Il noto centrocampista tedesco Thomas Hitzlsperger ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale. Ma ha pure dichiarato solennemente che a suo parere in Italia non esiste la minima traccia di "omofobia".
Le parole del calciatore sono del resto autorevolmente confermate dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori istituito presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno italiano, il quale ha rilevato che, in più di 3 anni di attività, alla sua attenzione sono state portati solo 28 casi di discriminazione.
La cosa ha un significato duplice, e in entrambi i casi profondo.
Vuole anzitutto dire che nel nostro Paese la propaganda omosessualista, che mira a normalizzare l’accettazione sociale e culturale dei rapporti fra persone dello stesso sesso onde ottenere quanto prima la legalizzazione del "matrimonio" omosessuale, ha fatto passi da gigante, e comunque molti di più che non in diversi altri luoghi liberal del mondo.
Ma vuole anche dire che la progettata legge italiana per colpire l'"omofobia" è assolutamente inutile per difendere gli omosessuali quanto invece utilissima per discriminate pesantemente chi non accetta la "normalità" dell’omosessualismo. Sempre per preparare il terreno all'auspicata (dagli omosessuali) legalizzazione del "matrimonio" gay.