In Spagna il governo super laicista e comunista del duo Sanchez-Iglesias, mantiene le promesse. E’ in dirittura d’arrivo così la legge sull’eutanasia attiva, che introdurrà nell’ordinamento iberico l’uccisione di un essere umano. Se la legge venisse approvata – i numeri, vista l’alleanza Psoe-Podemos, non mancano – la Spagna diventerebbe il quarto paese a prevedere nel suo ordinamento giuridico una depenalizzazione totale dell’eutanasia attiva dopo Belgio, Paesi Bassi e Lussembrugo, i quali accettano sia l’eutanasia sia il suicidio assistito.
La deriva antiumana del governo Sanchez era nell’aria, ma ad essa si stanno opponendo in pochi. Solo alcuni vescovi ad esempio, vista la sostanziale neutralità per il momento della Conferenza Episcopale Spagnola, hanno urlato. Tra questi va meritoriamente menzionato il vescovo di Siviglia, monsignor Juan José Asenjo.
Nel corso di un’intervista il prelato si è detto «sorpreso per la fretta con la quale è stato trasferito in aula il progetto di legge senza che abbia avuto una domanda sociale e senza i necessari pareri del Consiglio di Stato e delle altre istituzioni che mi risulta siano obbligatori».
Stando a quanto dice il prelato, il governo si sta muovendo non solo fuori dalla legalità, non avendo fatto tutti i passi necessari prima di arrivare in aula, ma anche fuori da un mandato popolare in tal senso. Effettivamente, non è facile trovare popolazione favorevole all’eutanasia e men che meno si vedono orde di cittadini che manifestano in piazza o sui giornali perché l’uccisione di malati o anziani diventi realtà. E’ la solita tecnica delle èlite che si mascherano da volontà popolare, che in fondo è assente. Il tutto ovviamente dando una patina di democrazia.
Monsignor Asenjo ha anche detto che la «vita deve essere rispettata in tutti i suoi momenti, dal concepimento alla sua morte naturale ed è per questo che la Chiesa condanna l’aborto che viene chiamato come un “crimine terribile” ed è un eufemismo definire l’eutanasia come una “morte degna, una dolce morte, una morte buona”».
«L’unico proprietario della vita è Nostro Signore – ha ricordato – nessuno può accorciarla, né l’interessato, né la sua famiglia e men che meno i medici che hanno nel giuramento ippocratico la difesa della vita in tutte le sue fasi».
Il governo in sostanza sta calpestando la legge naturale. Ma questo era stato abbondantemente annunciato durante le fasi di accordo tra Sanchez e Iglesias. Dalla reazione della Chiesa si comprenderà la facilità o meno che incontrerà il progetto di legge ad andare avanti.
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