C’era una volta il Nord Europa laicissimo e secolarizzato…Chissà se un giorno si potrà raccontare così, quanto sta accadendo in Paesi dalla fama quasi atea eppure oggi, incredibile ma vero, testimoni di una rifioritura e di un rinnovato interesse verso la fede cattolica e verso la sua liturgia più tradizionale. Lo testimonia una lunga intervista rilasciata al National Catholic Register da monsignor Erik Varden, vescovo di grande interesse già per la sua storia: cistercense, convertito al cattolicesimo dal luteranesimo, è a capo della diocesi norvegese di Trodheim.
Ma soprattutto a rendere rilevanti le parole di questo pastore è la sua osservazione di un fenomeno in assoluta controtendenza: l’aumento di fedeli. Proprio così: nell’insospettabile Norvegia. Lo dicono, prima delle parole, i numeri: i membri registrati della Chiesa cattolica da quelle parti sono aumentati da 95.655 che erano nel 2015 a 160.884 nel 2019. Un aumento sbalorditivo, che sfiora il 70%, e che si accompagna ad un rinnovato interesse, come si diceva poc’anzi, per la liturgia.
«Sono molto incoraggiato nel vedere così tante persone desiderose di saperne di più sulla fede e di trovare il mistero della fede nella liturgia», ha dichiarato mons. Varden, sottolineando che come pastori c’è il massimo impegno per «celebrare con cura e dignità. Inoltre, mi piace promuovere esperienze di incontro e di servizio. Essere membro della Chiesa significa essere membro di Cristo. È anche essere un membro di una comunità. Dobbiamo rendere tutto ciò esplicito. Stiamo non a caso sperimentando modelli di comunità sacerdotale, di comunità laicali di studenti e giovani adulti, di comunità di giovani famiglie».
D’accordo, potrebbe chiedersi il lettore, ma questo aumento di fedeli esattamente come si spiega? La parola, ancora una volta, al vescovo norvegese: «La crescita è avvenuta principalmente attraverso l’immigrazione, in particolare dalla Polonia e dalla Lituania, ma c’è anche un flusso costante di conversioni. In passato, i cattolici convertiti provenivano da altre denominazioni cristiane. A volte lo è ancora, ma la tendenza generale è che le persone si avvicinino alla Chiesa da un contesto non religioso. La scoperta della Chiesa cattolica coincide con un risveglio alla fede».
Insomma, neppure nella ipertecnologica età contemporanea il secolarismo non sa dare risposte alle persone che, anche per questo, tornano alla fede. Possibilmente, ad una fede senza aggettivi ma cattolica, sic et simpliciter. Sentiamo ancora mons. Varden: «Essere cattolico, da quello che vedo, è allontanarsi dagli eccessi, siano essi progressisti o di altro tipo. Ciò che conta è ricevere la pienezza della tradizione per trasmetterla, con gratitudine e umiltà, senza dispersioni. Il sostantivo traditio, non dimentichiamolo, indica anzitutto un processo dinamico». Considerazioni che, evidentemente, non si possono che sottoscrivere.
Da notare come la crescita dei fedeli cattolici in Norvegia stia avvenendo con un significativo apporto di giovani. «Noto con gratitudine che c’è una grande vitalità nella Chiesa di Trondheim, soprattutto tra i giovani», ha chiosato al riguardo il vescovo di Trodheim. Un pastore la cui esperienza andrebbe letta e riletta, per il semplice fatto che trasmette qualcosa di molto importante: la speranza. La fede cattolica – è quello che ci racconta anche questa vicenda – non è infatti il fanalino di coda della storia ma, al contrario, si sta già candidando a diventarne la guida (Fonte foto: Obs.org)
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