Ieri la sessione plenaria del Congresso dei deputati spagnoli ha approvato la legge per il regolamento dell’eutanasia. Dopo poco più di un anno di elaborazione parlamentare, interrotta dalla pandemia, questa proposta di legge presentata dal Partito socialista entrerà in vigore entro tre mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dello Stato. In questo modo, la Spagna diventa il settimo paese al mondo a legiferare sull’eutanasia, insieme a Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Colombia, Canada e Nuova Zelanda.
Chi può candidarsi per chiedere l’eutanasia? I maggiorenni che soffrono di «una malattia grave e incurabile» o di una «condizione grave, cronica e impossibile» che incide sull’autonomia e che genera «costante e intollerabile sofferenza fisica o psichica».
La Conferenza episcopale spagnola e le diocesi si sono mobilitate contro l’approvazione, considerando che si tratta di una legge approvata senza dialogo o consenso, oltre ad essere una legge che attacca la dignità umana. L’arcivescovo di Barcellona, monsignor Omella, ha inviato ai suoi follower Twitter, un messaggio a favore della vita: «Possiamo considerare “avanzata” una società quando approva una legge che spinge i malati a gettare la spugna e porre fine alla propria esistenza?#EnFavorDeLaVida».
¿Nos podemos considerar una sociedad avanzada aprobando una ley que empuja a los enfermos a tirar la toalla y a terminar su existencia?#EnFavorDeLaVida
— Card. Juan José Omella (@OmellaCardenal) March 18, 2021
Anche l’arcivescovo di Madrid, Carlo Osorio Sierra, ha postato sul suo profilo Twitter un messaggio: «La pandemia deve provocare un cambio di paradigma: passiamo dalla ricerca egoistica del proprio benessere alle cure… Siamo badanti degli altri e, quindi, è drammatico che oggi si punti sull’eutanasia».
La pandemia debe provocar un cambio de paradigma: pasemos de la búsqueda egoísta del propio bienestar al cuidado… Somos cuidadores del prójimo y, por ello, es dramático que hoy se apueste por la eutanasia.
— Carlos Osoro Sierra (@cardenalosoro) March 18, 2021
«Quando siamo orgogliosi e fiduciosi dell’eroica lotta e della cura degli operatori sanitari per tutta la vita di fronte a #COVID19 e quando mancano le cure palliative. Siamo rattristati dall’approvazione in Tribunale della legge sull’eutanasia: suicidio assistito. Dolore», ha scritto il vescovo di Avila sul suo account Twitter.
Cuando nos enorgullece y da esperanza la lucha heroica y los cuidados del personal sanitario en favor de la vida frente al #COVID19 y cuando faltan +cuidados paliativos, nos entristece y rechazamos la aprobación en las Cortes de la Ley de Eutanasia: un suicidio asistido. De pena. pic.twitter.com/zhi7c9fGrI
— José M. Gil Tamayo (@jmgilt) March 18, 2021
Durante la lavorazione al Congresso e al Senato, la legge sull’eutanasia ha dovuto superare l’opposizione presentata dal Partito popolare e da Vox. Emendamenti parziali sono stati incorporati nella formulazione dell’articolo che descrive le condizioni fisiche per richiedere l’eutanasia, nonostante gli avvertimenti delle associazioni di persone con disabilità che ritengono che la legge li abbia inseriti come candidati all’eutanasia. Fin dall’inizio, l’episcopato ha sempre optato per aumentare le cure palliative, il cui utilizzo è molto scarso rispetto ad altri paesi. Tanto che solo il 40% dei pazienti che hanno bisogno di queste cure lo riceve.
«Sfortunatamente, la soluzione cercata per evitare sofferenze, è di causare la morte di coloro che soffrono. È drammatico che in Spagna ci siano 60.000 persone ogni anno che muoiono di sofferenza, quando potremmo essere in grado di porvi rimedio con un’adeguata politica di cure palliative», ha detto il vescovo ausiliare di Valladolid, monsignor Garcia. Per il portavoce dei vescovi, «questo è un momento a favore della promozione di una cultura della vita e di passi concreti promuovendo una volontà viva o dichiarazioni anticipate che rendano possibile ai cittadini spagnoli manifestare in modo chiaro e determinato il loro desiderio di cure palliative. Il proprio desiderio di non essere oggetto dell’applicazione di questa legge dell’eutanasia». E ha continuato: «È anche il momento di promuovere l’obiezione di coscienza e di promuovere tutto ciò che ha a che fare con questa cultura della vita che vuole avere una linea rossa che dice con forza “Non uccidere”».
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