Nel mirino del mondo Lgbt austriaco è finito Teen Star, il programma di educazione all’affettività ideato negli anni Ottanta da Hanna Klaus, docente presso la George Washington University, e attualmente diretto da Pilar Vigil, ginecologa e biologa della Pontificia Università Cattolica del Cile. Diffuso in 56 Paesi il programma è uno dei pochi che propone una visione della sessualità non ridotta a mera genitalità e ricerca del piacere, ma come realizzazione del profondo desiderio di ciascuno di essere amati. Ma sappiamo che oggi chi lavora nella scuola può facilmente essere preso di mira, specialmente se non si allinea al politicamente corretto.
E così lo scorso luglio il quotidiano Salzburger Nachrichten, con un reportage realizzato in seguito alla mobilitazione di Homosexuelle Initiative Salzburg (HOSI), realtà Lgbt austriaca, ha accusato Teen Star di proporre in classe una visione dell’uomo «cristiana, fondamentalista, ultraconservatrice». Come da copione a non andare giù a HOSI è stato il modo in cui in classe si è parlato di masturbazione e omosessualità, ma anche il fatto che siano state presentate ai ragazzi come possibili le vie della castità prematrimoniale e quella dei metodi naturali per la regolazione della fertilità.
Nonostante il carattere surreale delle accuse mosse (Teen Star non è un progetto confessionale), il Partito Socialdemocratico austriaco ha presentato un’interpellanza parlamentare al ministro dell’Istruzione, il quale ha immediatamente ordinato una verifica sul materiale utilizzato nelle classi da Teen Star. I cui corsi nel frattempo sono stati tutti sospesi nel Paese.
Lo scorso venerdì, 8 febbraio, è però arrivato l’esito dell’inchiesta: il segretario generale del ministero dell’Istruzione, Martin Netzer, ha dichiarato che le accuse, alla luce del materiale esaminato, erano infondate e Teen Star potrà quindi riprendere a lavorare nelle scuole. Tuttavia, oltre a rimarcare che insegnanti e presidi dovranno supervisionare il lavoro nelle classi durante gli incontri (è in preparazione anche un decreto legge per regolamentare con più precisione il ruolo dei piani formativi delle agenzie esterne per i progetti extra curricolari) la decisione ha preso un tratto pilatesco e ambiguo. «Se sono state date informazioni sbagliate», ha dichiarato di nuovo Martin Netzer riguardo a Teen Star, «questo in futuro non accadrà più». O detto in altro modo, come riporta un lancio dell’agenzia di informazione austriaca Apa, «i contenuti contestati dovranno essere modificati perché Teen Star possa di nuovo essere presente nelle scuole».
I militanti di HOSI restano comunque sulle barricate per l’esito della vicenda. Hanno infatti annunciato tramite i loro canali social che continueranno la battaglia per allontanare definitivamente Teen Star dalle scuole. Così agiscono i paladini della libertà e della tolleranza. Ma la verità è auto evidente e viene a galla, ed è anche per chi la osteggia con tanto livore.
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