scuse pubblicata dall’associazione, “angosciante” in modo del tutto inappropriato.

Inoltre, rivolgendosi ad uno dei due presidenti dell’associazione, Annie Gaylor, autrice del “mea culpa”, avrebbe sottolineato la contraddizione di fondo insita nel suo voler difendere l’indifendibile: «Lideologia di genere che ti ha indotto a rimuovere il mio articolo è essa stessa quasi religiosa, avendo molti aspetti delle religioni e dei culti, tra cui il dogma, la blasfemia, la credenza in ciò che è palesemente falso (‘una donna è chiunque dica di essere tale”), l’apostasia e la tendenza a ignorare la scienza quando contraddice un’ideologia preferita».

Per lo stesso motivo e quasi contemporaneamente si sarebbero dimessi Steven Pinker e Richard Dawkins. Dal canto suo Dawkins, nel gennaio 2024, avrebbe risposto con veemenza a un articolo in difesa dell’ideologia di genere, affermando: «Questo articolo ridicolo fraintende ignorantemente la natura del binarismo sessuale. Il sesso non è definito dai cromosomi, né dall’anatomia, né dalla psicologia o dalla sociologia, né dall’inclinazione personale, né dall'”assegnazione alla nascita”, ma dalla dimensione dei gameti». Per questo avrebbe accusato  la Gaylor di aver commesso, con la sua lettera di scuse, un “errore di giudizio” cedendo agli «strilli isterici provenienti da ambienti prevedibili» e di aver invece censurato «un’eccellente reputazione».

Di fronte a tutto ciò è interessante notare come anche nell’ambiente ateo sia in corso la stessa guerra culturale che ha investito gli ambienti cristiani, ma che ha in comune lo stesso obiettivo: la difesa delle verità di ragione. Tuttavia, siamo ben lontani dal considerare dei fulgidi esempi di virtù questi studiosi che hanno portato avanti tesi agghiaccianti sull’aborto, arrivando a difendere – come nel caso di Dawkins – anche l’aborto selettivo definito “doveroso” e “necessario”, a suo dire, in caso di bambini con sindrome di Down o come nel caso dello stesso Coyne che avrebbe sostenuto addirittura l’eutanasia per i neonati.

Va inoltre sottolineato che, sebbene abbiano tutte le ragioni per innalzare vere e proprie barricate biologiche contro i rivoluzionari transgender, tuttavia va detto che proprio la società anticristiana che hanno, con le loro posizioni anti teiste e antidogmatiche a lungo difeso, ha permesso e favorito l’affermarsi dell’ideologia  che ora, proprio loro, combattono (Foto: Pexels.com, screenshot: Kent PresentsThe Free PressChris Williamson YouTube)

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