Mettiamo pure che le accuse e le ombre su di lui e sui suoi familiari – pur molteplici e gravi – siano tutte infondate. È possibile perché è già successo tante volte, troppe volte, alla magistratura e al suo braccio microfonato, i media, di prender gran cantonate. Dunque giù le mani, fino a sentenze contrarie, dall’onorevole Aboubakar Soumahoro, 42 anni, sindacalista di origini ivoriane eletto alla Camera dei Deputati con la sinistra e oggi nella burrasca. Il garantismo deve valere per lui oppure, semplicemente non è.
Ciò detto, comunque vada la tempesta giudiziaria da cui oggi è travolto, non si può comunque non rilevare un aspetto: l’astro nascente Soumahoro è già meteora. E non per il suo imbarazzante video in lacrime – per il quale si è scusato – né perché ieri si sia autosospeso dal suo Gruppo, quello di Alleanza Verdi e Sinistra, scelta quest’ultima che tutto sommato gli fa quasi onore. No, ciò che probabilmente ha già segnato l’inizio del prematuro declino politico della promessa della sinistra italiana, è altro.
Sono le parole con cui il parlamentare – che fino a ieri aveva un CV perfetto in ottica progressista, dato che, tra le altre cose, è stato opinionista su L’Espresso e ha avuto un blog personale su HuffPost, scusate se è poco – ieri, davanti a Corrado Formigli su La7 (trasmissione tutto fuorché ostile), davanti alle immagini della moglie, anch’ella al centro della burrasca, immortalata con tanto di bauletti Vuitton se n’è uscito con uno spiazzante: «Quelle immagini? Non mi hanno creato imbarazzo».
Soumahoro ha inoltre aggiunto che, a suo dire, che esiste «Il diritto all’eleganza e alla moda è libertà, la moda non è né bianca né nera». Ora, a parte lo strampalato tentativo di buttarla in calcio d’angolo tirando fuori il tema razziale, caro onorevole, tocca correggerla: no, il lusso non è un diritto. Diritti sono la vita, l’istruzione, la sanità: non i bauletti di Vuitton. E il fatto che ad asserirlo sia stato lei, dimostra che, pur in Parlamento dall’altro ieri, è già contagiato da un male antico e letale: il cuore a sinistra col portafoglio a destra.
Un errore fatale, anzi politicamente devastante. Tanto è vero – come ha già notato quella vecchia volpe di Matteo Renzi – che i tanti che avevano incoronato l’ex sindacalista nuovo santino dell’accoglienza lo stanno già scaricando. Le stesse espressioni che ogni tanto comparivano sul volto di Formigli ieri, come dire, erano tutte un programma…Che dire dunque, caro Soumahoro, se non questo: arrivederci…e facciamo finta che sia stato un piacere. Auguri per tutto (Foto: Imagoeconomica).
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