«Se qualche debole sospetto della tua esistenza cominciasse a sorgergli in mente, suggeriscigli la figura di qualcosa vestito con il costume scarlatto: non potendo credere in quella cosa, non crederà nemmeno alla tua esistenza». Queste parole prese da Lettere a Berlicche – capolavoro di Lewis – ben rappresentano l’inganno più insidioso che il demonio tende all’uomo: indurlo a non credere alla sua esistenza.
E sembra che gliela stiamo dando vinta. Parlano chiaro i dati di un sondaggio rappresentativo dell’istituto di ricerca d’opinione Insa Consulere con sede a Erfurt, condotto per conto di Tagespost: solo il 15% dei tedeschi afferma di credere all’esistenza del diavolo. A completare il risultato il 64% dei tedeschi non crede alla sua esistenza, un altro 15% non sa cosa pensare e il 6% non vuole fornire alcuna informazione a tal riguardo. Tra i protestanti, il 17% crede nell’esistenza del diavolo, mentre tra i cattolici il 60% non ci crede. Solo i partecipanti al sondaggio appartenenti alla Chiesa libera credono nel diavolo in maggioranza assoluta (52%), mentre il 36% non ci crede.
Per entrare più nel dettaglio, dal sondaggio emerge che malgrado la maggioranza assoluta di tutte le fasce d’età non crede nel diavolo (tra il 51 e il 72%), gli intervistati più giovani tendono a crederci più spesso di quelli più anziani: solo il 10% degli ultra-settantenni ci crede, mentre il 22% dei 30-39enni e ben il 26% dei 18-29enni afferma di crederci. L’indagine, per le 2.010 persone adulte dal 24 al 27 febbraio 2023, indaga anche l’appartenenza al partito politico. Con un totale del 19%, i sostenitori dell’SPD credono più spesso nell’esistenza del diavolo, seguiti dagli elettori AfD- (17%) e dai sostenitori dell’Unione (15%). Il 13% degli elettori Fdp- crede nell’esistenza del diavolo, tra gli elettori dei Verdi- il 10%.
Gli ultimi dati relativi all’Italia riguardano un sondaggio del 2011 de L’Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, in cui è stata analizzata la credibilità riscossa da alcuni fenomeni paranormali ed è risultato che circa il 29% dei nordestini crede all’esistenza del demonio. Possiamo però tranquillamente affermare che questi dati riflettono una situazione che è ancora attuale, o che si è magari aggravata. All’inizio della Quaresima siamo portati nel deserto con Gesù, a combattere con le tentazioni di vanagloria, sicurezza, stabilità e tutto ciò a cui chiediamo costantemente la Vita. Se sfuggiamo a questo combattimento spirituale non possiamo essere di Cristo, al contrario, ci stiamo vendendo a qualcun altro.
Proprio nell’Angelus di domenica papa Francesco ha messo in guardia dal dialogare col Diavolo, «Gesù vince le tentazioni. […] Evitando di discutere col diavolo e rispondendo con la Parola di Dio. Questo è importante: con il diavolo non si discute, con il diavolo non si dialoga! Gesù gli fa fronte con la Parola di Dio. […] Non dialoga mai con il diavolo, non negozia con lui, ma respinge le sue insinuazioni con le Parole benefiche della Scrittura. È un invito anche per noi: con il diavolo non si discute! Non si negozia, non si dialoga; non lo si sconfigge trattando con lui, è più forte di noi. Il diavolo lo sconfiggiamo opponendogli con fede la Parola divina. In questo modo Gesù ci insegna a difendere l’unità con Dio e tra di noi dagli attacchi del divisore. La Parola divina che è la risposta di Gesù alla tentazione del diavolo». Ancor prima di far questo, torniamo a fare discernimento, a separare ciò che è bene da ciò che è male nella nostra vita alla luce della Verità biblica e del Magistero. Altrimenti non sapremo neanche quale sia effettivamente l’interlocutore delle nostre giornate. (Fonte) (Fonte foto: Bing licenza libera)
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