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21.12.2024

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Svezia, caos per il Corano bruciato. Fosse stato un Vangelo, filava tutto liscio…
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30 Giugno 2023

Svezia, caos per il Corano bruciato. Fosse stato un Vangelo, filava tutto liscio…

Il Marocco ha richiamato il suo ambasciatore in Svezia dopo che una copia del Corano è stata bruciata a Stoccolma e ha definito il gesto «offensivo e irresponsabile». L’autore, un iracheno di 37 anni di nome Salwan Momika, fuggito dal suo Paese aveva preventivamente chiesto l’autorizzazione alla polizia svedese, in occasione della festa musulmana dell’Eid al-Adha.

La cosa singolare è che le autorità, prima gli hanno consentito la “dimostrazione” mentre, subito dopo hanno incredibilmente aperto un’indagine nei suoi confronti per «agitazione contro un gruppo etnico». Infine l’uomo è stato denunciato per incitamento all’odio razziale. Il motivo del gesto è stato subito chiarito dall’autore: «Non stiamo combattendo contro i musulmani, ma contro i loro pensieri». La protesta si è consumata di fronte alla Moschea di Stoccolma, la Medborgarplatsen Camii, nel quartiere centrale di Sodermalm. Diverse persone hanno cercato di intervenire per fermare il rogo.

Il fatto, come prevedibile, ha scatenato lo sdegno generale, da Washington ad Ankara: «Condanno l’atto spregevole commesso in Svezia contro il Corano, il nostro libro sacro, durante il primo giorno dell’Eid-al-Adha» – ha detto il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, su Twitter, aggiungendo che «è inaccettabile permettere queste azioni dietro il pretesto della libertà di espressione, tollerare un atto atroce di questo tipo significa esserne complici».

Belle parole certo: «È inaccettabile permettere queste azioni dietro il pretesto della libertà di espressione»; tutto giusto, ma chissà perché le stesse pillole di saggezza e la stessa ondata di indignazione non si scatena quando ad essere bruciati o irrisi sono i vangeli, o quando ad essere profanate sono le chiese cristiane, ad esempio. Tanto per ricordare uno dei tantissimi, gravi, gesti dissacratori compiuti contro, ad esempio i luoghi simbolo del cristianesimo, anche nella nostra stessa Italia: lo scorso 1 giugno, un uomo è balzato sull’altare maggiore della basilica di san Pietro, sotto il Baldacchino di Bernini, totalmente nudo.

Avrebbe motivato il suo gesto legandolo ad una sorta di forma di protesta contro la guerra in Ucraina. Un gesto gravissimo perché come è ben noto, San Pietro rappresenta il cuore pulsante del cattolicesimo. Invece nessuna voce di protesta si è levata contro questo episodio terribile, anzi, certa stampa si è subito premurata di sottolineare che l’uomo soffriva di forti crisi depressivi e quindi, tra le righe, sarebbe in qualche modo “giustificato”.

Ma quindi? Nessuno ha sottolineato da noi che «è inaccettabile permettere queste azioni dietro il pretesto della libertà di espressione» e che «tollerare un atto atroce di questo tipo significa esserne complici», come ha ben detto il ministro degli Esteri turco sul rogo del corano? Solo quando si attacca il cristianesimo questo principio, evidentemente, sembra non valere, solo quando ad essere oltraggiati sono i cristiani, allora si tratta di “libertà di espressione” o i criminali che compiono tali gesti vanno trattati a pacche sulla spalla perché vengono presentati come dei “poveri disagiati” come sottolineano i giornaloni?

Forse perché i cristiani, in Occidente, subiscono in silenzio o vengono silenziati dai media? Forse, però, ciò rispecchia anche l’atteggiamento degli stessi cristiani, nel momento in cui, di fronte a certe nefandezze che li riguardano da vicino, non si prendono nemmeno la pena di scendere in piazza a protestare, ma lasciano essi stessi che, con la complicità del mainstream, tutto cada nel silenzio. Non sarà che a furia di abbassare la testa e far finta di nulla, su quella stessa testa a noi cristiani occidentali che di libertà di parola ne abbiamo ancora, sono spuntate due belle orecchie da coniglio e un po’ complici siamo anche noi? (Fonte foto: Pexels)

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