Mercoledì 12 luglio il parlamento di Malta ha approvato una legge che permette alle persone omosessuali di sposarsi. Nel 2014 Malta aveva introdotto nel proprio ordinamento la possibilità per le coppie dello stesso sesso di celebrare le unioni civili, con il diritto ad accedere anche all’adozione di minori. Il primo ministro Joseph Muscat, che è il capo del maggior partito di centrosinistra, il Partit Laburista, ha detto che il voto sul matrimonio omosessuale «è storico» e che «mostra come la democrazia e la nostra società siano arrivate a un certo livello di maturità per cui tutti noi possiamo dire di essere uguali». Malta resta comunque un paese a grande maggioranza cattolica: l’aborto è tuttora vietato mentre il divorzio è stato introdotto solo nel 2011.
La legge sul matrimonio egualitario è stata approvata dal parlamento con 66 voti a favore e un unico voto contrario; ha votato a favore anche il Partit Nazzjonalista, principale partito di opposizione di centrodestra. Uno solo dei suoi deputati ha votato contro, spiegando che nonostante la separazione tra Chiesa e Stato la sua coscienza non gli permetteva di approvare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Malta divenne una repubblica parlamentare nel 1974, dieci anni dopo essere diventata indipendente dal Regno Unito. È grande circa 316 chilometri quadrati (l’Isola d’Elba è 224) e ci abitano circa 450mila persone. La moneta in uso è l’euro. Il Partit Laburista ha vinto le ultime elezioni del 2013 ottenendo il 54,8 per cento dei voti: non governava dal 1998. Dal 2013 il governo di Joseph Muscat ha accelerato in maniera significativa l’approvazione di leggi progressiste, in particolar modo nel campo dei diritti LGBTI, mentre non è stato fatto alcun passo avanti per quanto riguarda il diritto all’autodeterminazione delle donne.
Nel 2014 il Parlamento maltese ha legalizzato le unioni civili (da allora ne sono state celebrate 141), ha introdotto delle norme per evitare le discriminazioni sessuali sul posto di lavoro e per punire in modo specifico i crimini dettati dagli stessi motivi. Nel 2016 era stata approvata anche una legge che vietava ai medici di prescrivere le cosiddette “terapie riparative” per l’omosessualità e qualsiasi altra pratica che avesse il fine di cambiare forzosamente l’identità di genere di una persona. Grazie a queste riforme, negli ultimi anni per due volte Malta è stata nominata dall’associazione ILGA-Europe il paese europeo che più rispetta i diritti delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali, dei transessuali e delle persone intersessuali.
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