Stanotte potremo prendere parte alla lode di ringraziamento che la Chiesa inneggia a Dio per l’anno appena trascorso. E sembra che il testamento spirituale della nostra “persona dell’anno” – a cui abbiamo dedicato la copertina di dicembre del Timone – costituiscano un Te Deum perenne a cui potersi ispirare.
Gratitudine, fede, testimonianza. Ma non solo, Sammy Basso con quelle parole, supportate dall’esperienza concreta della sua vita terrena, ha mostrato al mondo intero come muore un cristiano, al di là del numero di anni che gli sono stati concessi: sazio di giorni. Se allora quest’oggi, sul finire dell’anno, sospiriamo privi di speranza per l’anno che verrà, ripiegati a fare il bilancio – che non torna mai – delle cose passate e l’elenco malinconico dei rimpianti, forse è perché dobbiamo riscoprirci semplicemente umani. Umani, al cospetto del Dio Creatore: «L’unico vero Dio, […] la causa prima e il fine di ogni cosa». Questo ci ha ricordato Sammy: «Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente». C’è sempre un motivo per ringraziare, sembra dirci Sammy, poiché tutto ci viene donato. Compresi i fallimenti e le fragilità che forse abbiamo tentato di tenere alla larga per buona parte di quest’anno.
Per chi stasera deciderà di cogliere il senso profondo del Te Deum, senza pensare solo a lenticchie e cotechino, è allora importante conoscere le origini di questa preghiera. La paternità del Te Deum, tradizionalmente intonato la notte di San Silvestro – ma anche nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo Pontefice, o ancora a conclusione di un Concilio -, è stata contesa tra san Cipriano di Cartagine, e Niceta, vescovo di Remesiana (Dacia inferiore) alla fine del IV secolo, al quale oggi gli specialisti sono più propensi a conferire l’attribuzione. A volte il Te Deum viene indicato come “Himnus ambrosianus”, oppure “Hymnus in honorem sanctae trinitatis” e ancora “Imnum in die dominica”. Quando si usa l’espressione “Inno ambrosiano”, si fa riferimento alla tradizione secondo cui il giorno di Pasqua, quando Agostino ricevette il battesimo, sant’Ambrogio, secondo quello che lui stesso dice, gridò: «Te Deum laudamus» e sant’Agostino rispose: «Te Dominum confitemur». Così, secondo quanto narra Onorio nel suo libro Lo specchio della Chiesa, in tal modo venne composto l’inno.
Il testo del Te Deum è stato musicato dai più grandi musicisti delle diverse epoche, tra i quali: Palestrina, Haendel, Mendelssohn, Mozart, Haydne e Verdi. La composizione in prosa si comporta in maniera simile ai salmi e ai canti biblici e dal punto di vista letterario può essere diviso in tre parti: La prima, fino al Paraclitum Spiritum, è una lode trinitaria indirizzata al Padre come un’anafora eucaristica, contenente il triplice Sanctus. La seconda, da Tu rex gloriae a sanguine redemisti, è una lode a Cristo redentore, e l’ultima, da Salvum fac è un seguito di suppliche e di versetti tratti dai salmi.
Questa divisione può aiutarci nel nostro ringraziamento personale. Ringraziamo Dio Padre che attraverso lo Spirito Santo accompagna i fatti della nostra vita, chiediamogli di illuminare quelli che meno comprendiamo, benedicendoli sopra ogni cosa. Nella seconda parte ricordiamoci di quando Cristo ci ha salvati tramite la Croce, ma nominiamo pure tutte le nostre croci quotidiane, senza le quali nessuno è degno di essere chiamato cristiano. E infine esaltiamo insieme a Lui, unica speranza che si è fatta carne sulla nostra terra così desolata, grazia alla quale «non saremo confusi in eterno». Che possiamo davvero fare festa, in comunione con chi ci precede in Cielo e ha fatto della sua morte un ulteriore motivo per ringraziare.
(Fonte foto: Pexels.com)
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl