Se venisse approvata, sarebbe la prima legge regionale sul suicidio assistito adottata dal una regione italiana. Il rischio infatti c’è ed è concreto: martedì 21 gennaio, è già stata licenziata, in Toscana, dalla Commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), la proposta di legge di iniziativa popolare, sul suicidio assistito, depositata dall’associazione Luca Coscioni nei consigli regionali di tutta Italia.
Tutto ciò, nonostante la Corte costituzionale abbia depenalizzato il ricorso al suicidio assistito solo in alcuni casi e a precise condizioni, considerando la legislazione sulla vita, di competenza del Parlamento nazionale. Ora, in Toscana, la palla passa al Consiglio regionale, mentre lo stesso disegno di legge è stato respinto già da altri consigli regionali: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte.
Fortemente critico verso questa proposta di legge, il network di associazioni cattoliche “Ditelo sui tetti”, che in una lettera aperta ai consiglieri regionali della Toscana ha sottolineato che «Ogni legge di questo tipo ha condizionato in senso fortemente individualista la mentalità generale, facendo ritenere inutili le esistenze malate e fragili». Si sa infatti, che le leggi creano il costume.
Non solo, nella lettera, l’Associazione ricorda che «la sentenza della Corte costituzionale 242/19 ha espressamente escluso che ci possa essere un obbligo di dare la morte da parte della Sanità pubblica, che, invece, deve essere orientato solo alla cura e dovrebbe finalmente assicurare a tutti quel diritto alle cure palliative, che è ancora gravemente inattuato in troppo territori italiani, Toscana compresa»
Inoltre, “Ditelo sui tetti” sottolinea come le Regioni non abbiano alcuna competenza legislativa in materia di fine vita, «come hanno accertato l’Avvocatura generale dello Stato il 15.11.2023 e i consigli regionali di Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Lombardia, che hanno declinato pregiudizialmente la competenza». L’escamotage del consigli regionale, dunque, non sarebbe legittimo, tant’è che, ricorda l’Associazione, «ora è avviato anche un preciso percorso legislativo presso il Senato»
Inoltre, contro il ddl sul fine vita dell’associazione Luca Coscioni, si è espresso, sul nostro giornale, anche Giuliana Ruggeri, ricercatore dell’Università di Siena e membro del Comitato nazionale di bioetica, secondo la quale «va bocciato per i profili d’incostituzionalità, tradisce la medicina e dimentica il vero bisogno di chi soffre».
Infine, affondando il colpo “Ditelo sui tetti”, accusa la Regione Toscana di aver impugnato una legge «che metterebbe a rischio l’uniformità delle condizioni di vita nel Paese e la coesione territoriale (sentenza Corte costituzionale n. 192/2024, par. 3.12)». Un precedente pericoloso, dunque, perché, come chiarisce l’Associazione «se proprio la Toscana introducesse un inedito e totalmente inaccettabile federalismo della vita e della morte, il bene comune di tutto il popolo italiano sarebbe gravemente aggredito». (Fonte foto: Imagoeconomica/Pexels.com)
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