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21.12.2024

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«Tagliare la spesa pubblica? Ci vuole il suicidio di degli anziani». Parola di docente giapponese
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15 Febbraio 2023

«Tagliare la spesa pubblica? Ci vuole il suicidio di degli anziani». Parola di docente giapponese

Cosa non si fa per risparmiare in tempi di crisi. Il carovita si fa sentire ormai ovunque e quindi ci si ingegna per poter risparmiare un po’. Da qualche anno anche nel nostro Paese spopola un “metodo giapponese”, no, non è quello del riordino di Marie Kondo, ma è quello del risparmio con il Kakebo, letteralmente “libro dei conti di casa”, che non è altro che un quaderno su cui tenere traccia quotidianamente di entrate e uscite, convertito in metodo da chi lo ha inventato ossia Hani Motoko.

Nata alla fine dell’Ottocento in una famiglia di samurai, considerata la prima giornalista giapponese, fu tra le prime ad abbracciare le istanze del mondo femminista e empowerment annesso e connesso e fu l’inventrice e la divulgatrice di questo metodo che ora è utilizzatissimo anche in Occidente, spopolano infatti anche in lingua italiana i quaderni Kakebo “l’agenda per gestire le spese senza stress”.

Ci auguriamo di non importare per risparmiare anche le idee di Yusuke Narita, 37enne professore di economia alla Yale University negli Stati Uniti, ritiene di aver trovato la soluzione al problema della crisi economica che accompagna il radicale invecchiamento della popolazione : nientepopodimeno che un suicidio di massa delle persone anziane. Come abbiamo fatto a non pensarci prima. Tecnicamente il professore la chiama Suppuku, meglio conosciuto in occidente come harakiri, ossia il suicidio rituale dei samurai che nell’antichità ritenevano di aver perso il proprio onore.

Narita ha lanciato la sua teoria alla fine del 2021 nel corso di una conferenza, e da allora le sue parole hanno provocato dibattiti più o meno accesi, fino a finire in questi giorni sul New York Times. A onore del vero parlando con il quotidiano il professore minimizza spiegando che alcune espressioni riportate sono state «estrapolate dal contesto», tuttavia conferma l’impostazione del suo ragionamento: il Giappone è una della società più anziane del mondo, la mancanza di una forza lavoro che paghi i propri contributi spinge lo Stato a indebitarsi sempre di più per sostenere le classi non produttive, quindi va trovata una soluzione.

La proposta di Yusuke Narita è quindi semplice, diffondere e incoraggiare la cultura dell’eutanasia, che in Giappone trova radici nell’idea del morire per l’onore, o per la patria, come accadde nella Seconda Guerra con i piloti kamikaze. L’eutanasia dovrebbe essere volontaria per il momento, ma «la possibilità che sia obbligatorio in futuro – ha dichiarato candidamente il professore secondo quanto riporta il Times – verrà fuori dal dibattito a un certo punto»

Promuovere il tasso di natalità, incoraggiare e supportare la famiglia non sembra un’ipotesi contemplata da Narita, forse perché conscio della morsa dell’ateismo mescolato al consumismo. Chissà se è conscio anche del fatto che il Giappone è uno dei Paesi con il più alto tasso di suicidi. In media in Giappone sono morte per suicidio 1.596 persone in ogni mese da novembre 2016 a ottobre 2020 secondo uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour. Il tutto mentre il tasso di fertilità è fermo a poco più di un figlio per donna.

A far da sfondo a tutto questo c’è un film, ovviamente giapponese, Plan 75, del 2022, in cui il regista giapponese Chie Hatawaka, racconta di un gruppo di venditori entusiasti che cercano di sedurre i pensionati con un programma di eutanasia finanziato dal governo. Per il bene di tutti naturalmente. Per risparmiare. Per avere più risorse per chi resta. Per “amore”, in fondo. Di questo ci convinceranno. Ah, no tranquilli, è solo un film… (foto: Screenshot New York Post)

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